Gli agricoltori catanesi contro l’Imu agricola «Pronti a sfilare coi trattori, anche all’Expo»

Monta la protesta a Catania. L’Imu agricola, la tassa sulla terra diventata legge il 19 marzo, si profila motivo di scontro tra il governo Renzi, gli agricoltori catanesi e le associazioni di categoria riunite sotto la sigla di Agrinsieme. L’imposta rischia di diventare motivo di disagio sociale per Catania, provincia in cui molti giovani devono frenare il proprio desiderio di ritorno alla terra perché scoraggiati dall’Imu. Gli agricoltori catanesi e quelli della provincia si sono ritrovati al Consorzio Agrario Interprovinciale di Catania, con trattori e bandiere, per protestare ufficialmente contro la decisione presa di non modificare i parametri di tassazione.

Manifestazione che potrebbe anche spostarsi Milano nei giorni di apertura dell’Expo, come annuncia Giuseppe Di Silvestro della Cia Catania. «L’Italia non è solo l’Expo, tutto il mondo dovrà rendersi conto dei provvedimenti che il governo Renzi ha riservato al nostro settore. Protesteremo ufficialmente per questa scelta». Di Silvestro ha smentito chi la notizia di dover pagare l’Imu del 2014. «L’Imu del 2014 non si paga, né si pagherà quella del 2015 – afferma – non ci arrendiamo, non ci stiamo a subire un provvedimento assurdo, che colpisce l’economia della Sicilia e provocherà la chiusura di molte aziende locali. Non solo in Sicilia e a Catania, ma in tutta Italia – ha continuato Di Silvestro -­ si è manifestato contro una tassa che rappresenta un’ingiustizia. Eserciteremo tutte le forze a disposizione. Se il governo non ci ascolterà, organizzeremo momenti di manifestazione forte e dura proprio nel periodo di maggio».

Durante la conferenza stampa Giovanni Selvaggi, presidente di Confagricoltura Catania, ha annunciato il ricorso alle vie legali per cercare di trovare soluzioni che rendano legittimo l’esonero della Sicilia dal pagamento dell’Imu. Anche quest’ azione trova compatto il fronte di Agrinsieme. Il coordinamento agricolo sta lavorando per raccogliere tutti gli elementi utili per avanzare un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale e arrivare alla «disapplicazione del dispositivo e alla sospensiva della legge». 

Contestualmente è stato chiesto un incontro con il presidente Rosario Crocetta che, come comunicato da Selvaggi, non ha ancora proposto una data utile. «Oggi abbiamo fermato i trattori pronti a sfilare per le vie di Catania. Renzi è andato avanti come un treno senza neanche interpellarci, senza tenere minimamente conto del bisogno di revisione degli estimi catastali».

­ A Catania sono diverse centinaia le aziende che dovranno presto far fronte a questo nuovo esborso. Imprese di piccola o di media dimensione, dai 3 ai 30 ettari, che dovranno corrispondere allo Stato (attraverso i Comuni) una media di 280 euro per ogni ettaro, fino a mille euro. A gestire queste aziende sono anche giovani imprenditori, come Nicolò, 29 anni, a capo di un’impresa agricola con sede a Caltagirone. L’Imu inciderà pesantemente sulla sua attività basata sull’ortofrutta e già proiettata nel mercato online grazie all’e­commerce. «Ogni tipo di coltura ha il proprio coefficiente – spiega Niccolò -­ più il reddito è alto, più si pagherà di Imu. Nella mia azienda di ortofrutta pagherò 300 euro l’ettaro per un’estensione di tre ettari circa. Altre aziende pagheranno 500, ­600 euro l’ettaro per estensioni di 30­ o 50 ettari». 

«A questo punto non si sa se è peggio la mafia o lo Stato – polemizza Francesco, 37 anni, imprenditore agrumicolo di Palagonia – si chiede di andare a pagare delle somme che nemmeno nell’immaginario possono essere sostenute dalle aziende siciliane. Il governo tassa la terra, un bene che da sempre è stato considerato principale come la vita e chi tassa la vita è come se accoltellasse un uomo alle spalle. Questo è quel che sta facendo il governo Renzi, ci sta uccidendo senza neanche metterci la faccia e senza confrontarsi con noi. Che Renzi e la sua coalizione vengano a lottare contro gli agricoltori siciliani, faremo in modo che non gli arrivi più nessun voto». 

Il 25 maggio a Roma una delegazione Nazionale di Agrinsieme incontrerà Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni.

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