A Grammichele è sfida a quattro. Il Comune del Calatino è la città d’origine del fondatore del Movimento per l’autonomia ed ex presidente della Regione Raffaele Lombardo. Chi per un periodo ha condiviso l’esperienza politica accanto a Lombardo è il candidato sindaco Pippo Greco, che sottolinea come ancora oggi si sente pronto a condurre la battaglia per l’autonomia. Formatosi politicamente nell’area di centro, oggi Greco ha messo da parte i simboli di partito per dare vita a un progetto civico che mira a essere alternativo a quello dell’attuale sindaco uscente, il pentastellato Giuseppe Purpora, che oggi conta anche sull’appoggio del Partito democratico. Davanti ai risultati vantati da Purpora in tema di raccolta differenziata, più critico è Davide Malaspina. Quest’ultimo, dopo l’esperienza da consigliere comunale di opposizione, si candida a battere Purpora nella competizione elettorale puntando tutto sulla lista civica che lo sostiene. Una formazione che vuole essere di largo respiro, ma indicata come vicina al centrodestra. Malaspina punta sul rilancio dell’imprenditoria presente sul territorio e su un programma di azioni volte al rilancio turistico della città. Qui di seguito le risposte dei candidati – rigorosamente in ordine alfabetico – a MeridioNews. L’unico da cui non abbiamo ricevuto un riscontro è il candidato Antonio Aiossa.
PIPPO GRECO
Perché ha deciso di candidarsi?
«Perché tanti cittadini, consapevoli da diversi anni che le condizioni economiche, sociali e culturali della nostra cittadina si sono aggravate, mi hanno chiesto di scendere in campo e perché ritengo che Grammichele ha più che mai bisogno di un’amministrazione comunale, aperta, audace e capace».
Lei è stato molto vicino all’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo. Conta esperienze nei Popolari e al Centro. Oggi si candida sostenuto dalle liste civiche. Non si sente più di appartenere a nessun partito?
«Mi è difficile trovare riferimenti politici dato che il panorama politico di oggi offre scenari incerti e le formazioni che in questi ultimi anni abbiamo visto si stanno disgregando. Io resto e sono un uomo che si è formato al Centro, ha creduto e crede ancora di continuare a condurre la battaglia per l’autonomia. La grave situazione della mia cittadina mi ha portato, superando vecchi schemi, a costruire un progetto civico capace di essere all’altezza dei tempi straordinari che stiamo vivendo».
Com’è partire da candidato sindaco favorito?
«Non credo di essere il favorito; sto portando avanti assieme a tanti amici una proposta che mi sembra essere stata accettata favorevolmente dalla città».
La pulizia del territorio e la mancanza di acqua sono due punti con cui i Comuni devono fare i conti. Da dove cominciare per far sì che non diventino emergenze?
«Dobbiamo puntare al risparmio e al riuso, depurando le acque reflue da potere poi utilizzare in agricoltura. Dobbiamo incentivare ancora di più la raccolta differenziata così da diminuire lo smaltimento in discarica. Per quanto riguarda il territorio, dobbiamo migliorare il senso civico e utilizzare fuori dai centri urbani i sistemi di videosorveglianza per evitare che queste discariche abusive sparse per le vie extraurbane continuino a proliferare».
Politiche sociali e d’inclusione. Molti abitanti dei Comuni hanno bisogno di sostegni e servizi: soggetti con serie difficoltà economiche, cittadini con disabilità e stranieri che hanno bisogno di essere integrati per non finire ai margini del tessuto sociale. Quali possono essere le misure fattibili, considerando anche i problemi economici degli enti locali?
«Effettivamente le risorse di bilancio sono poche ma ci sono. Nello specifico, la maggior parte delle risorse provengono da fonti statali e regionali, mediante l’accesso alla progettazione, come il Pon e il Pal, quest’ultimo nato specificatamente per affrontare le problematiche relative alla povertà. La criticità di Grammichele sta nel fatto che tutte le risorse sono programmate e spese nell’ambito comprensoriale del distretto socio-sanitario del Calatino, distretto in cui la nostra città in questi anni non ha avuto un’amministrazione in grado di difenderla e rappresentarla adeguatamente».
