I docenti delle scuole siciliane al contrattacco: oggi a Palermo assemblea contro il blocco degli stipendi e contro lo sfascio del settore

IL GOVERNO CHIEDE ALTRI SACRIFICI. LA RISPOSTA: “I SACRIFICI LI FACCIANO LORO” (in calce il documento con le richieste)

I docenti delle scuole siciliane passano al contrattacco e si mobilitano contro il blocco degli stipendi. Appuntamento oggi pomeriggio a Palermo, alle 16 e 30, a Palazzo delle Aquile, sede del Consiglio comunale della città (in calce pubblichiamo la bozza del documento).

Il comunicato inizia con una frase di Enrico Berlinguer: “Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora – si legge in una nota – ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi”

Quindi la stoccata: “La protesta ferma e unita di tutti noi docenti contro le 24 ore dell’anno scorso ha provocato il passo indietro del Governo. Abbiamo dimostrato di esserci e di essere compatti. L’obiettivo è farci vedere: noi ci siamo e diciamo no”.

“Ci hanno sempre chiesto di fare uno sforzo di solidarietà per il Paese – prosegue la nota -. Lo abbiamo fatto, sempre, pur non potendolo fare. Lo abbiamo fatto noi docenti di ruolo col blocco degli scatti. Lo hanno fatto i colleghi precari con le mancate stabilizzazioni (pur essendoci le cattedre vacanti). Ma, peggio, in una Sicilia terra di nessuno, lo hanno fatto i nostri alunni, dentro una scuola sempre più cadente, con meno ore, meno risorse, strutture fatiscenti e stipati come i polli. Pagando coi loro rendimenti bassi, messi alla berlina in tutto il Paese”.

La responsabilità di tutto quello che succede nella scuola viene spesso scaricata sui docenti. “La ‘colpa’, ovviamente, è solo nostra. Giusto? – prosegue il comunicato -. Il docente paga la crisi e paga le colpe. Beh no. E’ il momento di unirci di nuovo contro IL BLOCCO DEGLI STIPENDI PER UN ALTRO ANNO e poi in eterno; e contro IL BLOCCO DEL CONTRATTO (con in mezzo il ricatto dello spettro 24 ore). Chiediamo un contratto sul tempo scuola e lavoro totale effettivo che GIA’ FACCIAMO con adeguamento salariale conseguente”.

I docenti lamentano “non solo per noi, ma per i nostri alunni e per la qualità della scuola che li aspetta” una serie di problemi. E cioè:

– IL NUMERO RIDICOLO DI IMMISSIONI IN RUOLO IN SICILIA;

– LE MANCATE IMMISSIONI IN TUTTE LE CATTEDRE VACANTI E DISPONIBILI;

– LA TRUFFA DEL CONCORSACCIO

– LE MANCATE ASSUNZIONI DEI DOCENTI DI SOSTEGNO

“Noi diciamo no – si legge ancora nel comunicato -. Hanno chiesto uno sforzo a chi ha troppo (stipendi e pensioni oltre i 190 mila euro): manager e dirigenti pubblici che percepiscono salari non si capisce commisurati a quali rendimenti, visto lo sfacelo dell’Italia”.

“Di fronte a questo – prosegue la nota – basta. Noi non ci stiamo. Se loro non pagano nulla figurarsi noi, figurarsi gli alunni delle scuole siciliane, ultimi tra gli ultimi. Deve pagare ancora la scuola, mentre altri ingrassano? Mentre le scuole siciliane sono senza riscaldamenti, e, peggio, senza docenti? Prima paghino coloro che possono pagare, non la scuola”.

Quindi, la conclusione: “TRA FALCHI E COLOMBE NOI NON SIAMO POLLI”.

Firmato: “Gli operatori della scuola siciliani”.

