Gli onorevoli siciliani nelle classifiche Openpolis I deputati fanno più assenze degli eletti all’estero

Un record i siciliani eletti alla Camera dei deputati sono riusciti a centrarlo: sono il gruppo più assente. Nell’aula di Montecitorio si vedono più spesso persino i colleghi eletti all’estero. A dirlo sono i dati dell’osservatorio di Openpolis sull’attività del Parlamento italiano nei primi due anni della legislatura in corso: da marzo 2013 a novembre 2015. Sulla base di criteri oggettivi, gli analisti hanno stilato per la seconda volta – la prima era stata nel 2011 – le classifiche sulla produttività e sull’assenteismo di deputati e senatori. E quelli siciliani non ci fanno una bella figura. Con una nota di merito per le onorevoli: tra i cinque più presenti alla Camera, quattro sono proprio donne. 

Si considerano assenze tutte le volte che un parlamentare non partecipa al voto. Nella classifica delle Regioni che prende in esame questo dato, i deputati siciliani sono ultimi (con una media del 31,26 per cento), e si mettono dietro anche i colleghi eletti nella circoscrizione estero che si fermano al 29 per cento. Alla Camera, su 50 siciliani, i dieci più presenti sono tutti del Partito democratico, con un’unica eccezione: Luisa Albanella; Flavia Piccoli Nardelli; Maria Tindara Gullo, recentemente passata dal Pd a Forza Italia; Angelo Capodicasa; Maria Iacono; Luigi Taranto; Antonino Moscatt; Daniela Cardinale; Giovanni Burtone; Francesco Ribaudo

Gli ultimi dieci, invece, quelli che non si vedono quasi mai sono: Antonino Minardo, Area popolare; Fausto Raciti, Pd, che è anche segretario del partito in Sicilia; Basilio Catanoso, Forza Italia; Andrea Vecchio, Scelta civica; Antonio Martino, Forza Italia; Carmelo Lo Monte, gruppo Misto; Francesco Saverio Romano, anche lui Misto; Salvatore Misuraca, Area popolare; Giulia Di Vita, del M5s e Francantonio Genovese, con l’86 per cento di assenze, azzoppato dalle vicende giudiziarie che lo hanno portato prima in carcere e poi ai domiciliari. 

Al Senato la rappresentanza siciliana si difende meglio, piazzandosi al quintultimo posto (col 20 per cento di assenze) nella classifica regionale. I cinque più virtuosi sono: Pamela Orrù, Pd; Venera Padua, Pd; Pippo Pagano, Area popolare; stesso partito di Salvo Torrisi; e Bruno Alicata, Forza Italia. Al contrario, tra chi si presenta meno al voto, i peggiori cinque sono: Mario Giarrusso, M5s; il sindaco di Caltanissetta, Giuseppe Ruvolo; Antonio D’Alì, Forza Italia; Mario Ferrara, Gal; ultimo l’ex presidente del Senato Renato Schifani, Area popolare.

Il numero di assenze non è necessariamente legato al livello di produttività. Lo dimostra la presenza tra i più attivi del senatore D’Alì, che è anche però tra i meno presenti. O, al contrario, il posizionamento del giarrese Pippo Pagano che non manca quasi mai dal Senato, ma che è agli ultimi posti per indice di produttività. Quest’ultimo dato nasce prendendo in considerazione numerosi fattori a cui viene assegnato un punteggio. I criteri per la definizione dell’algoritmo sono: gli atti presentati, la loro tipologia, il consenso ricevuto dall’atto (le firme ottenute da parte di altri parlamentari), il suo iter (cioè quanta strada riesce a fare un atto in Parlamento) e la partecipazione del parlamentare ai lavori. «Ad ognuno di questi criteri vengono associati dei parametri che combinati tra loro permettono di attribuire a ciascun deputato e senatore un valore numerico per ogni atto presentato in parlamento o di cui sono stati relatori».

E proprio guardando all’intensità dell’attività parlamentare, a Montecitorio per trovare il primo siciliano basta arrivare al quinto posto della classifica nazionale, dove si trova il palermitano del Pd Marco Causi, 59 anni. È lui il più produttivo tra i 50 deputati siciliani. Seguono la palermitana Claudia Mannino, M5s (34esima) e il catanese Giovanni Burtone, Pd (47esimo). Poi, ma bisogna andare decisamente più giù, troviamo Giulia Grillo, M5s (112esima); Fausto Raciti, Pd (187esimo); Marialucia Lorefice, M5s (191esima); Loredana Lupo, M5s (192esima); Basilio Catanoso, Forza Italia (194esimo); Erasmo Palazzotto, Sel (204esimo), e Alessandro Pagano, Area popolare (213esimo). 

Al contrario, i peggiori dieci sono: terzultimo Francantonio Genovese, 627esimo su 629; Carmelo Lo Monte 619esimo, gruppo Misto; Antonio Martino, 612esimo, Forza Italia; Salvatore Misuraca, 595esimo, Area popolare; Francesco Saverio Romano, 582esimo, Misto; Antonino Bosco, 581esimo, Area popolare; Ferdinando Adornato, 579esimo, Area popolare; Daniela Cardinale, 569esimo, Pd; Maria Gaetana Greco, 562esima, Pd e Andrea Vecchio, 522esimo, Scelta Civica. Facendo il confronto con i deputati delle altre regioni italiane, la Sicilia si piazza al terzultimo posto per indice di produttività. Fanno peggio solo la Valle d’Aosta e il Molise. 

Prendendo in considerazione il Senato, invece, i cinque più produttivi sono: Antonio D’Alì, sesto in assoluto, di Forza Italia; Giuseppe Lumia, 36esimo, del Pd; Giuseppe Marinello, 60esimo, Area popolare; Francesco Campanella, 82esimo, gruppo Misto, e Fabrizio Bocchino, 85esimo, Misto. In fondo alla classifica troviamo: Pippo Pagano, 253esimo, Area popolare; Mario Francesco Ferrara, 254esimo, di Gal; Bruno Alicata, 274esimo, di Forza Italia; Francesco Scoma, 275esimo, Forza Italia; ultimo dei siciliani Renato Schifani, di Area popolare.

Classifiche in cui a parlare sono i numeri, che non sempre però bastano per valutare l’attività dei nostri politici. Lo sanno bene gli analisti di Opnepolis che sottolineano: «Non non siamo alla ricerca della formula magica per calcolare la buona politica. Non pretendiamo, né vogliamo far credere, che il lavoro, e in particolare quello politico, possa essere ridotto a unità fisiche omogenee e misurato a chili o a metri».

Salvo Catalano

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