Signori e signore siamo alla frutta. E siamo arrivati ad una conclusione: la faccia tosta, l’invidia, la mediocrità e l’ipocrisia non hanno limiti. Prendono il sopravvento su tutto: sull’intelligenza, sul buon senso, sulla verità dei fatti.
Ci riferiamo all’inchiesta sui Grandi Eventi e sul Ciapi, in particolare agli aspetti legati ai fondi destinati alla pubblicità sui giornali. Stiamo assistendo ad una pantomima: i quotidiani e i blog che non hanno beccato un euro, stanno facendo le prediche a quelli che, invece, hanno avuto più fortuna di loro, anche grazie ad un maggiore numero di lettori ed ad una più elevata qualità del prodotto.
Si tratta di soldi, regolarmente fatturati e facilmente rintracciabili nei bilanci delle società editrici dei giornali in questione.
Ora la magistratura ha scoperto che chi gestiva questi fondi non era proprio ‘trasparente’. Il ‘sistema Giacchetto’ insomma, era basato su tutta una serie di ‘anomalie’ che hanno portato in carcere numerose persone.
Cosa c’entra questo con chi ha preso pubblicità da lui? Niente. Alle società editrici, per quello che ne sappiamo, non è stato contestato nessun illecito penale.
Perché allora certi giornaletti stanno tentando di buttare fango sui quotidiani che hanno ospitato le campagne pubblicitarie in questione?
Potremmo parlare di invidia, potremmo parlare di incapacità di trovare notizie vere, potremmo parlare di antichi rancori, di mediocrità cerebrale ed etica…
E, invece parliamo di buoi che danno del cornuto all’asino. Di spregiudicatezza e di scorrettezza. Se, infatti, andate a guardare i bilanci e gli assetti societari di questi giornaletti, potreste rimanere davvero sorpresi. Potreste scoprire, ad esempio, che tra gli editori di questi passacarte ci sono indagati per reati molto gravi.
Potreste scoprire che ci sono bilanci fatti all’acqua di rose. Potreste scoprire strani intrecci e conflitti d’interesse. Soldi destinati ad alcuni settori, finiti, per magia, nelle tasche di pseudo editori cortigiani nell’anima.
Potreste scoprire che, senza la mammella dei Presidenti della Regione, gli ultimi due in particolare, certi giornali avrebbero già chiuso i battenti. E che certi giornali non sarebbero mai nati.
Eppure, oggi fanno le prediche. Parlano di editoria compromessa. Viene da sorridere. Perché per noi l’editoria compromessa rimane quella che ‘ammucca’ soldi dai politici per servirli in tutto per tutto, spacciando per informazione marchette e bugie. Per noi l’editoria compromessa è quella che chiede il permesso ai potenti e che passa le loro veline prendendo in giro i lettori.
Per noi l’editoria compromessa è quella che deturpa e umilia la professione giornalistica per salvaguardare interessi opachi, quell’editoria che confeziona giornali di partito in maniera occulta.
Consigliamo a questi ‘predicatori’ di farsi un esame di coscienza, di tentare di battere la concorrenza con la qualità e l’intelligenza, se sanno di che si tratta, e di abbandonare la strada dell’ipocrisia. Perché qualcuno un giorno, potrebbe sempre decidere di tirare fuori gli scheletri dai loro armadi. E sono scheletri di dinosauro….
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