I grillini: tagliare i soldi ai dirigenti regionali e ai parlamentari dell’Ars

I 15 parlamentari del Movimento 5 Stelle all’Ars non demordono. La nuova maggioranza che sostiene il Governo di Rosario Crocetta – ovvero il Megafono, il Pd, l’Udc e, adesso, anche il Pdl – punta a fare tutta da sola. E, soprattutto, a fare a meno dei grillini. Sono stati, infatti, Pd e Pdl – ormai alleati a Roma e, a cascata, anche in Sicilia, a respingere tutti gli emendamenti presentati dai parlamentari del Movimento 5 Stelle.

La mossa di Pd e Pdl è il frutto di input romani (le tv di Berlusconi cercano in tutti i modi di mettere in cattiva luce Beppe Grillo e i suoi), ma fa anche molto comodo ai dirigenti siciliani di questi due Partiti che, da sempre, gestiscono le clientele della Regione. Tra queste clientele c’è il mangia mangia della dirigenza regionale, grande esempio di spreco di soldi pubblici.

La dirigenza regionale, per la cronaca, è quasi tutta inventata. Ormai di dirigenti regionali vincitori di concorso si contano sulla punta delle dita. Grazie a uno dei peggiori Governi e dei peggiori Parlamenti dell’Isola – anno di grazia 2000 – è stata approvata la legge regionale n. 10, appunto del 2000. Con la quale, tra le altre ‘belle cose’, sono stati ‘promossi’ 2 mila dirigenti in una notte. E’ nata così la ‘mitica’ terza fascia dirigenziale, una delle invenzioni più allucinanti della storia dell’Autonomia siciliana.

Di questi 2 mila dirigenti regionali ‘inventati’, fino a qualche mese fa, se ne contavano, negli uffici della Regione, mille e 800 (i grillini oggi parlano di mille e 900 dirigenti). Di questi, 800 hanno un incarico, gli altri svolgono altre mansioni.

Su questa grande confusione che imperversa nel settore dirigenziale della Regione intervengono i parlamentari del Movimento 5 Stelle, che puntano “ad alleggerire le buste paga dell’esercito dei circa 1.900 dirigenti regionali di prima, seconda e terza fascia e dei componenti dei consigli di amministrazione delle società partecipate dalla Regione”.

“Obiettivo – si legge nel comunicato dei parlamentari grillini -: puntellare il disastrato bilancio regionale e trovare risorse per il reddito di dignità, il microcredito e altri provvedimenti a favore dei cittadini”.

L’emendamento verrà esaminato oggi dalla Commissione Finanze dell’Ars. Il provvedimento prevede tagli che variano dal 20 al 30 per cento e risparmi che oscillano da 32 e 50 milioni di euro. Il taglio viene proposto, oltre che per gli stipendi, anche per le indennità di posizione e di risultato.

“Questo è il momento in cui chi ha di più deve dare di più – afferma Stefano Zito (nella foto a sinistra), uno dei deputati del Movimento 5 Stelle che ha curato l’emendamento -. Non si possono più aumentare
le tasse alle imprese o ai lavoratori. Quando una squadra va male il primo a saltare è l’allenatore. Qui, invece, oltre a perdere spesso le partite si prendono pure i premi per i risultati. Agli occhi della povera gente tutto questo inizia a diventare incomprensibile”.

Il riferimento è alle premialità che i dirigenti regionali, con la connivenza della politica – e segnatamente3 di Pd, Pdl e Udc – si mettono in tasca nonostante i disastrosi risultati amministrativi, economici e sociali raggiunti.

A libro paga dell’amministrazione regionale – si legge sempre nel comunicato del Movimento 5 Stelle – ci sono circa 1.900 i dirigenti a fronte di circa 18.000 dipendenti.

“Tutto ciò – aggiunge Zito – a fronte di risultati molto spesso scadenti e ad una qualità e ad un’efficienza dei servizi non certo proporzionale all’ingente dispiego di forze in campo”.

Un altro scandalo frutto delle clientele di Pdl, Pd e Udc sono i dirigenti esterni alla regione siciliana assunti per chiamata diretta (dalla politica). Di questi ‘fortunati’ si sa poco o nulla. Il ‘caso’ lo hanno fatto esplodere qualche mese fa sempre i parlamentari grillini.

Resta da capire che atteggiamento terrà, sulle clientele della dirigenza regionale interna ed ‘esterna’, il movimento del presidente della Regione, Rosario Crocetta. Fino ad ora il capo della Giunta ha fatto il pesce dentro il barile, lasciando intendere che il Megafono è un movimento ‘autonomo’. Da qualche giorno, però, ha scoperto le carte e ha lasciato capire che il Megafono è solo lo ‘strapuntino’ del senatore Giuseppe Lumia, che lo ha usato per farsi rieleggere a Roma. Mentre chi gli è andato dietro, con i ‘Circoli per Crocetta’, ha inrealtà lavorato per il Pd siciliano alleato per quattro lunghi anni con l’ex residente della Regione, Raffaele Lombardo.

A parte questi giochi trasformistici degni, in tutto e per tutto, del senatore Lumia e del suo Partito, il Pd – che non a caso, a furia di ‘genuflettersi’ agli ordini romani, ha perso prima 200 mila voti alle elezioni regionali dello scorso ottobre e poi 250 mila voti alle recenti elezioni politiche nazionali – Crocetta, adesso, dovrà dire da che parte sta: se sta, cioè con le clientele di Pd, Pdl e Udc, che difendono la dirigenza regionale ben remunerata e inutile, se sta con la dirigenza ‘esterna’ all’amministrazione regionale intruppata a ‘umma ‘umma dalla malapolitica, o se, invece, sta con chi vuole ridurre le indennità alla pletora di dirigenti regionali per distribuire una parte di queste risorse a chi non ha nulla.

La spending review dei Cinque Stelle punta ad alleggerire anche rimborsi ai consiglieri comunali che passerebbero dagli attuali due terzi della retribuzione del Sindaco a un quarto e, soprattutto, mira a ridurre gli stipendi dei deputati dell’Ars per i quali il Movimento propone tagli dal 30 al 50 per cento.

“Da segnalare – conclude Zito – che quello del Movimento Cinque Stelle è l’unico emendamento che propone tagli ai parlamentari di Sala d’Ercole”.

 

 

Bilancio, i grillini mettono in subbuglio l’Ars

Redazione

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