Gli ex lavoratori del Cara di Mineo protestano a Trapani Reclamano gli stipendi davanti alla sede di Badia Grande

Da Catania a Trapani, per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi. Un gruppo di lavoratori del Raggruppamento Temporaneo di Imprese che gestiva fino al luglio scorso il Cara di Mineo, ha raggiunto questa mattina Trapani per presidiare la sede della cooperativa Badia Grande, capofila del Rti. 

I dipendenti vantano crediti relativi agli stipendi di giugno e luglio, oltre a lamentare il fatto che anche in passato gli emolumenti sono stati pagati con gravi ritardi. Presidente del Rti che riunisce la Fondazione San Demetrio di Piana degli Albanesi, il consorzio Agri.Ca di Agrigento, la Chiron di Catania e il consorzio Aretè di Trapani, è Antonio Manca, alla guida anche della capofila cooperativa Badia Grande. Proprio a lui i lavoratori oggi in trasferta a Trapani si sono rivolti per avere garanzie e chiarimenti. 

«Il Cara di Mineo – dice Pippo Tasca a nome di tutti i colleghi – ha chiuso di fatto i battenti dopo otto anni, in seguito alla revoca della concessione da parte della Prefettura di Catania, così da un giorno all’altro ci siamo ritrovati tutti per strada. Solo che da quel momento è scomparsa pure l’azienda. Siamo venuti oggi per farci ricevere da qualche dirigente e avere notizie sui nostri stipendi, sul nostro trattamento di fine rapporto, sulla nostra tredicesima, il mancato preavviso, quelli che insomma sono i diritti di ogni dipendente». 

Il presidente Manca, che alla fine ha incontrato i lavoratori, ha assicurato che entro la settimana saranno pagati i residui stipendi di giugno 2019 ed entro la fine di novembre saranno elaborate le buste paga e saldati gli stipendi di luglio. Ma per quest’ultimo mese solo relativamente alla prima metà, poiché dal 15 luglio 2019 la Prefettura di Catania ha revocato l’appalto relativo a fornitura e servizi alla persona, gestione amministrativa e registrazione stranieri, assistenza generica e sanitaria alla persona. Un appalto di quasi 17 milioni di euro che, sottolinea Manca, la Prefettura non avrebbe onorato fino in fondo lasciando il Rti con esposizioni e crediti.

Pamela Giacomarro

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