Gli emendamenti di Venturino: “Sui liberi Consorzi di Comuni rischiamo l’incostituzionalità”

IL VICE PRESIDENTE DELL’ARS ILLUSTRA LA PROPRIA POSIZIONE RISPETTO ALLA RIFORMA DELLE PROVINCE

“Data la ristrettezza dei tempi, non si poteva fare altro che cercare di migliorare il testo esitato dalla Prima Commissione Affari Istituzionali”.

Così il vice presidente dell’Ars, Antonio Venturino, specifica la ratio dei cinque emendamenti di cui è firmatario in tema di Istituzione dei liberi Consorzi comunali e delle Città Metropolitane.

“I miei emendamenti – spiega il vice presidente dell’Ars – mirano a migliorare la legge specialmente nella parte in cui si prevede che i Comuni possano aderire o meno ad un dato consorzio, garantendo che tale scelta discrezionale sia realmente rappresentativa del volere dei cittadini. Il sistema di elezione del presidente dei consorzi tra i Sindaci, così come previsto dal testo originario è giuridicamente illegittimo perché tendeva a fare eleggere a presidente del consorzio il Sindaco che avesse ottenuto soltanto il 40% dei voti in rappresentanza del 50 % della popolazione. I due parametri stabiliti dal testo originario non prevedevano il superamento della maggioranza, né nella votazione dei Sindaci, né nella maggioranza effettiva della popolazione. Uno dei miei emendamenti tende a valorizzare all’interno del libero consorzio il reale peso demografico dei singoli Comuni, garantendo allo stesso modo sia i Comuni più grandi che i più piccoli”.

Di seguito la relazione sugli emendamenti.

Art 1 comma 4: La ratio dell’emendamento consiste nel rendere chiaro che, al personale dipendente dei Liberi Consorzi sarà attribuito lo stesso trattamento giuridico- economico previsto dal contratto collettivo nazionale del comparto regioni autonomie locali. E’ evidente che tale contratto collettivo vigente, in godimento ai dipendenti delle province regionali continuerà ad applicarsi ai dipendenti trasferiti ai Liberi Consorzi.

Art. 2 comma 1 e 2: La ratio dell’emendamento mira a rendere più rigorosa l’adesione ad altro libero consorzio di comuni attraverso la deliberazione del consiglio comunale adottata con la maggioranza qualificata dei 2/3 dei componenti.

Si puntualizza che per maggioranza assoluta si intende la metà +1 dei componenti del collegio. L’adesione deve essere quindi garantita da una maggioranza ampia.

Art.5: La ratio dell’emendamento mira a garantire la rappresentatività del Presidente del libero consorzio che è eletto dal 55 % dei voti. Prevedendo una soglia più larga, si mira a garantire, altresì, che le minoranze (comuni più piccoli) non vengano tagliati fuori dagli accordi. Infine, si garantisce la governabilità con una maggioranza qualificata. Ciò in ossequio ai principi europei, e nello specifico al sistema di votazione del Consiglio Europeo.

Art. 7 e art. 8: La ratio degli emendamenti è di specificare la maggioranza qualificata del sistema indiretto da cui deriva l’elezione degli organi delle Città metropolitane. La riforma del Governo locale in Sicilia non deve essere un’operazione ideologica, né dettata dalla spending review. Piuttosto, deve essere un’operazione di serio riordino, di razionalizzazione dell’assetto amministrativo. Occorre una profonda riforma finalizzata a rendere competitivi i diversi territori della Regione, che attualmente, sono tagliati fuori da qualunque forma di attrattività per investimenti. Bisogna creare strumenti istituzionali per consentire ai diversi territori regionali di competere.

 

Redazione

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