Una volta eletto, ci sarà un punto e un settore che affronterà immediatamente?
«Una volta eletto penserò sin da subito alla riorganizzazione degli uffici comunali poiché penso che essi debbano partecipare attivamente alla realizzazione del programma puntando da subito al comparto delle attività produttive».
DAVIDE MALASPINA
Perché ha deciso di candidarsi?
«La mia candidatura a sindaco è il naturale percorso di un impegno giornaliero che oramai da quasi dieci anni profondiamo alla città col gruppo Idee in Movimento. Non un impegno nato sotto elezioni, ma ogni giorno in mezzo alla gente, con tante iniziative che in questi anni abbiamo fatto per gli imprenditori, i giovani e per le categorie più disagiate che solo l’emergenza Covid ha frenato in questo ultimo anno».
Da consigliere di opposizione a candidato sindaco. Cosa, secondo lei, non è andato in questi cinque anni nel paese guidato da un sindaco del Movimento Cinque Stelle?
«C’era e c’è una grande voglia di rinnovamento. Questa amministrazione però ha disatteso le promesse accordandosi subito dopo le elezioni con quei soggetti che sino al giorno prima aveva detto che rappresentavano gruppi di potere e vecchie logiche di partito. In questo, noi siamo sempre rimasti coerenti con una idea di vero cambiamento e soprattutto di rinnovamento della classe dirigente, in modo da fornire una risposta reale alle esigenze di imprenditori, artigiani e commercianti».
Molti la danno come il candidato di riferimento del centrodestra. A suo sostegno ci sarebbe anche l’ex onorevole grammichelese Angelo Attaguile, uno dei primi a caldeggiare l’ascesa della Lega in Sicilia. Per la sua candidatura ha rinunciato ai simboli: come mai?
«Il nostro è un progetto civico, né di destra né di sinistra, e lo è da quando nel 2012 abbiamo cominciato il nostro impegno politico. Tra i nostri elettori ci sono militanti delle più diverse estrazioni politiche, compresi tanti dell’M5s. Noi ci battiamo per migliorare le condizioni economiche dei nostri imprenditori, per dare una risposta alle esigenze di tutele delle categorie più fragili, per una migliore gestione del problema idrico, per il decoro urbano di una città abbandonata a se stessa, per dare risposte ai tanti giovani costretti ad andare via. Chiunque si riconosca nelle nostre idee può dare una mano ed è il benvenuto. Le ideologie contano poco se non hai idee per il territorio».
La pulizia del territorio e la mancanza di acqua sono due punti con cui i Comuni devono fare i conti. Da dove cominciare per far sì che non diventino emergenze?
«Il servizio idrico in questa città è già un’emergenza. Basti pensare a quanto accaduto negli ultimi anni, costantemente senza acqua e col servizio gestito ora da una società privata che incamera tutti i soldi pagati dai cittadini che potevano rimanere nelle casse comunali. Hanno provato a rattoppare qualche falla, giusto per evitare grossi problemi in periodo elettorale. Non è stato progettato però alcun intervento strutturale sulla rete idrica e questo causerà nuovamente cicliche mancanze di fornitura d’acqua. Non parliamo poi delle bollette pazze e della gestione del servizio. Quanto all’immondizia, reputiamo che ci siano ampi margini per fare meglio. Sino a oggi, il Comune non ha fatto nulla nell’attività di controllo e quanto fatto è stato merito unicamente della società di ambito. Riteniamo che con un controllo più serrato e una migliore organizzazione del servizio, si possa fare ancora di più».
