Ciò che mi propongo di fare l’ho scritto sul programma, anche se sono sicuro che una volta conosciuti i ragazzi potremmo adattare il corso del lab alle esigenze del caro pubblico studentesco… una tra le migliori componenti dell’università. Per ciò che riguarda l’esito, capirà che non dipende soltanto da me ma anche dalla tipologia di studenti che seguiranno il corso. Nulla esclude un concerto, se si presentano gli elementi “giusti”. Nulla esclude la composizione di nuove canzoni. Nulla esclude la collaborazione con i miei colleghi e con gli studenti di altri labs per eventuali produzioni. L’idea del mio lab nasce dall’aver conosciuto molti ragazzi pieni di risorse e desideri di esprimere il proprio talento attraverso la musica… ma che ancora non hanno avuto la sorte di conoscere i vari aspetti necessari perchè questa passione diventi professione. A volte, il desiderio di esprimersi musicalmente sbatte contro diversi ostacoli che nel corso della mia esperienza ho incontrato (e se li ho superati non lo so) ma con i quali, senza dubbio, mi sono dovuto confrontare… Uno tra tutti è l’ingenuità che molti piccoli “artisti” hanno nell’approccio con la professione.
Fin quando si suona e si scrive tra amici o in qualche blog va bene qualsiasi cosa ma nel momento in cui si tenta di uscire dal guscio per “dare” ad altri il proprio mestiere o la propria arte, il gioco si indurisce e credo vada temprato con lo studio, la dedizione e la fatica.
Pertanto, tra gli obiettivi c’è sicuramente quello di “svegliare” il giovane e, attraverso un semplice scambio di esperienze, fare in modo di evitare gli errori più grossolani e gli sprechi di tempo e denaro. Mi rivolgo essenzialmente a quelli che ogni santo giorno della loro vita pensano a suonare o a scrivere. E che lo fanno, in un modo o in un altro. Ma non voglio selezionare gli studenti secondo un criterio di competenza o di conoscenza dei vari linguaggi che il mestiere richiede. Certo è che un minimo di teoria musicale o di metrica renderebbe più scorrevoli gli incontri. Ma mi fido delle scelte vostre e se vi siete iscritti il motivo sta dentro di voi. Ho già preso contatti con dei professionisti i quali saranno ben lieti di sottoporsi alle vostre domande. Si tratta di produttori, arrangiatori, musicisti, ecc.
Inoltre, sarei molto contento di ascoltare le vostre proposte musicali e discuterle insieme.
Giuseppe Mirabella
L’idea nasce dall’esigenza espressa dal prof. Granozzi, coordinatore del Medialab, di arricchire l’offerta di proposte didattiche del Medialab, ma anche dalla necessità di colmare una lacuna nella didattica delle facoltà umanistiche: non esistono infatti corsi istituzionali di storia e critica del fumetto. Il mio laboratorio in particolare offrirà l’opportunità di comprendere il fumetto come linguaggio autonomo, di conoscerne la storia dalle origini ottocentesche fino agli sviluppi di fine ‘900, inoltre agli studenti saranno trasmesse le basi teoriche della scrittura per il fumetto affinchè siano in grado di intraprendere un percorso creativo di narrazione. Inoltre è previsto uno spazio di approfondimento relativo alla traduzione dei fumetti.
I frequentanti saranno messi nelle condizioni, come dicevo, di intraprendere un percorso di scrittura creativa per il fumetto, perciò come elaborato dovranno scrivere un soggetto ed una sceneggiatura completa. Credo che l’aspetto più interessante sia capire i meccanismi che stanno alla base della narrazione a fumetti, della creazione di una sceneggiatura, ma anche conoscere storie e personaggi che “l’olimpo blasfemo” del fumetto ha prodotto nella sua storia, i relativi legami con la cultura e la società delle varie epoche, credo che scoprire queste cose rivesta un certo fascino. Inoltre, volete mettere la soddisfazione di occuparsi di fumetti sotto l’ala della cultura accademica che in passato li ha spesso aprioristicamente condannati alla gogna? Quanto alle lezioni, si imparerà divertendosi.
Giovanni Marchese
L’idea del laboratorio di fotografia e storia è nata sotto sollecitudine del prof. Granozzi, con il quale abbiamo elaborato una proposta per certi versi innovativa. L’idea è quella di studiare come la fotografia può essere una fonte storica e come quindi può essere invertito il rapporto ormai consolidato che vede nella fotografia un’appendice, anche significativa, del racconto storico. La definizione stessa di laboratorio prevede un’elaborazione da parte dei frequentanti, che sarà concordata con i coordinatori e per questo stesso guidata in tutte le sue fasi.
