Dopo la difesa della terraferma venne la difesa del mare. Allincontro promosso da Greenpeace, a bordo della nave Rainbow Warrior nel porto di Licata, erano presenti associazioni e movimenti che si battono contro le trivellazioni petrolifere nel canale di Sicilia. Dalla Pro Loco ai comitati No Triv di Scicli e della valle del Belice, da una delegazione No Muos alla Federconsumatori alla Lega Navale di Licata. Uniti contro il decreto Sblocca Italia e nello specifico contro larticolo 38 che esautora i governi e le amministrazioni locali attraverso valutazioni di impatto ambientale indebolite, accentramento delle autorizzazioni per ricerca e coltivazione ed unimprovvida accelerazione delle procedure.
Ecco perché lincontro pomeridiano promosso da Greenpeace, Legambiente e WWF ha dato seguito a quello mattutino con otto amministrazioni presenti e lappoggio di altri 12 comuni costieri. Con qualche assenza illustre come quella del comune di Gela, interessato invece da varie richieste di trivellazione. «Li abbiamo invitati ma non si sono presentati conferma Giorgia Monti, responsabile della Campagna Mare di Greenpeace Italia e non hanno aderito neanche al ricorso al Tar presentato a settembre. Scegliendo di non schierarsi hanno preso così a mio modo di vedere una posizione netta».
La proposta lanciata allinterno della nave è quella di un coordinamento tra le varie realtà. «Bisogna aprire i cancelli ed uscire fuori dal giardino che ogni gruppo ed associazione coltiva è stato lauspicio più applaudito perché la difesa del mare deve vederci uniti e compatti». I tempi sono stretti: a novembre il decreto Sblocca Italia diventerà legge. Ci sono già 13 progetti in fase di approvazione solo nel Canale di Sicilia. «Per il ministero dello Sviluppo economico si legge in una nota congiunta degli ambientalisti italiani ci sarebbero nei nostri fondali marini circa 10 milioni di tonnellate di petrolio di riserve certe. Quello che spesso non viene detto è che, stando ai consumi attuali, coprirebbero il fabbisogno nazionale per sole otto settimane».
Al termine del confronto gli attivisti di Greenpeace hanno illustrato ai presenti funzioni e scopi della Rainbow Warrior III, la nave che sta solcando i mari italiani per proteggere lambiente e promuovere la pace. E stata progettata per essere il più sostenibile possibile: non produce acque nere ma grigie (sporche ma non inquinanti), ha cinque vele che riducono al massimo lutilizzo dei motori diesel e che vengono spiegate da alcuni climbers che vivono a bordo della nave. Per chi volesse andare a vedere la nave sono previste visite al pubblico oggi e domani a Licata, sabato e domenica prossima a Siracusa.
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