Nel calcio si dice spesso che le finali non vanno giocate ma vinte e il Palermo, facendo riferimento alle parole pronunciate venerdì da Tedino, ha compiuto la propria missione aggiudicandosi con merito il match casalingo contro lo Spezia. La prima di tante finali parafrasando il Tedino pensiero. Una finale che non è coincisa con la conquista di un trofeo ma che ha consentito ai rosanero di raggiungere contemporaneamente più di un obiettivo: dare subito un segnale di forza, partire con il piede giusto e trasformare i fischi dei tifosi (ieri sera al Barbera erano presenti 6.769 spettatori compresi i 2.063 abbonati) in applausi, primo step del percorso che ha come traguardo la riconquista di una piazza ancora scottata dalla retrocessione e da un’estate bollente caratterizzata sul fronte societario dal mancato passaggio di proprietà.
Promozione è l’obiettivo della squadra ma promozione è anche il giudizio complessivo da attribuire al Palermo in relazione alla prima giornata del torneo cadetto. Tutti promossi al battesimo del campionato di serie B 2017/18: il tecnico esordiente Tedino, agevolato certamente dal gol di Trajkovski dopo dieci minuti ma bravo a trasmettere un’idea di gioco basato su palla a terra e frequenti verticalizzazioni, il collettivo (e fa notizia il fatto che l’undici iniziale ieri era formato solo da giocatori stranieri) e i singoli, ingranaggi di un giocattolo che sta iniziando a funzionare. Il Palermo, che in ogni caso è ancora in fase di rodaggio e che ha ancora ampi margini di miglioramento, ieri sera ha vinto la partita (la quinta consecutiva tra le mura amiche tra vecchia e nuova stagione) perché è riuscito a far valere il maggiore tasso tecnico e una migliore qualità rispetto all’avversario. I rosa hanno ridimensionato il valore dello Spezia, giustiziere del Palermo l’anno scorso in Coppa Italia ai calci di rigore, confermando che nella maggior parte dei casi vince chi è più forte e chi ha un livello qualitativo superiore. Quel quid in più garantito da individualità di spicco e in grado in determinati contesti di fare la differenza.
La copertina spetta di diritto ai macedoni Trajkovski e Nestorovski, autori dei due gol e già in sintonia sul fronte offensivo con un Coronado a corrente alternata ma galvanizzato nella ripresa dallo splendido slalom culminato con il 2-0 di Nestorovski, ma meritano una menzione anche i gregari. La paternità del successo di ieri, ad esempio, appartiene pure ai centrocampisti Jajalo e Chochev e anche a Struna e Szyminski (schierato sul centrosinistra della difesa a tre al posto dello squalificato Bellusci), efficaci nella lettura di tutte le situazioni in fase difensiva. Tirando le somme, buona la prima. Pollice in su per un Palermo che, di fatto, è quello dell’anno scorso. Una squadra formata da giocatori quasi tutti retrocessi, è vero, ma la gara di ieri sera ha detto che, in attesa di possibili novità last-minute in chiave mercato, puntare sulla voglia di riscatto di gente reduce da una grossa delusione può essere un punto a favore. Un potenziale valore aggiunto per un gruppo che, avendo un telaio già collaudato, parte avvantaggiato in B nei confronti di avversari meno quotati.
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