I grillini siculi: «Nel M5s c’è democrazia» Ma una parte del movimento appoggia Favia

«Da noi la democrazia non esiste, comanda Casaleggio». Alle dichiarazioni in fuorionda della trasmissione televisiva di La7 Piazzapulita di Giovanni Favia, consigliere del Movimento 5 stelle in Emilia Romagna che ha scatenato un terremoto mediatico attaccando Gianroberto Casaleggio, cofondatore del Movimento 5 stelle con Beppe Grillo, i grillini siciliani rispondono sicuri «non è vero, Grillo e Casaleggio non si fanno nemmeno sentire per telefono». Contattato telefonicamente, Giancarlo Cancelleri, il candidato presidente alle prossime elezioni regionali, si dice «pronto a dimostrare che non c’è mai stata nessuna pressione». E per i seguaci di Beppe Grillo a Catania, quelle di Favia sono dichiarazioni che rischiano solo di «gettare discredito sul movimento».

I grillini etnei sono però divisi in due gruppi, come spiega il candidato alle regionali Tommaso Currò: «Il primo gruppo è nato nel 2005 come Amici di Beppe Grillo Catania nel sito di incontri Meetup. Da questo si è formato un secondo gruppo, a cui appartengo, più legato all’esperienza politica nata nel 2009». E i due gruppi hanno riflettuto sull’idea di fondo di Favia, condivisa con il già epurato Valentino Tavolazzi, che «il movimento soffre della mancanza di un network nazionale». Al Meetup Catania 1, quello più movimentista e fino a poco tempo fa noto come Grilli dell’Etna, l’idea di un network nazionale piace. «Grillo e il suo blog non possono essere l’unico riferimento», spiega Stefano Mortellaro del Meetup 1. Per Tommaso Currò, che appartiene invece al Meetup Catania 2, quello più politico secondo la sua definizione, «Casaleggio è fondatore come Grillo del Movimento 5 stelle, e se si parla di riunioni a livello nazionale ha il diritto di usare la sua autorità di fondatore per dire che non è ancora tempo».

«Il problema sollevato da Favia, ma anche da Tavolazzi, lo condivido: il movimento non può basare tutto sui post di Grillo, ci vuole un confronto programmatico tra chi lo compone. E, anche se Grillo non impone nulla, essendo l’unico riferimento c’è qualcuno convinto che quello che dice sia legge». Mortellaro, prima di entrare nei dettagli della sua idea di Movimento 5 stelle, definisce il suo ruolo come quello di «portavoce designato per questa singola dichiarazione». «Prima di rispondere abbiamo parlato del tema online, decidendo chi dovesse rispondere alle domande», spiega infatti il rappresentante del Meetup 1, secondo il quale «il nostro non-statuto del Movimento 5 stelle è l’unica cosa che seguiamo, da noi uno vale uno. E se in passato non è stato così, la colpa non è stata certo di Grillo». Stefano Mortellaro si riferisce a Sonia Alfano, candidata alle regionali nel 2008 e adesso deputato europeo dell’Italia dei valori. «Sonia Alfano, alla quale abbiamo dato completa fiducia, tendeva a organizzare tutto da sola. Una volta ci rimproverò dicendo “in questo gruppo c’era troppa democrazia”. Adesso con Cancelleri la situazione è ben diversa». Sul tema, Currò – il portavoce del Meetup 2 – è invece sicuro che la strada intrapresa finora sia quella giusta: «L’unica cosa “imposta” da Grillo è il contenuto dello spettacolo che terrà qui in Sicilia nella campagna di 15 giorni a fine settembre, ma questo non ha nulla a che vedere con la scelta dei candidati e con il programma».

«Sono pronto a dimostrare che quello che Favia ha detto non è vero con le registrazioni dei nostri incontri per la scelta dei candidati», replica sull’episodio Giancarlo Cancelleri, il candidato presidente. Anche lui dice di non aver mai «nemmeno ricevuto una telefonata da Grillo o Casaleggio». Cancelleri è però in contatto con quello che definisce «lo staff di Casaleggio» per procedere, in vista della presentazione della lista regionale, con «la certificazione dell’uso del simbolo. E anche per la definizione della traversata a nuoto dello Stretto che Grillo ha annunciato sul blog». Sulla questione Favia il candidato presidente ammette di «avere molta rabbia per il discredito buttato sul Movimento» e di non essere «sufficientemente informato per dire se era tutto falso, ma in base all’esperienza personale qui in Sicilia, sospetto che quello di Favia sia uno stratagemma per ottenere altro». Si annuncia un cambio di partito magari, una sorta di exit strategy dal Movimento? Cancelleri non fa ipotesi, limitandosi a rimarcare il proprio rammarico. «Ho sempre considerato Giovanni Favia un modello da seguire, perché lavora bene», conclude Giancarlo Cancelleri.

[Foto di MoVimento 5 Stelle Catania]

Leandro Perrotta

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