LA SCORSA SETTIMANA CI E’ SFUGGITO QUESTO BEL COMUNICATO STAMPA DEL MOVIMENTO 5 STELLE. RECUPERIAMO SUBITO, TRATTANDOSI DI UN ARGOMENTO DI GRANDE IMPORTANZA PER IL ‘PALAZZO’ CHE DENOTA LA PROFONDA SENSIBILITA’ ‘SARTORIALE’ DEI DEPUTATI QUESTORI…
La scorsa settimana, quando un paio di deputati questori dell’Ars hanno dato grande sfoggio di cultura politica ‘sartoriale’, ci è sfuggito questo comunicato stampa del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle. Lo pubblichiamo oggi perché testimonia l’idea del ‘decoro’ che alcuni parlamentari questori manifestano, criticando quel settore della moda maschile che esclude le cravatte dall’idea di eleganza.
“Alla fine il giro di vite a Palazzo dei Normanni è arrivato – scrivono i grillini -. Ma non, come tutti si aspettavano, su stipendi e privilegi, appena intaccati, ma sullabbigliamento, su cui, evidentemente, nessuno è disposto a fare sconti nel supremo interesse ‘del decoro della sede parlamentare’. Tolleranza zero, pertanto, per chi non porta giacca e cravatta nei giorni dAula e percorsi obbligati con tanto di corridoi e sale inibite per ospiti, visitatori e giornalisti”.
Ad ordinare (o meglio a ribadire) marcature strettissime dora in avanti a Palazzo Reale è una circolare a firma dei deputati questori
E giusto – affermano i deputati del Movimento 5 Stelle – che si guardi al decoro del Palazzo. Sarebbe auspicabile, però, che assieme alla forma si guardasse un tantino anche alla sostanza, che in questo Palazzo latita spessissimo. Una sforbiciata secca ai privilegi, a nostro avviso, avrebbe dato allArs infinitamente più lustro di tutti i lustrini e le paillettes di questo mondo. Questo Palazzo è sempre più una scatola dorata, ma vuota. Le sedute a vuoto o improduttive non si contano, i banchi vuoti nemmeno. Si produce poco o nulla. Ma limportante è che quel poco o nulla lo si faccia circondati da gente in giacca e cravatta.
La cosa ancora più assurda – continuano i deputati – è che la circolare porti la firma anche di Franco Rinaldi, ovvero di un fresco indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla Formazione a Messina, cosa che lo aveva spinto sull’orlo delle dimissioni dall’incarico di questore, richieste all’indomani dello scandalo anche dal suo Partito, ma mai formalizzate. Evidentemente anche all’Ars le pagliuzze altrui sono nettamente più visibili delle proprie travi.
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