«Leva i cani allora li avveleniamo tutti!». Il messaggio è chiaro: l’impegno dell’animalista che accoglie in un terreno a Gravina di Catania i cuccioli dei randagi che circolano per il paese non è gradito. Per questo l’attivista Elisa La Rocca ha trovato attaccati ai muri esterni della proprietà, affidatale dall’inizio di dicembre da un amico per custodire i cani, due bigliettini di avvertimento. «Eppure la zona è completamente abbandonata e disabitata, quindi non saprei proprio a chi danno fastidio», racconta a CTzen.
La Rocca ha 36 anni e da più di quattro, insieme ad altre quattro volontarie, raccoglie per strada cuccioli di randagi per darli in adozione gratuitamente, non solo in Sicilia, ma in tutta Italia. Gli adulti, invece, li fanno sterilizzare a loro spese. «Sono anni che spostiamo da un posto all’altro i punti di accoglienza, perché ogni volta finiamo per ricevere minacce – dichiara – E i Comuni non ci aiutano, anzi, quando anche in zone abbandonate e degradate come questa subiamo intimidazioni qualche dubbio sorge spontaneo».
L’animalista conosce bene la situazione nel territorio etneo, dove il fenomeno del randagismo è dilagante. I cuccioli a cui poi trova casa non li raccoglie solo a Gravina, ma anche a Pedara e Mascalucia. «L’unico Comune che sta facendo qualcosa per arginare il fenomeno è San Pietro Clarenza, che ha aperto un rifugio proprio vicino alla posta, un gesto molto positivo», dice. «Purtroppo, invece – aggiunge – per molti la soluzione è avvelenarli».
La donna ha denunciato le intimidazioni ai carabinieri, «ma senza prove, mi dicono, l’indagine verrà archiviata e lo capisco», afferma. «Mi hanno consigliato le telecamere, ma è una soluzione che ha un costo elevato», aggiunge l’animalista che, assieme alle altre, già mette di tasca sua i soldi utili alla sterilizzazione dei randagi adulti che riesce ad accalappiare. «Visti i tempi molto lunghi dell’Asp – spiega – siamo costrette a farli sterilizzare privatamente. Il costo è di 200, 250 euro per ogni sterilizzazione, anche se a noi i veterinari fanno un prezzo di favore per via del grande numero di cani che portiamo».
L’atto intimidatorio di cui è stata vittima ha suscitato l’indignazione degli esponenti di Libera Gravina. «Questo è il ringraziamento per lo sforzo del tutto volontario e fatto di tasca propria di Elisa», scrive il portavoce Claudio Colletti, nell’appello di sostegno all’animalista. «Ci domandiamo chi sia la bestia e chiediamo a tutti di sostenere la battaglia per una “LiberaGravina dal randagismo e dai nemici degli animali“», aggiunge. E annuncia che domani la questione sarà discussa al consiglio comunale.
[Foto da LiberaGravina]
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