I Bronzi di Riace? E’ bene che restino a Reggio Calabria. Milano e il suo Expo non hanno bisogno dell’arte ‘terronia’ del Sud

A VITTORIO SGARBI, CHE VORREBBE TRASFERIRE TRA I MENEGHINI LE TESTIMONIANZE CULTURALI DEL MERIDIONE, DICIAMO: CONTINUI AD OCCUPARSI DELLE COSE DI CUI SI E’ OCCUPATO FINORA, E LASCI PERDERE LE COSE SERIE

Sulla sterile polemica agostana sulla presenza o meno dei Bronzi di Riace all’Expo di Milano pensiamo di dire qualcosa che – lo sappiamo bene – rassomiglia molto al paradosso.

Mettiamo il caso che l’Expo avesse luogo a Reggio Calabria e che i curatori del suo allestimento volessero che, dal Duomo di Milano, venisse trasferito a Reggio la “Madunnina”. Provate ad immaginare i commenti dei milanesi e dei settentrionali tutti: “Ma cosa vogliono questi terroni”, “Vadano a lavorare, piuttosto”, “ La Madunnina e dei milanesi e non si tocca”.

Questi sarebbero di certo i commenti più riferibili e bonari. Per costoro la cultura della Magna Grecia è roba da terzo mondo, da terroni che sono rimasti all’epoca dell’a.C. (avanti Cristo).

Se, invece, si tenta di spostare a Milano i delicatissimi reperti storici della Magna Grecia – parliamo dei celebri Bronzi di Riace – che con la cultura e la tradizione meneghina non hanno nulla a che spartire, si monta una gran polemica e si taccia di campanilismo la più che motivata resistenza dei calabresi a tale operazione. Resistenze che vengono non da opinionisti occasionali, né da politici che vogliono ‘farsi belli’ davanti ai loro concittadini o corregionali, ma da professionisti titolati a stimare con competenza se il trasporto dei due capolavori dell’arte della Magna Grecia siano o no trasportabili senza rischi per la loro fragile incolumità.

Nel caso specifico la sovrintendente ai beni archeologici che è pagata proprio per salvaguardare e curare i beni a lei affidati.

Per quanto ci è dato di esprimere la nostra opinione diciamo “Brava” alla dottoressa Simonetta Bonomi, sovrintendente per la Calabria dei Beni Archeologici, per il fatto che compie con serietà e compostezza il suo delicato lavoro: “Ancora brava”.

Quanto al solito Vittorio Sgarbi – favorevole invece al trasferimento a Milano dei Bronzi di Riace, diciamo: continui ad occuparsi delle cose di cui si è occupato fino ad oggi, e lasci perdere le cose serie!

Lo diciamo a ragion veduta, sulla scorta delle esperienze che, a proposito di beni archeologici che vanno in giro per il mondo, in Sicilia gli errori che si sono commessi e continuano a commettersi sono enormi. Dalla vicenda della Dea di Morgantina, acquisita attraverso il mercato criminale del traffico di opere d’arte trafugate da miserabili ‘tombaroli’ ed esposta per anni al Paul Getty museum di Malibù (Los Angeles), all’altra relativa al Satiro danzante che, proprio perché va in giro per il mondo, chi si reca sino a Mazara del Vallo per vederlo se ne può tornare tranquillamente a casa perché ha fatto un viaggio inutile e, se gli va bene, avrà fatto una bella mangiata di pesce.

Per non parlare del rocambolesco invio in estremo Oriente di altra testimonianza archeologica, che per recuperarla è dovuto intervenire dopo qualche anno il ministero dei Beni culturali, in quanto la Regione siciliana, che ne aveva autorizzato il trasferimento, non era in grado di farla tornare a Palermo.

Sull’Expo preferiamo non intervenire, perché dell’esito della manifestazione è meglio fare parlare i fatti, mentre sulla sua origine, sulle lotte intestine tra chi doveva occuparsene e sull’andamento della sua realizzazione ci atteniamo ai dati di cronaca, ormai nera e giudiziaria.

Per concludere e sempre in tema di paradossi, ci piacerebbe che il Sindaco di Palermo, in occasione del prossimo Festino, facesse trasferire, parigini permettendo, al museo Salinas la Gioconda, opera d’arte italiana, attualmente esposta al Louvre. Saremmo pure disposti a pagare doppio il biglietto d’ingresso…

Foto tratta da jacopofo.com

Riccardo Gueci

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