Gabriele Licciardi
Affiancare i concetti di Navigazione on-line e Antichità classica potrebbe apparire a prima vista uno dei più estremi ossimori cui la quotidianità, in particolare quella scolastica e accademica, ci ha abituati da tempo. Meglio chiarire da subito, allora, che il paradossale titolo di questo laboratorio, lungi dallannunciare una fondata trattazione sulle prospettive didattiche e di ricerca che lirruzione delle risorse elettroniche ha aperto nel cartaceo mondo delle scienze dellantichità, è nato dallesigenza di creare un percorso guidato allinterno del Web relativamente alle molteplici informazioni che vi si trovano sulla tradizione classica e cristiana poste allorigine di molte culture europee.
Con un gioco di parole Internet è stato definito da Umberto Eco «una rete piena di buchi», una definizione che sottende il pericolo per chi, alle prime armi, si addentri in maniera troppo fiduciosa nel vasto mare, o meglio per dirla alla latina, nel mare magnum del Web. Pertanto scopo di questo laboratorio sarà instradare i partecipanti alluso delle risorse informatiche dedicate allantichità classica, mettendoli in condizione di valutarne lattendibilità e leffettiva utilità, in modo da non smarrirsi e incorrere negli effetti collaterali di quella che potrebbe definirsi una labirintite culturale. Laspetto più importante e originale del corso sarà costituito dalla diretta partecipazione degli studenti alla navigazione on-line: essi, con forme di lavoro cooperativo e propositivo, acquisiranno esperienza nelluso pratico di strumenti di ricerca on-line quali le biblioteche digitali, le biblioteche tradizionali on-line, le riviste elettroniche, gli strumenti di ricerca bibliografica on-line. Durante questa navigazione che intraprenderò con gli studenti, saranno proprio loro a tracciare le mappe degli itinerari da percorrere e a prefissare le mete da raggiungere, mentre a me spetterà il compito di evitare che la nave debordi e perda, per così dire, la rotta. Il prodotto finale del progetto sarà la realizzazione di un database contenente i percorsi di ricerca multimediali condotti dagli studenti con lo scopo di approfondire particolari aspetti della tradizione classica e cristiana rapportabili al presente. Interrogare e interpretare i classici nel segno della continuità e attraverso i nuovi media servirà a consolidare il rapporto tra eredità classica e nuove forme di sapere, e a rendere ancor più vivo e attuale il dialogo tra tempo presente e testi scritti in un passato remoto, ma inseparabilmente legati alla nostra storia. Un cordiale saluto e buona navigazione a tutti!
Maria Rosaria Petringa
L’idea del laboratorio nasce dall’esigenza di introdurre gli studenti a una maggiore familiarità con il libro oggetto e con le sue diverse parti, che sono il risultato di determinati processi editoriali e svolgono precise funzioni comunicative. Le prime lezioni avranno quindi un carattere teorico-seminariale, relativo appunto agli aspetti di pratica editoriale (sono previsti degli incontri con professionisti dell’editoria locale e nazionale); la parte più importante del corso sarà invece dedicata alle esercitazioni pratiche sulla produzione degli apparati funzionali che in genere costituiscono il libro. In questa fase i partecipanti acquisiranno competenze che potranno riutilizzare anche per qualunque testo scritto debbano produrre nel corso della loro carriera universitaria e oltre (tesine, tesi di laurea ecc.). Il lavoro, pertanto, verrà sviluppato per fasi successive nel corso delle esercitazioni, a partire da tipi di testo proposti da me o dagli stessi studenti.