Politiche sociali e d’inclusione. Molti abitanti dei Comuni necessitano di sostegni e servizi: soggetti con serie difficoltà economiche, cittadini con disabilità e stranieri che hanno bisogno di essere integrati per non finire ai margini del tessuto sociale. Quali possono essere delle misure fattibili, considerando anche i problemi economici degli enti locali?
«Senza alcun aiuto del Comune, negli scorsi anni abbiamo organizzato, con l’aiuto di insegnanti in pensione e di cittadini comuni, corsi per ragazzi in difficoltà economiche o comunque non integrati a scuola poiché provenienti da famiglie disagiate o straniere. Abbiamo tenuto anche lezioni nelle scuole locali per spiegare come fare impresa. Misure legate alla solidarietà, alla sensibilizzazione su particolari tematiche e all’attivismo sociale sono sicuramente una strada per dare risposte a determinate categorie sociali. Le risorse disponibili, lo sappiamo bene, sono poche. Per questo il nostro programma è incentrato sulla creazione di misure a sostegno dello sviluppo e della crescita delle attività lavorative cittadine. Se creiamo sviluppo, incrementiamo le risorse e con maggiori risorse potremo finalmente erogare tanti servizi oramai tagliati da questa amministrazione. Non c’è un settore più importante dell’altro, ma il tema dello sviluppo economico è prioritario per avere maggiori risorse da spendere anche per tutti gli altri servizi».
Una volta eletto, ci sarà un punto e un settore che affronterà immediatamente?
«I punti da affrontare saranno tanti. Inizieremo da subito a lavorare per programmare un’intensa stagione di eventi (feste patronali, carnevale, concerti, eventi sportivi) sino a oggi del tutto dimenticati dall’amministrazione o lasciati all’iniziativa solitaria e senza supporto di volenterosi cittadini. Da subito inoltre, le misure in programma a sostegno delle imprese tra cui la
creazione di un marchio territoriale e la promozione dei tanti prodotti – agricoli e artigianali – che nascono nel nostro territorio».
GIUSEPPE PURPORA
Perché ha deciso di ricandidarsi?
«Come lo slogan che abbiamo ripreso: dobbiamo andare avanti. All’inizio della mia sindacatura, con la mia amministrazione abbiamo trovato un Comune con enormi difficoltà e problematiche. Questo ci ha portato a fare i conti con tantissime criticità, a partire dell’interruzione della luce nell’ufficio tecnico. Gli avversari politici erano lo stesso specchio di quelli che già ci avevano amministrato. Adesso ritengo giusto continuare in questa avventura, dopo aver lavorato, anche per poter fruire dei finanziamenti che abbiamo ottenuto».
Dalla militanza nel Pd a sindaco e, oggi, di nuovo candidato del Movimento Cinque Stelle. Ha confermato, a livello locale, quello che stiamo vedendo a livello nazionale: il Pd non può fare a meno dell’M5s e viceversa. È così? Si sente di rappresentare appieno gli elettori del centrosinistra?
«Nella premessa vi è già la risposta. Nel nostro gruppo si respira aria di centrosinistra. Il M5s è nato da una protesta e poi si è strutturato. Tutto è nato da un moto rivoluzionario pacifico e man mano si è trasformato in classe dirigente attuale, che oggi conta pure quelle persone che hanno iniziato quell’ondata di protesta. L’area politica a cui ho guardato è stata quella del centrosinistra. Inizialmente, col Movimento, ci siamo trovati a condividere delle idee dopo il fallimento di chi ci aveva governato prima, determinato la reazione che poi è confluita nel Movimento Cinque Stelle».
La pulizia del territorio e la mancanza di acqua sono due punti con cui i Comuni devono fare i conti. Da dove cominciare per far sì che non diventino emergenze?
