ATTENTI AL POPULISMO DI RABBIA E DI GOVERNO
di Aldo Penna
Silvio Berlusconi è fuori del Parlamento e teme l’arresto. Le Procure italiane sono sulle sue tracce ma lui non demorde e rilancia. Il suo intervento davanti al ritrovato popolo forzista è suonato come come una voce fuori dal tempo. Le stesse canzoni, le stesse simbologie e lo stesso appello contro la sinistra brutta sporca e cattiva. Solo i circoli di Forza Italia sono cambiati, si chiameranno Forza Silvio, mostrando con la scelta del nome tutto il sapore nostalgico di un uomo battuto ma ancora non sconfitto. Si, perchè chi pensa di essersi liberato di Berlusconi senza cambiare nulla delle ragioni che ne hanno sancito in questo ventennio le tante rinascite, rischia di ritrovarsi alle prossime elezioni delle brutte sorprese. L’obiettivo 8000 circoli sarà raggiunto come le otto milioni di firme esibite e mai dimostrate ai gazebi al momento della nascita del Popolo della Libertà. Adesso si cambia nome, si cambia orizzonte, si lancia la campagna del tutto per tutto. Gli ottomila circoli saranno esibiti in giro per l’Italia alla maniera delle baionette di Mussolini. Il Nuovo Centro Destra, la costola perduta sull’altare del governo, somiglia tanto a Democrazia Nazionale e senza un leader nuovo e carismatico evaporerà come le truppe di De Marzio, forti e compatte in Parlamento, inesistenti alle elezioni celebrate due anni dopo (1979) la spaccatura.
Il modello scelto dal capo di sempre per lanciare la rivincita, mutua modelli che hanno fatto la fortuna degli Hezbollah in Libano, dei Fratelli musulmani in Egitto, dei Salafiti nelle terre della primavera araba e di Alba Dorata in Grecia: l’attenzione agli ultimi, ai diseredati, ai poveri. Non con interventi legislativi, ma con l’assistenza diretta, soldi elergiti a chi nulla ha più, a chi frequenta le mense dei poveri, a chi si aggira nei mercati alla ricerca di cibo, a chi non può comprare i libri ai propri figli. Sono pochi? Ieri forse. Nell’Italia della crisi senza sbocchi, del tunnel senza uscite, sono tanti e in aumento. Così uno degli artefici principali della crisi italiana si propone di attirare a sè con mance ed elemosine milioni di bisognosi. Le nuove azioni previste, rilanciate dalla formidabile macchina della propaganda, intatta e anzi rafforzata in questi lunghi venti anni, aiuteranno a creare nuovi miti e mitologie. Falsi e ingannatori come tutti quelli creati in questi decenni. Ma il centrosinistra ha smesso di parlare al cuore della gente e renderà credibile anche l’incredibile.
Mentre il Pd si arrabbatta nelle solite primarie, sempre frutto di alchimie di vertice, il seme del populismo di rabbia e di governo metterà solide radici in una italica commistione tra ricchissimi e poverissimi (modello Lauro e le plebi napoletane) che sembrava seppellita da uno stato sociale che credevamo già adulto mentre con crudezza scopriamo che è stato soppresso.
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