Hotel Patria, studenti ancora in presidio  Protesta continua: sit-in davanti all’Ersu

Continua il presidio degli studenti all’Hotel Patria, che cercano così di dare risposte ai 600 studenti che pur avendone diritto sono rimasti fuori dalla graduatorie, quindi senza un tetto sulla testa per poter studiare. Tutto questo nonostante medie altissime e avendo dato tutte le materie dell’anno in corso. «Siamo ancora in presidio – afferma Youssef Amroui, rappresentate del Comitato spontaneo di mobilitazione studentesca – organizziamo seminari di continuo e la prossima settimana abbiamo in programma di partire con dei workshop organizzati in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti, che abbiamo chiamato pillole di cultura. Sono curati direttamente dai professori dell’Accademia dove i corsi cominceranno da gennaio dopo che hanno tolto ai docenti la possibilità dei contratti Co.co.co. Faremo questa iniziativa insieme a loro per dare la nostra solidarietà». 

Qualche speranza sul fronte dei finanziamenti arriva dall’aumento di 31 milioni del fondo integrativo statale (Fis) destinato a coprire le borse di studio, disposto dal governo nazionale. Un fondo aumentato l’ultima volta nel 2017 dal governo Gentiloni, cosa che allora aveva comportato un aumento delle borse di studio.Adesso gli studenti si aspettano che la Regione siciliana, oltre a promettere di intervenire, faccia la propria parte in modo concreto per garantire il diritto allo studio. «Oggi si tiene la prima seduta del nuovo Cda Ersu – aggiunge Amroui –  e per tenere alta l’attenzione sulla questione abbiamo fatto un sit-in là di fronte». Alla seduta inaugurale del Cda parteciperà anche l’assessore regionale all’Istruzione Roberto Lagalla. «Siamo arrabbiati, ci è passato davanti senza considerarci – aggiunge Amroui – Avevamo chiesto all’assessore di venire all’Hotel Patria ma lui voleva incontrarci in assessorato. Gli abbiamo risposto che non vogliamo vederci nei palazzi ma negli studentati, per far toccare con mano all’assessore la situazione in cui vivono gli studenti, per sollecitare ulteriormente l’intervento della Regione». 

Gli studenti vogliono dimostrare così che, come hanno annunciato fin dall’inizio della protesta, quando sono andati a dormire nelle tende, non si fermeranno. «Chiediamo risposte concrete per quei 600 ragazzi che aspettano di avere un posto letto – conclude il rappresentante –  Risposte concrete che per noi sono gli indirizzi dei B&B dove poter alloggiare o degli appartamenti da affittare. Ci aspettiamo che anche la Regione faccia la sua parte dopo l’aumento del Fis, al 100 per cento ci si può arrivare. I workshop dell’Accademia sono dedicate a chi vorrà partecipare ma sono soprattutto  un simbolo del fatto che studenti e docenti non si faranno fermare dagli ostacoli amministrativi e burocratici. Ci riprendiamo gli spazi e allo stesso tempo, all’occorrenza, superiamo le mediazioni scavalcando anche l’istituzione, se necessario». 

Stefania Brusca

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