Giovanna Lombardo
L’idea del laboratorio nasce dalla volontà di fornire agli studenti indicazioni sulle potenzialità di applicazione dei nuovi sistemi di rappresentazione del territorio. La rappresentazione è una categoria fondante delle strutture comunicative; lavorare sul modo di riprodurre, schematizzare o trasformare in icone i paesaggi può fornire spunti notevoli per tutti i tipi di comunicazione visuale. I modelli di rappresentazione hanno creato inoltre uno specifico spazio di progettazione che ormai modella direttamente il territorio. Nel complesso si tratta di campi di specializzazione che potranno offrire ampi margini di azione a chi lavora nel campo delle Scienze della Comunicazione il laboratorio dovrebbe introdurre a queste tematiche. Il corso prevede la realizzazione di un elaborato collettivo finale su un tema connesso alla rappresentazione del territorio, a tale scopo è prevista l’interazione con altri laboratori. Un laboratorio di questo tipo potrebbe essere finalizzato ad esempio alla realizzazione di una mostra virtuale da pubblicare su web. Il laboratorio tratterà anche di problemi tecnici, ma sarà incentrato soprattutto sull’elaborazione concettuale, vorrei che gli studenti ricevessero stimoli per elaborare idee o ipotizzare percorsi di specializzazione. Le tipologie di rappresentazione spaziano infatti dalla videoarte alla progettazione grafica, si tratta di una molteplicità di visioni che potrebbe dare vita nelle scelte degli studenti a percorsi differenti anche solo per l’elaborato finale.
Salvo Torre
Il laboratorio che curo assieme all’attore, regista e scrittore Alessandro Ferrari nasce da una passione comune per la letteratura e per il cinema gotico delle origini. Convinti di interessare ed attrarre gli studenti e le studentesse con un argomento non sempre approfondito nei vari corsi (e percorsi) universitari, ci siamo posti l’obiettivo di far conoscere un “genere che non è un genere” attraverso un’analisi divertente, interessante e “curiosa” (nel senso di divergente) degli autori e delle opere più significative. Parlando di letteratura, Alessandro Ferrari interpreterà alcuni passaggi; parlando di teatro, gli studenti conosceranno le tecniche e le strategie usate dagli attori, oggi ormai miti, che hanno interpretato il gotico e il fantastico sulla scena, sul set e sulla vita; parlando di cinema, verranno proiettati i primi capolavori del genere.
Loredana Trovato
A parte il desiderio di proseguire sulla strada aperta lo scorso anno con Fra giallo e noir (il laboratorio sulla detective story di Poe e il cinema di Hitchcock che ho condotto in collaborazione con Rosario Lizzio), lidea di proporre agli studenti un workshop sulla Science-Fiction nasce da un progetto di ricognizione dei generi della cosiddetta Triviallitteratur la scrittura di consumo, popolare, di matrice pulp in una prospettiva diversa da quella tipicamente socio-letteraria. In breve, il laboratorio propone una serie di attività che, a partire da testi noti e spesso prevedibili come certi telefilm o certi fumetti di genere, proveranno a mettere in evidenza genealogie e spunti di riflessione meno banali. Dai miti platonici alle domande su scienza, tecnocrazia e controllo globale, infatti, la prosa di Philip Dick e le scritture cyberpunk ma anche quella cinematografia hollywoodiana che da Blade Runner a Matrix ad esse si ispira presentano in forma intelligentemente problematica questioni che sono in larga parte gli interrogativi del nostro presente. Come ogni attività di questo genere, il workshop sarà produttivo.
Io e Carmelo Tramontana abbiamo in mente un prodotto multimediale affidato a un supporto digitale (una presentazione su Power Point, un file html, un video, un testo verbo-visivo, una colonna sonora…) che in rete o su cd/dvd dia conto dellesperienza maturata, individualmente o in gruppo, dai partecipanti. La capacità di costruire un percorso di lavoro a mano a mano che procede il confronto con gli esperti in questo caso, di sicuro, più Carmelo che me , lesperienza del lavoro di gruppo, la sperimentazione con i new media e, last but not least, linteresse (se prima non cera!) per la sci-fi. Lo spirito del laboratorio è infatti quello di una elaborazione guidata che si arricchisce dopo ogni incontro e, di assignement in assignement (come la visione di un film, la lettura di un racconto o una ricerca telematica o in biblioteca) evolve e prende forma nel corso del tempo.
Salvatore Marano
Il Lab di “lettura, analisi ed interpretazione dell’organizzazione territoriale”, è un’esperienza nel campo dello studio territoriale già consolidata. Infatti, il Lab viene riproposto da circa quattro anni, e prima era presente all’interno delle discipline geografiche come modulo integrativo dello studio disciplinare.
L’idea del Lab è nata dall’esigenza, che è propria dello studio geografico, di leggere fatti ed eventi incorporati nel territorio, ricavandone una visione relazionale e sistemica.
