«Non vorrei che ci mettano un papa nero». Gli interessi dei Morace passavano anche dalla celeberrima profezia di Nostradamus. A citarla è Giuseppe Montalto, il segretario particolare dell’assessore regionale ai Trasporti Giovanni Pistorio, arrestato ieri nell’ambito dell’operazione Mare mostrum, sul presunto giro di corruzione messo in atto dalla famiglia titolare della compagnia di navigazione Liberty Lines. A potersi rivelare un papa nero sarebbe stato Giuseppe Prestigiacomo, già dipendente della ex Siremar e poi della Compagnia delle Isole spa, nel caso in cui fosse stato nominato consulente gratuito ai trasporti marittimi dalla commissione Ambiente dell’Ars. Nomina che Montalto si dichiara pronto a osteggiare in tutti i modi. «Vabeh ora glielo faccio ammazzare io», dice al telefono poche ore prima della seduta al capo di gabinetto Mario La Rocca. Per poi specificare: «Ammazzare nel senso politico».
Il primo passo da fare per cercare di stoppare la nomina è capire chi l’ha proposta. Montalto fa diversi tentativi, a partire dal deputato del Movimento 5 stelle Sergio Tancredi. «Senti, voi chi avete in quarta commissione?», chiede all’esponente del partito di Grillo, quando ancora non sa con certezza quale sarà il nome al vaglio dei deputati ma sospettando che possa trattarsi proprio di Prestigiacomo, definito più volte «delinquente», «ricattatore», «lestofante». Dopo aver capito che la proposta di nomina non arriva dai pentastellati, il segretario particolare di Pistorio spinge affinché si faccia chiarezza. «Potevo pensare siete stati voi che avete rotto i coglioni che volevate un consulente ma poi conoscendovi», continua Montalto. Ma Tancredi lo rassicura: «Ma no, te lo avremmo detto». È allora che arriva l’invito a fare di più: «Vedi con i tuoi di capire chi è e poi in funzione di questo si decide», dice. Ricevendo dal deputato pentastellato la propria disponibilità: «Va bene, va bene, ora chiamo a Giampiero». Il Giampiero citato da Tancredi è Trizzino, componente della commissione Ambiente all’Ars insieme ai colleghi Gianina Ciancio e Stefano Zito. Tuttavia è su Trizzino che Montalto sembra puntare di più: «Trizzino, perfetto», afferma al telefono il segretario di Pistorio.
Contattato da MeridioNews, Trizzino ripercorre le ore che hanno preceduto la seduta in commissione e si difende da ogni presunta collaborazione con Montalto. «Certo che ricordo quella commissione – dichiara Trizzino -. Noi siamo in generale contro le consulenze. Il curriculum di questa persona che non conoscevamo era depositato in commissione. E comunque non è mai stata votata questa nomina». Sui motivi per cui dopo essere stata inserita nell’ordine del giorno la proposta non è mai stata discussa, il deputato spiega che «a metterla nell’odg è stata la presidente Maggio, bisognerebbe chiederlo a lei». Ma quale sarebbe stato il voto dei grillini? «Doveva esserci prima un confronto, lei voterebbe mai qualcosa senza averla dibattuta?», replica Trizzino.
A prendere le distanze è inoltre lo stesso Tancredi. «Sto sentendo in giro che avrei avuto un accordo con Montalto ed è una cosa insensata – ribatte il deputato cinquestelle -. Mi sono sempre relazionato a lui come a una persona che lavorava nell’assessorato e se mi contatta è perché avevamo avuto modo di conoscerci visto che avevo lavorato alla legge sugli appalti». Il pentastellato ricorda poi la telefonata intercettata dagli inquirenti. «Ero in macchina e stavo andando a Palermo – continua -. Arrivato all’Ars non ho neanche parlato coi miei colleghi. Trizzino mi disse che non si era nemmeno raggiunto il numero legale, perché mancavano i deputati degli altri partiti».
Eppure a fare riferimento a un impegno del M5s contro la nomina è proprio Montalto, in una telefonata con Pistorio. «Il consulente che desideravano nominare? Prestigiacomo. Quella commissione è piena di grillini, i grillini non hanno voluto», dice il segretario, specificando anche di aver scoperto che a volere l’ex dipendente Siremar era stato il deputato di Alternativa Popolare Pietro Alongi. Al che Pistorio rincara la dose: «Comunque ai grillini la cosa non è andata bene, gli hanno piantato un bordello mostruoso e hanno fatto saltare tutto».
Ma quale è il motivo per cui i Morace avevano tanto timore di Prestigiacomo? «Si appurava come l’incarico in questione sia stato prepotentemente osteggiato da Morace – scrive il gip Marco Gaeta – fortemente timoroso che il nuovo consulente potesse assumere presso l’Ars iniziative contrastanti con i suoi interessi imprenditoriali. Tale timore risulterà del resto ampiamente giustificato ove si consideri che proprio il Prestigiacomo agli inizi del 2014 indusse Salvatrice Severino, già dirigente presso l’assessorato ai Trasporti, a rinunciare al proprio incarico sollevando questioni di incompatibilità a causa della pregressa assunzione presso Ustica Lines della figlia». Severino è stata la dirigente che nel 2014 ideò il bando per l’affidamento dei servizi di navigazione urbana poi stoppato dalla successora Dorotea Piazza, poiché apparentemente confezionato su misura per gli interessi dei Morace.
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