Grosso Grasso Matrimonio all’Italiana

A breve o a lungo termine che sia, il matrimonio oggi è diventato più che mai un investimento. Le statistiche a riguardo sono piuttosto contraddittorie. Da un lato, il tasso di divorzi all’italiana è aumentato cospicuamente nell’ultimo decennio, tanto che quasi la metà dei coniugi corre, dopo qualche anno di matrimonio, a rimpinguare le tasche di sempre più esperti e ricchi avvocati divorzisti. Dall’altro, strano, ma vero, in Italia ci si sposa di più rispetto agli anni passati e questo fa certamente piacere a commercianti e ristoratori del settore. I matrimoni vip degli ultimi anni, hanno invogliato anche i più scettici a compiere il grande passo. Allora, sia che la cerimonia nuziale si celebri in chiesa o al municipio, moderni promessi sposi e rispettive famiglie preparano febbrilmente l’evento con un occhio alla tradizione e con un cannocchiale puntato sulle ultime mode matrimoniali. Affinché il grande giorno sia davvero indimenticabile, non si bada certo a spese. Tuttavia, presi nel vortice dei preparativi nuziali, gli sposi moderni non di rado esagerano! Alcuni Renzo e Lucia dei nostri giorni pensano bene (secondo loro) di informare l’intera cittadinanza della loro imminente unione, tappezzando la città con manifestini dove campeggia quasi sempre la stessa foto, ovviamente con diversi soggetti, della coppia felice che sorride abbracciata e beota, scusate “beata”. Peccato che spesso e volentieri sia i pali dell’elettricità sia i cestini pubblici non vengano risparmiati dall’affissione, il che ci dovrebbe condurre ad una seria riflessione sulle sorti del matrimonio in questione. Sorvoliamo pure sulle liste nozze, piene degli ultimi strumenti hi-tech sul mercato, che quando i due novelli sposi avranno finalmente imparato ad usare, saranno ormai stati soppiantati da altre novità tecnologiche. Che dire, però, delle famigerate tavole dei regali, tradizione resistita al tempo, dove (ahinoi!) ancora qualcuno orgogliosamente espone i ventagli di banconote… non si può certo dire che non diano un folkloristico tocco di colore alla tavola, specialmente per il verde speranza dei cento euro! Veniamo agli abiti per la sposa e lo sposo. Quest’ultimo si farà come sempre influenzare dai consigli di mammà, senza per questo rinunciare a un tocco di vanità, e credendosi un calciatore di notevole altezza e corporatura, sceglierà un tight, le cui code, vista la sua reale altezza di poco superiore al metro e settanta, gli ricadranno inesorabilmente sui polpacci, conferendogli un’aria da pinguino. Il tutto verrà coronato da un cilindro stile retrò, soprattutto se sotto il cappello non c’è più quasi niente. Il povero sposo, abbigliato a quel modo, guardandosi allo specchio, si chiederà come mai al manichino che indossava l’abito in negozio lo stesso completo stava divinamente. E la sposa? Dopo mesi di diete e digiuni forzati, neanche fosse un monaco buddista, crederà di essere giunta vittoriosa al traguardo tanto desiderato, il suo Nirvana: indossare lo stesso vestito che portava Jennifer Lopez, piuttosto che qualche altra star, al suo ultimo matrimonio o in quel tal film. Di sicuro, le uniche star che vede quando si ammira allo specchio sono le stelle dovute alla troppa fame. L’effetto, poi, non è quello sperato. Frustrata, la sposina si rende conto che per quante rinunce alimentari abbia fatto negli ultimi mesi, non ha affatto preso, come per magia, le sembianze della diva a cui voleva tanto assomigliare, ma non lo ammetterebbe mai a sé stessa e così nella sua mente prende forma il sospetto che al negozio gli abbiano segretamente sostituito l’abito da sposa prima della sua ultima prova e che qualcuno stia tramando alle sue spalle per rovinare il giorno più bello della sua vita. La tragedia della sposa affamata non finisce qui. Tollererà stoicamente i crampi da fame per le foto di rito del dopo cerimonia, ma è alla sala ricevimenti che verrà messa a dura prova il suo istinto di sopravvivenza. Infatti, dinanzi alle portate luculliane del banchetto di nozze, la sposa dovrà, secondo il galateo, sforzarsi di centellinare a piccoli morsi le pietanze che le verranno servite, come se avesse appena mangiato, ma basterà avvicinarsi per leggerle negli occhi il suo dramma intimo.
All’elenco delle esagerazioni nuziali è d’obbligo aggiungerne alcune. C’è la moda di sostituire il classico bouquet con cornucopie di fiori a cascata, necessarie soprattutto per nascondere gravidanze, o bouquet di spezie e ortaggi vari, tra cui quello con teste d’aglio e peperoncini, da maneggiare con cura perché se accidentalmente si portano le mani agli occhi, le lacrime non saranno proprio di gioia! Sconsigliabile anche lanciare entrambi i tipi di bouquet perché nel primo caso si rischia di provocare contusioni e nel secondo caso nessuna donna intelligente lo acchiapperebbe!