Il Lab, desidero ricordare, consiste in un’escursione di studio che permette dal vivo l’analisi e l’interpretazione del territorio attraversato, nonchè la riflessione culturale su tali fatti. Pertanto esso fornisce illustrazioni empiriche e teoriche sull’organizzazione territoriale.
Lo studente che si presenta ad un esame di geografia, già ha al proprio attivo un rapporto diretto col territorio che gli fornisce prerequisiti di tipo localizzativo e cartografico.
Il Lab è concepito in modo tale da sollecitare attenzione e partecipazione dello studente e prevede prove in itinere.
Il corso mira a far comprendere le logiche più o meno visibili correlate ai processi economici e sociali, che determinano l’organizzazione dello spazio e le sue articolazioni funzionali.
Attraverso gli anni si è verificato che questo tipo di Lab appassiona gli studenti ai primi anni degli studi universitari. Fra i tanti interessi che vengono sollecitati ed apprezzati dagli studenti, uno sembra prevalere sugli altri: leggere i fenomeni spaziali attraverso le curiosità provocate nel libero attraversamento dell’itinerario percorso. Sotto questa luce la risposta formativa sembra discendere in modo quasi naturale.
Come si pùò evincere il Lab esce dal normale canone della lezione frontale; si verifica, infatti, un incontro docente-studente sulla base di curiosità e risposte formative.
Questo Lab si articola in due escursioni a diversa scala regionale; entrambe avranno una progettazione e una presentazione ufficiale, dove verranno esposti tempi, modi, temi ed itinerari.
Grazia Arena
L’idea del Medialab “I suoni della città” nasce innanzitutto come esigenza divulgativa di alcuni metodi di ricerca che da qualche anno sto sviluppando nel campo dei “Soundscape studies”, studi sul paesaggio sonoro, principalmente con l’associazione SSRG-onlus (Sicilian Soundscape Research Group, www.ssrg.it). Si tratta di un terreno di confine tra diverse metodologie che vanno dall’approccio etnomusicologico delle ricerche e registrazioni sul campo, all’antropologia, all’architettura e urbanistica, alla musica sperimentale. Il laboratorio si propone di dare agli interessati la possibilità di affrontare il tema del suono in ambiente urbano da un punto di vista della complessità delle sue componenti. Se la città si può leggere come un insieme di segni, ed ogni elemento nella città può essere visto come un segno all’interno di un sistema che ne stabilisce il significato pratico e comunicativo, che ruolo hanno all’interno di questo sistema i segni sonori, e in che modo i suoni della città ci parlano della città stessa? Credo che ad alcune di queste domande si possa dare una risposta andando a scoprire alcune caratteristiche proprie delle manifestazioni acustiche e sonore della città, andandone a definire alcuni confini spazio temporali, tentandone una mappa fenomenologica e un’interpretazione condivisibile.
Gli “elaborati” saranno realizzati nella forma di tre trasmissioni radiofoniche, in quanto la radio è il mezzo per eccellenza che, sia da un punto di vista storico che nella realtà attuale, privilegia la fruizione acustica piuttosto che altri tipi di fruizione (visiva o multimediale). Le trasmissioni parleranno della città attraverso i suoni che registreremo, che analizzeremo e ai quali, con le nostre voci e i nostri pensieri cercheremo di dare una valore semantico all’interno di quel vasto sistema di segni che è la città contemporanea.
L’aspetto più importante consiste nel mettere in atto, nello spazio di pochi incontri, un approccio metodologico diversificato (che può spaziare dalle riprese audio in diversi punti della città, alle misurazioni fonometriche, alle interviste alla popolazione, all’osservazione comportamentale, al conteggio dei veicoli in un preciso punto ed intervallo temporale….) che si mostri produttivo in termini euristici rispetto agli obiettivi proposti. In altre parole la possibilità di entrare in contatto con l’aspetto acustico della città sotto le sue svariate forme per mostrarne le sue caratteristiche, i suoi punti critici, le sue potenzialità.
Agli studenti il laboratorio lascerà un background pratico di ricerca sul campo, alcune competenze di base su come si imposta una trasmissione radiofonica tematica, su come si realizzano dei field recordings, alcuni principi base di tecnica ed estetica delle “soundscape composition”, e in generale, mi auguro , una acuita sensibilità rispetto al tema del suono che ci circonda nel mondo in cui viviamo, di cui siamo al contempo autori, spettatori, interpreti ed esecutori.
Stefano Zorzanello
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