Ogni essere vivente necessita continuamente di energia per la propria sopravvivenza. Per gli uomini del passato l’apporto di cibo era intermittente e risultava spesso insufficiente sia in termini qualitativi sia quantitativi. I nostri antenati dovevano fare i conti con lunghi periodi di carestia e di fame, perciò l’organismo sviluppava, e sviluppa tuttora, dei sistemi molto complessi che consentono l’accumulo di energia per poi poterne usufruire nei periodi di scarso apporto calorico. Ora in una società ricca come la nostra, che associa vita sedentaria e largo consumo di cibi calorici, i meccanismi di accumulo energetico diventano la causa di un problema sanitario in continuo aumento: l’obesità. Malattia che inoltre può causare patologie quali il diabete, l’ipertensione e problemi cardiaci.
I nutrizionisti hanno raggiunto una definizione quantitativa dell’obesità, riferendosi all’ “indice di massa corporea” (Bmi – body mass index). Il calcolo è semplice: bisogna dividere la propria massa corporea espressa in kg per il quadrato della propria altezza espressa in metri. Il valore di “Bmi” di una persona sana è compreso tra 20 e 25; soggetti con un Bmi pari a 25-30 sono ritenuti in soprappeso e un Bmi superiore a 30 indica obesità.
‹‹Qualora tutti gli sforzi fatti nel seguire diete e corretti stili di vita non siano sufficienti ad uscire dall’obesità – consiglia la dott.ssa Marika Torre, tecnologo alimentare – si possono seguire due approcci diversi: la chirurgia e la farmacologia. La chirurgia – continua – è utilizzata nei casi più gravi, ma non risolve all’origine il problema che quindi tende a ripresentarsi. La farmacologia – aggiunge il dott. Daniele Chiaro, informatore medico scientifico – la contrasta grazie all’utilizzo di farmaci sempre più moderni. Sebbene, però, vi siano in commercio molecole efficaci c’è da dire che nessuna ha ancora fatto il miracolo di risolvere questa complessa patologia, inoltre i farmaci, come ben si sa, possono avere effetti collaterali fastidiosi. Dunque, il consiglio rimane sempre una vita sana, lo sport e una corretta alimentazione, fin da bambini. Così da cercare di prevenire, oltre l’obesità, anche malattie che ne sono connesse. E’ bene anche sottoporsi a controlli periodici o screening››.
Ma gli italiani che vita conducono? Al riguardo riportiamo una recente indagine statistica sullo stato di salute e di benessere degli Italiani, condotta su vasta scala (4700 questionari), che ha evidenziato l’approccio più o meno “salutista” allo stile di vita.
Salutisti, Giudiziosi, Indifferenti o Scellerati. Sono queste le quattro tipologie di Italiani individuate dalla ricerca. L’obiettivo? Rilevare il livello di sensibilità, cultura e consapevolezza sul tema e il relativo grado di influenza sullo stile di vita. La ricerca è stata giudicata interessante, per valutare e migliorare la qualità della vita, dal Dr.Nikolai Khaltaev del Dipartimento Malattie Non Trasmissibili OMS Ginevra (delegato a gestire la giornata Mondiale per la Salute Move for Health). In generale è emerso che gli Italiani sono tutti potenzialmente salutisti: sanno quali sono i cardini di uno stato di benessere psico-fisico, dunque una corretta alimentazione, una giusta idratazione, un’adeguata attività fisica, un buon livello di controllo dello stress. Ma la verità è che solo il 2%, perlopiù donne, dei 4700 rispondenti alla ricerca segue le regole. La maggioranza conosce la teoria, ma fa finta di niente. Gli scellerati dichiarati sono solo il 9% e tra questi il maggior numero è composto di uomini. Vicini a questo gruppo ci sono gli indifferenti – il 47%, più spesso uomini, che presentano atteggiamenti e comportamenti simili. In particolare, hanno una vita piuttosto sedentaria, fumano tanto, consumano superalcolici e hanno minori capacità di gestire lo stress. I giudiziosi (42%), invece, sono più donne, hanno una vita più dinamica, si nutrono in modo corretto, concedendosi solo qualche saltuario gratificante “strappo” alla regola, fumano poco o niente, bevono acqua minerale, gestiscono meglio le situazioni di stress.
Interessante notare come sempre di più i due mondi – uomo, donna – si stiano avvicinando: in tema di gestione dello stress, per esempio, entrambi quando si sentono depressi o sotto pressione escono a comprarsi qualcosa di nuovo, in genere un vestito (il 76% delle donne, il 56% degli uomini) – oppure si regalano un trattamento estetico o un massaggio (il 55% delle donne, il 44% degli uomini). Rimane sempre valido, per le donne, l’assunto “magro è bello” per cui si nutrono o cercano di farlo con cibi considerati sani – verdura, yogurt, cereali – e hanno come obiettivo principale tenere sotto controllo il “peso forma”, seppure in qualche caso sono state registrate situazioni di sottopeso (soprattutto tra le giovanissime: 22%).
I comportamenti alimentari risultano abbastanza in linea con le dichiarazioni d’intenti espresse in tema di nutrizione e benessere. Ciò testimonia un livello piuttosto elevato di informazione e di “cultura” di base e consapevolezza rispetto a ciò che fa o non fa bene. Esiste però una divaricazione tra informazione e applicazione.
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