La kryptonite ha di nuovo sconfitto Superman. Considerato che è praticamente impossibile spiegare tecnicamente i risultati delle partite tra Nadal e Federer forse vale la pena affidarsi ad altre interpretazioni. La più gettonata è quella psicologica. Appena lo svizzero vede dall’altra parte il mancino di Manacor comincia a ricordare un’infanzia infelice, un bimbo che a 7 anni gli rubava la figurine e via freudiando. Un’altra spiegazione sarebbe quella fisica. Troppo più rapido, troppo più resistente, troppo più potente il maiorchino per non venir fuori alla distanza. Gli esperti dal sopracciglio abbassato sentenziano sul match-up che sfavorirebbe lo svizzero. Come che sia, ieri abbiamo visto l’ennesima riedizione del solito canovaccio. Federer che parte fortissimo, vince il primo set e poi viene visitato dai suoi fantasmi. La percentuale di prime comincia a calare, il dritto non viaggia più, tutto il piano tattico lungamente preparato alla vigilia e che gli aveva permesso di sconfiggere senza problemi lo spagnolo al master diventa un pallido ricordo. Anche stavolta dunque, Federer era uscito dai blocchi come un fulmine, andando rapidamente sul 3-0. Ma un paio di giochi dopo, Nadal aveva già preso le proprie contromisure e raggiungeva l’avversario sul 4 pari. Federer riusciva a tenere fino al tiebreak, che si decideva su un solo punto di minibreak a favore dello svizzero. Il secondo set cominciava come il primo con Federer che strappava il servizio a zero all’avversario, per regalare immediatamente il controbreak. Lì, come mille e mille volte, la luce si spegneva. Lo svizzero riusciva a far partita pari fino al 3-2, mancava l’occasione per fare il secondo break e spariva dal campo. Ma lo sciupìo dello svizzero era lungi dall’essere concluso. Salvatosi da una specie di baratro nel primo game del terzo, grazie al servizio, Federer strappava la battuta nel settimo game. Puntuale, la ricedeva nel gioco successivo. Ma è il tiebreak del terzo che può dare la misura di come le partite tra i due assumono connotati extratennistici. Nadal in un amen vola sul 6-1 con cinque set point a disposizione. Federer, del tutto libero da pensieri, lo aggredisce e in meno di un minuto si porta sul 5-6, Non appena intravede la possibilità di rientrare in partita, naturalmente cede il punto, il tiebreak, il set e, a questo punto, la partita. Nel quarto è già andata bene che sia riuscito a evitare il crollo, ma un solo break nel nono gioco è stato sufficiente per chiudere il match. Si, l’unica spiegazione valida è la kryptonite, che però non sarà sufficiente al maiorchino per vincere domenica il torneo.
C’erano state due discrete semifinali nel pomeriggio di Melbourne, concluse secondo pronostico. La Azarenka alla fine ha sconfitto la Clijsters e le sue preoccupazioni chiudendo al terzo una partita che si era improvvisamente complicata. La belga ha dichiarato che questa è la sua ultima apparizione a Melbourne ma c’è da fidarsi solo fino ad un certo punto. La rivincita è invece riuscita ad ottenerla la russa Sharapova che ha vendicato la finale di Wimbledon superando la Kvitova in tre combattutissimi set e nonostante i soliti problemi al servizio. Giusto fare i complimenti alla sibereiana ma, come già segnalato ieri, la Kvitova deve stare più attenta alla dieta se vuole aspirare seriamente ad essere la dominatrice del circuito.
Mancano tre partite alla concusione di un torneo fin qui non particolarmente esaltante, le due finali e l’altra semifinale maschile che verrà giocata domani tra Djokovic e Murray. Salvo un’ulteriore resurrezione del serbo, Murray può giocarsi le sue carte, magari saranno quelle buone per arrivare a vincere il suo primo slam.
Risultati: Semifinale maschile Nadal b. Federer 6/7 (5) 6/2 7/6 (5) 6/4. Semifinali femminili: Azarenka b. Clijsters 6/3 1/6 6/3; Sharapova b. Kvitova 6/2 3/6 6/4.
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