Inoltre, sarebbe meglio evitare manifestazioni irrefrenabili di gioia, tipo quelle in “Il mio grosso grasso matrimonio greco”, quali ad esempio:botti e tricchettracche all’uscita degli sposi dalla chiesa che ricordano subito le feste patronali o il tifo da stadio, tavolate con tarallucci e vino con tanto di sposi danzanti sui tavoli nel sagrato della chiesa, mascherate in costume d’epoca settecentesca con tanto di carrozze trainate da ben 6 cavalli bianchi che rimandano al set di Elisa di Rivombrosa.
Una breve parentesi sugli invitati. C’è sempre quella dama eccentrica che a volte è una delle suocere o una delle testimoni che indossa il solito cappello a falde larghe per risaltare sugli altri invitati. C’è ancora il momento tragico in cui la telecamera del fotografo, seguendo il giro degli sposi tra i tavoli, spietatamente si soffermerà sull’invitato di turno mentre mangia e immancabilmente dovrà fare le congratulazioni rituali agli sposi, non esiste scena di maggior imbarazzo. Infine, gli invitati daranno il peggio di sé stessi facendo incetta (a volte scatenando delle risse) dei centrotavola floreali.
Prima di lasciare la sala gli sposi distribuiranno, come tradizione vuole, le famigerate bomboniere. L’invitato si congederà dagli sposi accettando con falso entusiasmo la scatolina, consapevole del suo contenuto. Sì perché, inesorabilmente la scatola conterrà il solito oggettino d’argento o vetro soffiato o capo di monte o pasta di sale. Di qualsiasi materia sia forgiato è pur sempre un soprammobile insulso e inutile che nella migliore delle ipotesi finirà a far compagnia a tutti i suoi simili sul tavolinetto del salotto.
Il viaggio di nozze degli sposini novelli sarà motivo di vanto per i rispettivi suoceri. Nel migliore dei casi diranno: “Sapete, sono andati in luna di miele su un atollo della Micronesia!” oppure “Passano due settimane alle Seiscelle!” o peggio ancora “Sono in viaggio di nozze lontano… sai dove vivono quelli scuri che portano le collane di fiori e ballano sempre mezzi nudi? Come si chiama… non me lo ricordo mai quel nome strano… insomma sono lontani!” Ecco la parola-chiave è “lontano” perché questo termine è tutto e fa una grande impressione su chi ascolta! Nella maggior parte dei casi, gli sposi tornati dal “viaggetto” avranno più o meno la stessa consapevolezza di dove hanno passato la loro luna di miele e ripeteranno a chi osa chiederglielo la stessa parola-chiave “lontano”.
Per chi è rimasto a casa, parenti e amici vari, c’è ancora l’invito post-nozze dei novelli sposi a visionare le foto e il filmino del matrimonio e non c’è nulla di più noioso, specialmente se si è già preso parte al giorno del fatidico sì. E’ atroce rivedere le tue espressioni da ebete o le foto con gli occhi chiusi in cui sei stato immortalato per sempre e che tutti quelli che le vedranno, negli anni a venire, commenteranno sarcasticamente. E soprattutto vorresti uccidere l’avido fotografo che le ha lasciate nel servizio fotografico, con la scusa che sono pur sempre espressioni naturali!
Un tempo si diceva “ci si sposa una volta sola!”, ma questo allo stato attuale delle cose, purtroppo non è più vero. Sono, infatti aumentati i divorzi e non c’è niente di più deprimente per sposi e rispettivi familiari, che dover pagare il divorzio quando ancora non si è finito di saldare i conti del matrimonio.
Il vero matrimonio non si limita al giorno delle nozze, ma inizia proprio con il giorno del sì. Per fortuna una luce di speranza oggi è rappresentata da quei pochi anticonformisti che decidono per una cerimonia sobria, rinunciando alla sala per un più economico catering e con pochi invitati, perché diciamoci la verità, è uno spreco inutile e una volgare ostentazione di ricchezza, includere nella lista degli invitati il cugino di 3° grado di tua madre che non ricordi più di aver incontrato quando avevi appena 4 anni o l’amico di tuo padre che da vent’anni vive al Nord e che per te è un perfetto estraneo. Il giorno delle nozze è memorabile soprattutto se si condivide la propria felicità con persone che ti vogliono bene e a cui vuoi bene. E poi, con i tempi che corrono, risparmiare il denaro per il proprio futuro coniugale non è proprio una cattiva idea perché, come tutti sanno, il detto “due cuori e una capanna”, oggi è una prospettiva poco realistica. Il detto che, invece, rispecchia meglio i matrimoni d’oggi è piuttosto “E vissero felici e contenti… finché divorzio non li separò”. Il vero matrimonio da favola è quello di due vecchietti, sposati da 50 anni, che ancora si guardano innamorati come fosse il loro primo giorno insieme.

Maria Francesca Terranova

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