Ecco di seguito il documento:

LA SCUOLA ALZA LA TESTA

ASSEMB LEA REGIONALE DEGLI OPERATORI DELLA SCUOLA SICILIANI

PALERMO, 2 SETTEMBRE 2013, PALAZZO DELLE AQUILE

BOZZA DI DOCUMENTO DA PROPORRE ALL’ASSEMBLEA

L’assemblea regionale degli operatori della scuola siciliani, svoltasi a Palermo il 2/09/2013, ritiene che la Scuola sia il primo strumento di crescita e di identità di una nazione e come tale debba essere in cima ad ogni agenda: politica o sociale. Il sistema di istruzione pubblico statale invece in questi anni è stato oggetto di un saccheggio di risorse economiche, come anche di saccheggio di senso. La politica, col silenzio assente della collettività non ha considerato la scuola nella sua essenza più vera ma un semplice “comparto”, un cassetto, da cui attingere per risanare le casse dello stato.

Le politiche economiche dei vari governi che si sono succeduti, oltre a privare il nostro paese del principale motore di sviluppo dell’Italia post-resistenziale, hanno svilito la funzione sociale e culturale dei suoi lavoratori, determinando negli anni un progressiva perdita di “valore” di quanti hanno contribuito alla crescita delle generazioni di ieri e di oggi. Sono innumerevoli le azioni susseguitesi negli anni che hanno condotto i lavoratori della scuola in posizione marginale, economica, sociale e collettiva, tanto da non sentirsi più dei lavoratori, portatori di diritti, di tutele e di salario corrispondente, ma dei missionari da un lato o dei mangiasoldi, degli sprechi dall’altro.

Noi pensiamo che la vera qualità della scuola, il vero obiettivo di offrire un insegnamento migliore ai nostri studenti venga dal recupero della dignità e del valore del nostro ruolo a partire dalla difesa del nostro ruolo di lavoratori.

Il processo di precarizzazione del personale docente ed Ata di ruolo e a tempo determinato, il blocco degli stipendi per tutto il 2014, il mancato rinnovo del contratto scaduto nel 2009, la squallida questione degli inidonei, la truffa del concorso a cattedra, le irrisorie immissioni in ruolo del personale docente e quelle non avvenute del personale Ata, sono tutti i tasselli di una serie di interventi legislativi che dimostrano la volontà precisa di alcuni, come la totale incapacità di altri, classe politica e classe dirigente italiana, di cogliere il valore collettivo fondante del sistema d’istruzione di un Paese.

Stanchi di delegare ad una politica nel peggiore dei casi incapace e nel migliore impotente, riteniamo che sia giunto il momento, per quanti lavorano nella scuola, di indicare con chiarezza i punti essenziali da cui ripartire per una ripresa forte e strutturale del sistema di istruzione pubblico statale.

LE NOSTRE RICHIESTE

1) Sblocco immediato degli stipendi e riapertura della fase contrattuale partendo dalle risorse da immettere nella scuola;

2) Valorizzazione delle professionalità in termini economici e sociali, elemento essenziale per ridare alla scuola la sua funzione di volano delle crescita del nostro paese attraverso la riscrittura concordata con gli operatori della scuola del contratto nazionale dei lavoratori della scuola, basato sul riconoscimento del tempo scuola complessivo già svolto oggi(consigli di classe, collegi docenti, riunioni dipartimentali, incontri con le famiglie,scrutini quadrimestrali, finali ed integrativi, preparazione lezioni, correzione compiti,ecc. ecc.) e sulla riqualificazione costante del lavoro attraverso aggiornamento contrattualizzato, pagato e qualificato.

3) Piano di immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili, al fine di esaurire definitivamente le graduatorie ad esaurimento(in cui è inserito personale vincitore di concorso), consentendo una nuova e seria fase di formazione e reclutamento;

4) Immediata risoluzione della vergogna degli inidonei;

5) Aumento dell’organico di sostegno bloccato all’anno 2006/2007 e trasformazione di tutte le cattedre di fatto in cattedre di diritto;

6) Sbocco delle immissioni in ruolo del personale Ata e piano di stabilizzazione che esaurisca definitamente le graduatorie;

7) Un piano organico di investimenti per affrontare la questione dell’edilizia scolastica e del diritto allo studio.

 

 

 

Redazione

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