«Sono due grandi aree su cui abbiamo lavorato tanto. A Grammichele abbiamo raggiunto il 74 per cento come percentuale di raccolta differenziata. Per due anni siamo stati premiati dalla Regione siciliana per avere raggiunto l’11esimo posto tra i Comuni più grandi per i risultati sulla differenziata. Abbiamo ricevuto 109mila euro una prima volta e, successivamente, 59mila euro. Abbiamo bonificato con cadenza trimestrale alcune zone del territorio, perché c’è ancora qualcuno che non differenzia. Abbiamo allargato il centro comunale di raccolta dove è possibile conferire anche rifiuti come materiale di risulta e oli esausti. Siamo un punto di riferimento per il Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche). Ci sono alcuni utenti del circondario che portano i loro elettrodomestici qui per poterli smaltire. Sulla questione idrica, abbiamo interloquito con la prefettura per i pozzi su cui non si interveniva da trenta anni. L’Ati (Assemblea territoriale idrica, ndr) aveva l’obbligo di fare la gara unica entro il 2020 per affidare il servizio. L’assemblea ha individuato dei soggetti per fare la gara unica. Tramite l’Ati abbiamo stipulato la convenzione e si è affidato la gestione alla Sie (Servizi idrici etnei, ndr)».
Politiche sociali e d’inclusione. Molti abitanti dei Comuni hanno bisogno di sostegni e servizi: soggetti con serie difficoltà economiche, cittadini con disabilità e stranieri che hanno bisogno di essere integrati per non finire ai margini del tessuto sociale. Quali possono essere le misure fattibili, considerando anche i problemi economici degli enti locali?
«Su questo abbiamo fatto un lavoro importante anche grazie al governo nazionale. Siamo consapevoli che il reddito di cittadinanza sia una misura sempre migliorabile, ma ci ha aiutato ad affrontare questo periodo pandemico. Abbiamo fatto una lotta per ottenere un altro punto di servizio sociale. È stato fatto un grande lavoro. Sono stati forniti diversi servizi: dall’assistenza dell’autonomia alla comunicazione, fino all’assistenza igienico personale: abbiamo affidato questi servizi per la prima volta, anche grazie alla restituzione di una parte delle nostre indennità».
C’era un punto o un settore su cui bisognava concentrarsi maggiormente e che dedicherà più attenzione in futuro, se rieletto?
«Le emergenze sono state tante: ci siamo concentrati sulla progettualità e sul fatto di far arrivare finanziamenti senza accendere dei mutui. Il Comune di Grammichele ha circa 16 mutui dagli anni ottanta e che oggi pesano sulle casse comunali nella misura di circa 500mila euro l’anno. Cose da fare ce ne sono tante. Siamo riusciti a resistere al dissesto che molti comuni hanno dichiarato, facendo dei sacrifici. Noi abbiamo fatto arrivare circa otto milioni di euro in cinque anni, con una pandemia che è durata due anni. Per un anno e mezzo non ho potuto fare quasi nulla, molti progetti stanno cominciando a vedere la luce».
Una volta eletto, c’è qualcosa che cambierà nel suo modo di amministrare rispetto a questi cinque anni?
«Dopo cinque anni siamo più forti. Due dei miei assessori li abbiamo confermati. In cinque anni ho cambiato tre assessori, la mia è una squadra ben oliata. Siamo più maturi e più esperti, abbiamo avuto una classe politica assolutamente fallimentare di chi è venuto prima di noi. Abbiamo una grande possibilità che è la Snai (Strategie nazionali aree interne): progetti finanziati dal ministero dell’Interno e a cui vogliamo aderire. Centro di trasformazione della canapa. Ci siamo concentrati sul settore della canapa industriale, per sfruttarla in campo tessile o in edilizia. Abbiamo cominciato i progetti e li porteremo avanti. Potevo fare meglio in ogni caso. Potevamo fare di più nei progetti dello sviluppo dei prodotti del mercato locale, non c’è stato il tempo ed è una cosa su cui mi vorrei battere, anche in materia di turismo enogastronomico, perché abbiamo prodotti agroalimentari importanti: stiamo portando avanti una campagna che miri a valorizzare il turismo enogastronomico».
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