A Palermo, Fabio Sodano, ha aperto 5 cinque grandi ristoranti-pizzerie, con il marchio mondiale FLB e Vulkania, dando lavoro a 167 dipendenti. La sua vita è cambiata quando ha deciso di denunciare i suoi estorsori, contribuendo a far condannare boss del gotha di Cosa nostra palermitana come Luigi Abbate detto Gino u mitra, Giulio Caporrimo, Giuseppe Arduino, longa manus dei Graviano di Branaccio.
Come racconta all’Ansa, ora Sodano, 53 anni, sta subendo una procedura fallimentare, con la chiusura di tre locali, che potrebbe contagiare anche altre due società che gestiscono le pizzerie «Non mi sento eroe – dice – ma solo un cittadino che ha fatto il proprio dovere. Dopo le richieste estorsive, le denunce, i processi con le condanne dei mafiosi attorno alle pizzerie si è creata terra bruciata che ha inciso sulla gestione più della crisi economica che ha colpito tutti. Ora voglio salvare i due ristoranti e i dipendenti».
A seguito delle sue denunce e dei processi che ne sono scaturiti, ci sono state diverse condanne le vittime parti civili sono state risarcite. Le società di Sodano usufruiscono dei benefici della legge 44/99 in favore delle vittime di estorsioni e usura. Ora dopo la chiusura di tre società e dei locali che gestivano, l’imprenditore teme per le altre due società e dei ristoranti rimasti aperti. In una nota al curatore fallimentare Sodano ricostruendo il percorso imprenditoriale in Sicilia afferma che ”il programma particolarmente studiato nei minimi dettagli venne accolto inizialmente con fervore ma fu seguito a distanza di 14-15 mesi da una serie di richieste estorsive da parte della criminalità organizzata. Venne a determinarsi uno sconvolgimento totale dei programmi prestabiliti che finirono col determinare un continuo e costante logoramento delle aziende”.
«Io non sono in grado – continua Sodano – di poter valutare le ragioni per le quali il programma da me predisposto è andato a farsi benedire so solo che la mafia ha vinto la sua battaglia ancora una volta nei confronti di chi ha avuto il coraggio di affrontarla a rischio della propria vita in difesa e nel rispetto dei valori sociali». Secondo il legale Vincenzo Fallica «Il disordine contabile nelle società non è determinato da avvenimenti addebitabili all’ amministratore, ma – dice all’Ansa – ad altre ragioni: questa non è una comune vicenda di procedura fallimentare, ma una storia che va inserita nelle pagine della nostra triste letteratura giudiziaria contaminata dall’ imperversare dell’attività criminale e mafiosa di cui purtroppo è colpita Palermo».
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