I disagi del personale dei low cost e i riflessi sulla Sicilia «Sugli aerei mancano l’acqua e i pasti per gli equipaggi»

Da un lato i disagi manifestati dai controllori di volo, dall’altro le odissee affrontate dai passeggeri. Lo sciopero aereo dello scorso otto giugno ha visto aderire i dipendenti di diverse compagnie aeree low cost – tra cui:Ryanair, EasyJet, Volotea, Alitalia, Air Malta e Crewlink – su tutto il territorio nazionale, è destinato a portare con sé degli strascichi. La sospensione del servizio a causa dello sciopero potrebbe segnare l’intera stagione estiva. Sono stati tanti i siciliani che giorno otto hanno dovuto rinunciare a prendere un aereo da e per l’Isola. Tanti partiranno questo fine settimana, altri hanno dovuto affrontare una corsa contro il tempo per spostarsi con mezzi alternativi, recuperando biglietti all’ultimo istante. È il caso di una donna del Catanese in servizio in una scuola di Milano, che doveva far ritorno in Sicilia con un volo Ryanair a causa di un lutto. «Ho dovuto affrontare 20 ore di pullman – racconta a MeridioNews – Avevo prenotato per il 14 giugno, ma appresa la notizia in famiglia ho dovuto anticipare la partenza. La sera del 7 giugno ho iniziato a cercare voli su Catania e Palermo, ma senza alcun risultato: non riuscivo a capire il perché. Ho visto che c’era un autobus da Milano e l’ho bloccato subito».

I bagagli preparati «in fretta e furia» che però ha portato anche a degli stravolgimenti negli orari di lavoro. «La mattina dell’8 ho preso servizio a scuola per l’ultimo giorno e per farlo è stato necessario un permesso di due ore a scuola per poter raggiungere la stazione di Lampugnano e sono partita col pullman – prosegue – Soltanto dopo la partenza dopo ho sentito altri passeggeri che lamentavano il disagio causato dallo sciopero aereo. Rynair mi ha mandato un messaggio con scritto che il volo era stato cancellato – aggiunge l’utente – La compagnia mi ha comunicato che o mi avrebbe rimborsato in automatico oppure mi avrebbe fatto scegliere altri voli per l’indomani, ma nella fascia oraria delle 22. In alternativa, ho scelto un volo per sabato allo stesso prezzo». Stessa sorte è capitata sempre a un ingegnere della provincia di Catania impiegato in un’azienda, sempre a Milano, che aveva deciso di passare qualche giorni di vacanza in Sicilia, ma ha dovuto posticipare la partenza. «Avevo prenotato un volo Catania-Milano con Ryanair fissato per le 21,10 di giorno otto, per 10 minuti non sono rientrato nella fascia di rispetto entro cui erano garantiti i voli. Alla fine rientrerò giorno 11 alle 15».

Come annunciato dall’Ente nazionale per l’assistenza volo, lo sciopero, indetto nel Centro di controllo d’area di Milano, ha visto lo stop per un arco di 4 ore i dipendenti delle compagnie low cost e la cancellazione di oltre 200 voli. Le sigle sindacali contestano la mancata applicazione dell’articolo 203 del decreto rilancio, che prevede l’applicazione della normativa europea per la sicurezza nazionale o della normativa nazionale dei contratti per le compagnie che prestano servizio in Italia. Compresa, dunque, la disciplina sui trattamenti retributivi stabiliti dal Contratto Collettivo Nazionale stipulato con le organizzazioni sindacali più rappresentate. «Per questa prima azione abbiamo deciso di fermare il servizio per quattro ore – ha dichiarato Alessandro Grasso, segretario generale di Cgil Filt Catania – se non avremo segnali concreti, tutto il periodo estivo potrebbe essere interessato da altri scioperi, stavolta di otto ore, come previsto dalla legge che regolamenta gli scioperi». 

A oltre 48 ore dallo sciopero, i sindacati non avrebbero ricevuto alcuna risposta dalle compagnie. «In alcune società come Ryanair i lavoratori sono tutelati da un contratto che non prevede congedi parentali o congedi obbligatori durante la stagione estiva – aggiunge Grasso – Non viene pagato il pasto ai dipendenti e neanche l’acqua. In più i controllori di questi voli low cost hanno uno stipendio con decurtazioni, anche arbitrarie, di circa il 40 per cento rispetto al salario delle altre compagnie. Per non parlare delle condizioni di sicurezza che vengono meno a causa degli orari di lavoro massacranti. Abbiamo anche delle cause vinte con la società per il mancato rispetto di questi punti». Le sigle sindacali Filt Cgil e Uil Trasporti adesso chiedono un tavolo di confronto che, oltre alle compagnie, comprenda la presenza dell’Enac, l’autorità che vigila sull’aviazione civile sottoposta al controllo del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. «Ci scusiamo con l’utenza – conclude – Ma la legge è chiara e deve essere applicata. Per questo non escludiamo la possibilità di altre iniziative simili per tutto il periodo estivo. Forse soltanto in questo modo le istanze dei lavoratori saranno realmente ascoltate».

Carmelo Lombardo

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