Guardatevi dagli orologi e dichiaratevi poveri

La presa di coscienza del divenire soggetti sociali diminuiti è in crescente aumento.
Tutto diminuisce, ad iniziare dal potere d’acquisto, sottoposto quotidianamente a cure dimagranti dal prezzo dei beni di consumo.
In controcorrente, dunque, i prezzi non diminuiscono, in sintonia con l’aumento a dismisura delle società finanziarie che offrono finanziamenti per tutte le esigenze dei diminuiti, i quali, talvolta oberati da tanti prestiti e molte rate, per eliminarli possono chiedere un ulteriore finanziamento per pagare un’unica rata e ritrovarsi dentro scatole cinesi in forma di prestito.
La dilatata sensazione di avere un look sbiadito, di non essere in grado di esibire ai compagni di lavoro degni ricordi di viaggi estivi, di non possedere un’automobile che riflette in modo consono la propria posizione sociale, il percepirsi diminuiti, per l’appunto, trova un naturale soccorso nella società finanziaria che è l’equivalente di un’agenzia di ortopedia sociale per i diminuiti, incapaci, per esempio, di pagarsi una vacanza all’estero e che si ritrovano, poi, detenuti agli arresti domiciliari per sette giorni, limitando al minimo i propri rumori corporali così che i vicini non scoprano l’azione truffaldina del vicino spacciatore di viaggi falsi.
Per altro verso, risulta oltremodo difficile al diminuito l’attuazione di differenti strategie di consumo dalle quali dipende il mantenimento della sua rete di relazioni sociali in una società in cui si registra, sempre più, la contrazione dei rapporti comunitari che discende dal razionalismo economico e che ha, per altro, invaso il linguaggio pubblico a tal punto che l’approccio alla soluzione dei problemi è generalmente quello di trovare la migliore per il cliente.
Il dialetto imprenditoriale, oggi, è la lingua più parlata e, perfino, utilizzata nelle riunioni condominiali o in quelle di enti assistenziali che cercano di fornire soluzioni migliori per i loro clienti.
In tale contesto socio-economico ecco, quindi, emergere l’affanno del ricorso patologico a tutti i mezzi estremi per, quantomeno, conservare la propria posizione sociale e per arginare il pericolo di essere rigettati nelle nuove forme di povertà sociale.
Forme le cui sembianze oggi si presentano, non appena varcata la soglia della propria abitazione, con la maschera di volantino pubblicitario di società finanziarie che concedono prestiti pure ad ultranovantenni, a pluriprotestati, tramite la cessione del quinto dello stipendio o di volantino che annuncia la cessazione di attività commerciali con conseguente vendita a prezzi strabilianti della merce esistente in magazzino da pagare con rate a partire dall’anno a venire a tasso zero.
E con l’ansia tutta moderna di precipitare nel fallimento, di essere trasformati in scarti umani, di perdere la faccia ed annegare nel mare della solitudine tipicamente metropolitana.
Sembrerà un paradosso, ma ci si trova in una condizione sociale analoga a quelle delle donne dominate dall’ossessione cosmetica di riparare il corpo dall’usura temporale e che nella vecchiaia sono condannate ad una morte simbolica nel momento in cui non possono più ripristinare nemmeno l’apparenza della gioventù.
Allora, ai molti diminuiti sarebbe utile compiere un’operazione di outing sociale : dichiararsi poveri ed infischiarsene del proprio sé sociale.
E’ vero, come scriveva Emile Durkheime, la società è Dio, ma è anche vero che si può fare a meno di avere un orologio.
Guardatevi attorno, sono anche troppi.

 

Sergio Toscano

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