“La Scuola Superiore di Catania è ancora in vita e gran parte del merito è nostro”. Ci tengono a sottolinearlo i ragazzi: è soprattutto grazie allo loro voglia di non mollare se la struttura di eccellenza etnea, ormai destinata a chiudere le porte ai nuovi aspiranti iscritti, è stata almeno momentaneamente salvata. “Il nostro è stato un ruolo fondamentale – afferma Simone Tornabene, prossimo a terminare gli studi, ma non per questo disinteressato alla vicenda – sia virtualmente, grazie alla petizione online che ha raccolto oltre 2500 adesioni in sole due settimane, che fisicamente con la realizzazione di striscioni poi sparsi per la città. Non solo. Fondamentale è stato il lavoro di sensibilizzazione diretta svolta individualmente da ognuno di noi sui docenti”.
In questi giorni di settembre la sede di via San Nullo è ancora semideserta, in attesa che riprendano le lezioni. L’eccellenza catanese all’attenzione del Ministero dell’Istruzione. Continua Tornabene: “Sono state numerose le testimonianze a nostro favore, a partire da quelle del premio Nobel Rita Levi Montalcini e del professore Antonio Cassese, che, sollecitato direttamente da noi studenti, ha pubblicato su “La Repubblica” una lettera indirizzata al ministro Mariastella Gelmini”. Nella lettera aperta il celebre giurista e docente di diritto internazionale ha chiesto al titolare del dicastero dell’Istruzione, Università e Ricerca di porre attenzione a una Scuola che “svolge un’ azione preziosa di selezione e formazione delle menti più vivaci, e si sforza di dare ai migliori delle nuove generazioni una preparazione che consenta loro di conquistare tra qualche anno un ruolo attivo nella società”. “E non dimentichiamo – sottolinea Tornabene – il sostegno delle altre Scuole Superiori, che con le loro lettere di supporto, hanno dimostrato di essere al nostro fianco”.
Una volta tanto il ruolo degli studenti, spesso troppo lontani dalle vicende istituzionali, è stato determinante, nonostante gli stessi siano venuti a conoscenza della situazione solo quando tutto sembrava compromesso. Adesso invece è il momento delle rivendicazioni. “Il nostro successo ci ha dato credibilità – ragiona Tornabene – Questa deve essere spesa non solo per porre le basi di un progetto a lungo termine, ma anche per implementare un sistema di gestione che veda gli studenti direttamente coinvolti, come nelle altre Scuole Superiori. Alla Normale di Pisa, per esempio, gli studenti sono riuniti in comitati tematici che stabiliscono concretamente dove allocare le risorse”.
L’atteggiamento degli studenti manifesta la volontà di autonomia dall’Ateneo di Catania, per assicurare un futuro sereno dal punto finanziario alla Scuola. Ma non solo; “L’autonomia è importante affinché si realizzi una migliore gestione della struttura – sostiene Carlo Di Cataldo, uno dei migliori studenti dell’Ateneo (fresco di abbonamento-premio al Catania Calcio) – perché permetterebbe di perfezionare i programmi esistenti e creare appositi corsi post-laurea. E, soprattutto, per impedire una deleteria fuga di talenti”.
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