Cronaca

Gruppo Wagner, la serie in streaming / L’asso di mazze

Binge Prigozhin. È questo che è successo e che sta ancora succedendo. Abbiamo guardato la rivolta del gruppo Wagner contro Putin come se si trattasse di una serie, e anche ben fatta. E te credo, era reale! Ma è proprio la realtà di tutta la faccenda che sembra essere venuta meno. Se n’è discusso e se ne continua a discutere come se si trattasse di una fiction, un mistery, un thriller, una spy story, un x files, un fantapolitico. Ogni spettatore ha avuto e continua ad avere i suoi simpatici e i suoi antipatici, i suoi eroi e le loro nemesi, ogni spettatore con una sua teoria da esporre agli altri spettatori che stanno seguendo la stessa serie con lo stesso stato d’animo.

È stata è continua ad essere una cornucopia di «secondo me« e di «ve l’avevo detto», di «sembra così ma in realtà» e di «vedrai adesso». Siamo oltre l’ultima stagione di Black Mirror: le piattaforme non sono entrate soltanto nelle nostre vite ma nelle nostre menti. Ragioniamo seguendo ipotesi di sceneggiature, non ipotesi di vita reale (che, come si dovrebbe sapere, non è così matematicamente strutturata). Non c’è sangue e putrefazione e sangue e merda, non ci sono cervelli spappolati sui muri e odore di corpi carbonizzati. Non ci sono orfani e vedove, non ci sono genitori piegati sui propri figli, non ci sono “Pietà”.

C’è il rullo di informazioni attraverso il quale cerchiamo di farci una nostra opinione con la speranza e a volte la certezza di essere più intelligenti degli altri. Siamo investigatori del mondo con notizie di seconda mano (tutte le notizie sono di seconda mano poiché, appunto, mediate dal linguaggio, dagli interessi, dalle intenzioni, ultimamente anche dagli algoritmi). Più che commenti mi è sembrato di sentire cortile, gossip, mi è sembrato di sentire l’atteggiamento di chi parla di cose lontane e leggere e che in qualche maniera non ci possono toccare, mi è sembrato di assistere a un divertissemet, a un entertainment. È come se avessimo perso il corpo, o la capacità di realizzare che un corpo, in qualche maniera, è al contempo tutti i corpi. Abbiamo carne solitaria e mente connessa, in luogo di altere e silenti intelligenze e compassione della carne. La vita è finita. Resta soltanto lo streaming.

Ottavio Cappellani

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