Grecia nuovo lager dell’Unione Europea

Ieri, nella giornata della memoria, non sono mancate le polemiche sul passato. Immancabili le frasi a effetto sulla Shoah. Per non parlare del solito Berlusconi che si scopre ammiratore di Mussolini. Con il Pd che parla di “vergogna” e Casini che definisce le frasi del Cavaliere “sciocchezze immani”. Nessuno, però, chissà perché, ha palato del presente. Ovvero di quello che l’Unione Europea sta combinando ai greci.

Meglio parlare del passato e lasciare perdere il presente. E poco importa se il tempo che stiamo vivendo è dominato da una nuova e pericolosa tirannide: quella dell’Unione Europea, dell’euro e del Fiscal compact.

Ieri, mentre tutta l’Unione Europea si batteva la mano sul petto nel ricordare la Germania di Hitler, Auschwitz, la Shoah eccetera eccetera eccetera, tutti hanno fatto finta di non vedere cosa sta facendo l’Unione Europea di oggi, con in testa la Germania, ad alcuni Paesi europei ‘colpevoli’ di essere troppo indebitati. Nessuno, per esempio, ha parlato del fatto che, già da un anno, alla Grecia non vengono più forniti i costosi farmaci antitumorali perché troppo costosi: farmaci che i greci, troppo indebitati, non possono più pagare.

Nessuno ha ricordato lo strano referendum popolare andato in scena lo scorso anno, sempre in Grecia, quando la gente di questo Paese era quasi tutta in piazza per protestare contro la “Grande Europa” che la stava e la sta affamando. Poi, però, stranamente, la maggioranza della popolazione che in piazza protestava contro l’Unione Europea, nel segreto dell’urna ha deciso di restare nell’Eurozona. Guarda caso, facendo un favore non a se stessi, ma ai signori della stessa Eurozona. Un referendum truccato?

I greci muoiono di fame e di malattie che non possono curare. E la fame – quella vera – è arrivata anche in Italia dove, tra Governo Monti e Unione Europea, si scopre che nel nostro Paese non esiste più, come qualche anno fa, il problema del sovrappeso diffuso della popolazione, ma quello di un incipiente dimagrimento diffuso.

Tutti in palestra? Non esattamente. Sono grosse fette della popolazione italiana che mangiano meno. Cosa? Cibi di qualità inferiore, se non scadenti. Con un consumo di proteine nobili drastocamente ridotto (soprattutto pesce, che costa di più).

Ieri abbiamo ricordato la Shoha, ma abbiamo dimenticato la storia del “Secolo breve”. Perché quello che succedeva ieri lo stiamo facendo rivivere ad alcuni essere umani oggi. Ieri nei lager nazisti si moriva di fame e di malattie non curate. Oggi la stessa cosa avviene, per esempio, in un grande lager che l’Unione Europea ha ‘costruito’ in Grecia.

Gli storici che hanno studiato i nazisti sono rimasti colpiti dal fatto che i tedeschi degli anni ’30 e degli anni ’40 che gestivano i lager non erano mostri: al contrario, erano essere umani con grandi sentimenti che vivevano normalmente, amavano i loro familiari, amavano lo sport, si innamoravano, si sposavano. In una parola, conducevano una vita normalissima. Solo che, nell’orario di lavoro, dopo aver timbrato il cartellino, andavano a infilare altri essere viventi – gli ebrei, gli omosessuali, insomma i ‘nemici’ – nelle camere a gas e nei fori crematori.

Tutto questo lo hanno fatto per denaro: per derubare gli ebrei. Le altre motivazioni erano solo pretesti.

Oggi lo spettacolo è simile. C’è un Paese dell’Eurozona che è diventato povero? Cavoli suoi. Niente medicine. Cibo scarso. Malattie non curate. Niente energia elettrica se non hanno i soldi per pagarla.

Dopo aver adottato queste decisioni, i signori dell’Eurozona ‘stimbrano’ il cartellino e tornano, nel calore delle loro case, a giocare con i figli e i nipoti.

La vera simmetria di questo “Eterno ritorno delle stesse cose” è che, come cinquannt’anni fa, è ancora una volta la Germania a condurre questo macabro gioco. E i nostri governanti, come Mussolini, tanto celebrato da Berlusconi, non sanno dire “no” e calano la testa.

Tra cinquant’anni cosa diranno i nostri discendenti dell’Eurozona, dell’euro, del Fiscal compact e delle ‘vittime’ quali Grecia, Spagna, Italia?

 

 

Giulio Ambrosetti

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