Grande festa per Fiumara d’Arte

Capita. Capita che i sogni diventino realtà. Capita che il velo di superficialità, ignoranza e stupidità da anni calato sulla bellezza venga finalmente squarciato. Capita che un progetto, nato come un modo per sconfiggere la morte, diventi un giorno simbolo di vita e di speranza. Tutto questo ti può capitare se ti chiami Antonio Presti, hai appena compiuto 50 anni e hai dedicato la tua vita al valore della bellezza.

Ma, come spesso accade nella nostra tanto amata e odiata Sicilia, ci sono voluti ben 25 anni perché tutto questo accadesse e il sogno di un uomo, che aveva concepito il suo progetto come devozione al padre scomparso, si trasformasse ufficialmente in un dono all’intera umanità e venisse riconosciuto come patrimonio artistico dalla Regione Sicilia. 25 anni di lotta e resistenza, di provocazioni e di accuse, di urla e di silenzi, 25 anni in cui mai una volta il mecenate messinese si è fatto abbattere dagli insuccessi e dalle critiche di quanti non riuscivano, e forse non riescono ancora, a comprendere le sue idee controcorrente.

E così, esattamente come avvenne due anni fa in occasione della sua provocatoria chiusura, venerdì mattina migliaia di persone si sono radunate nella spiaggia di Villa Margi (ME) per festeggiare la riconsegna al pubblico dell’opera restaurata “Monumento per un poeta morto”, un’enorme finestra sul mare realizzata da Tano Festa nel 1989. Perché in Sicilia “per esistere bisogna resistere”, slogan coniato proprio durante la cerimonia di copertura della scultura per mezzo di un telo blu con scritto in tutte le lingue la parola “chiuso”, simbolo di protesta contro l’ottusità di una classe politica che nell’opera di Presti non riusciva a vedere alcun valore artistico.

La “Finestra sul mare” è una delle sculture monumentali della Fiumara d’Arte, il parco d’arte contemporanea voluto e ideato da Presti nel lontano 1982. Un museo a cielo aperto: è questa l’idea originale e controcorrente del suo ideatore, un museo non costretto entro le limitazioni di un luogo fisico e soggetto al pagamento di un biglietto, ma un insieme di otto sculture realizzate da vari artisti e collocate lungo la Fiumara di Tusa, il letto di un antico fiume tra i monti Nebrodi, la cui fruizione è resa per questo ancor più suggestiva. Otto opere d’arte contemporanea collocate tra Castel di Tusa, Castel di Lucio e S. Stefano di Camastra: “La materia poteva non esserci” (1986, P. Consagra, dedicata al padre di Antonio Presti), “Una curva gettata alle spalle del tempo” (1988, P. Schiavocampo), “Energia Mediterranea” (1989, A. Di Palma), “Labirinto di Arianna” (1989, I. Lanfredini), “Arethusa” (1989, P. Dorazio e G. Marini), “Stanza di Barca d’Oro” (1989, H. Nagasawa, chiusa per protesta nel 2000 e riaperta al pubblico solo tra cento anni) e il “Monumento per un poeta morto – Finestra sul mare” che oggi possiamo nuovamente ammirare in tutta la sua bellezza. Una cornice blu alta e larga 18 metri costruita sulla spiaggia che ritaglia una porzione di orizzonte, facilitando la continuità dello sguardo tra l’opera e il cielo grazie alle nuvole dipinte sul telaio. Al centro vi è appoggiata una trave di ferro nera come un ponte che chiede allo spettatore di essere attraversato per ricongiungerlo immaginariamente con il cielo e col mare.

«Ed oggi – ha affermato entusiasta Cristina Bertelli durante la cerimonia sulla spiaggia – questa scultura si muove, danza di gioia per aver ritrovato il suo blu, eroso dalla salsedine e da anni di incuria». Una festa per il completamento del restauro che è coincisa con una festa più grande, quella per il riconoscimento ufficiale della Fiumara come bene da tutelare e non da distruggere, grazie ad una legge regionale firmata dagli onorevoli Beninati e Fleres che affida ai Comuni la manutenzione delle opere tramite lo stanziamento fisso annuale di 70.000 euro (il 40% sarà gestito dall’associazione “Fiumara d’Arte” per attività legate alla promozione del parco; il 60% sarà amministrato dai sei comuni del messinese nel cui territorio sono collocate le sculture). Ci sono voluti dieci anni di battaglie e vicende giudiziarie, otto processi contro Antonio Presti accusato di abusivismo edilizio, otto ordinanze di demolizione e condanne (tra cui una a quindici giorni di reclusione) per ottenere il riconoscimento che quelle opere nulla tolgono al paesaggio, anzi, lo elevano da semplice ambiente naturale a luogo d’arte e di bellezza.

Una festa che ha attirato turisti, amanti dell’arte, scrittori, stampa nazionale, artisti, studenti da tutta la Sicilia e semplici curiosi andati su quella spiaggia per poter fare un tuffo all’ombra di un’opera d’arte. Dopo i ringraziamenti del “padre” di Fiumara d’Arte, sono intervenuti per omaggiare l’opera e il suo artefice la poetessa Maria Attanasio, Cristina Bertelli e lo scrittore e scultore Vincenzo Consolo. Al termine dei discorsi ufficiali una ventata di blu ha inondato tutti gli spettatori: sulla melodia della canzone di Rita Botto “La Sirena sul mare”, una ballerina vestita di bianco ha danzato sotto la “Finestra sul mare”, proprio sopra il telo blu che aveva coperto per due anni la scultura. Anita Festa, figlia di Tano Festa, ha reso omaggio al padre e alla sua opera percorrendo il ponte nero in cima al quale ha liberato una colomba bianca, mentre sulla spiaggia la ballerina cospargeva il proprio corpo di blu. Anche alcuni spettatori (primo fra tutti Presti) hanno marchiato con la stessa vernice la fronte, le braccia o semplicemente una pietra della spiaggia, souvenir di una giornata indimenticabile. La magia dei fuochi d’artificio ha reso ancor più emozionante il momento. Infine il grande telo è stato ripiegato su se stesso e conservato, ma sempre pronto ad essere riaperto ogniqualvolta ce ne sarà bisogno, «perché noi – ha sottolineato il mecenate messinese – siamo figli del divenire, non del Gattopardo, dobbiamo imparare a combattere per i nostri ideali anche quando tutto sembra andare contro di noi. Solo se i giovani si avvicineranno a questo modo di pensare, potremo finalmente vedere una Sicilia che costruisce e non che distrugge». (Per ascoltare il discorso integrale di Antonio Presti clicca qui)

Chiara Nicotra

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