Giusy Savarino: “Oggi guardo solo avanti. Il passato mi interessa solo per migliorare il futuro”

INTERVISTA CON LA PROTAGONISTA DI AMUNI’SICILIA, IL MOVIMENTO CHE SI PROPONE DI RAGGIUNGERE UN OBIETTIVO AMBIZIOSO: RIUNIFICARE LE TANTE ANIME DEL CENTRODESTRA SICILIANO. GUARDANDO, OVVIAMENTE, A ROMA

Il convegno di Amunìsicilia con tanti esponenti del centrodestra nazionale e siciliano. Berlusconi. Il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano in ‘bilico’ tra Berlusconi e Renzi. Qualche ‘pennellata’ sugli uomini e le donne di Forza Italia in Sicilia che sono sempre gli stessi e le stesse. Le considerazioni ‘inattuali’ su Raffaele Lombardo. Il giudizio su Rosario Crocetta e sul suo Governo. Totò Cuffaro che paga per tutti. E infine la sua avventura personale: il suo silenzio durato quai otto anni e il ritorno in politica con la passione di sempre.

Parla Giusy Savarino, avvocato, già parlamentare regionale. Poi finita nel ‘tritacarne’ della Giustizia, assolta con formula piena e, adesso, di nuovo in pista. Con un sogno: provare a contribuire alla riunificazione di un centrodestra siciliano che perde solo perché rimane diviso.

Cominciamo con un bilancio della manifestazione di qualche giorno fa a Palermo.

“Bilancio senz’altro positivo, nonostante i 32 gradi e nonostante essere stati costretti, causa voli di rientro dei nostri ospiti, ad anticipare di un’ora il talk show conclusivo, abbiamo visto partecipare oltre 500 persone nell’arco della giornata, e tra questi docenti, parlamentari, imprenditori e tanti giovani amministratori in gamba di tutta la Sicilia, molti dei quali hanno aderito spontaneamente registrandosi attraverso il sito, www.amunisicilia.it e la pagina facebook”.

Vediamo di capire quasi sono gli elementi di questo bilancio politico positivo.

“Dalle 7 tavole rotonde tematiche sono emersi spunti interessanti che sono stati riportati dai giovani ai deputati nazionali nostri ospiti, arricchendosi delle loro riflessioni. Ora questo materiale frutto di scontro, confronto ed incontro, sarà inviato ai coordinatori nazionali dei partiti coinvolti. Non vorrei apparire presuntuosa, ma dopo Amunì si è aperto un confronto a livello nazionale tra i partiti di centrodestra, di cui siamo stati antesignani”.

Anche Berlusconi, proprio in questi giorni, parla di riunificazione del centrodestra…

“La sentenza di assoluzione ci riconsegna un Berlusconi rinvigorito e più sereno. Mi auguro possa nuovamente farsi interprete delle istanze del popolo di centrodestra e che si possa costruire un percorso che superi l’idea di partito verticistico per arrivare ad un movimento pluralistico, che parta dal basso e sappia ascoltare il territorio. So che, informato della nostra iniziativa, l’ha accolta positivamente, credo che questi siano per lui segnali importanti”.

Alla fine Angelino Alfano e il Nuovo centrodestra torneranno con Berlusconi o finiranno a fare da costola al PD?

“A mio avviso, sostenere Renzi senza riuscire a qualificare l’azione di governo non potrà che peggiorare il loro già esiguo spazio di visibilità. Poi rimane un’incongruenza segnata anche dal nome del partito stesso, Nuovo centrodestra: come potrebbero stare a sinistra? Con certezza mi risulta una forte diatriba interna tra chi, come Nunzia De Girolamo, Barbara Saltamartini e Maurizio Lupi (che noi infatti avevamo invitato e purtroppo ha avuto un contrattempo) sono per un’immediata apertura di dialogo con Berlusconi e il centrodestra, e altri che, forse anche per motivi personali, sono più restii. Vedremo che succederà. Noi continueremo a stimolarli già da Settembre”.

Berlusconi si ritirerà e darà spazio a una delle sue due figlie o continuerà a fare il leader?

“Anche in un momento di debolezza come questo, artatamente creato da falsi allarmi spread, processi ingiusti e trame europee a suo danno, la leadership di Berlusconi rimane salda, e sono certa che saprà farsi lui stesso promotore della costruzione di un futuro centrodestra rinnovato e rafforzato. Le primarie di coalizione proposte da Giorgia Meloni, per le quali anche noi, il 19 ad #Amunì, abbiamo firmato, possono essere un mezzo”.

In Sicilia il centrodestra sembra ancora maggioritario, ma è troppo diviso. Perché? E cosa bisognerebbe fare per riunificarlo?

“Forse troppi personalismi, errori passati, uomini non sempre adeguati al compito chiamati ad assolvere hanno reso il centrodestra siciliano frammentato e oggi politicamente incapace di incidere, anche dall’opposizione, sulle scelte di un Governo regionale che ci sta portando al default. Come racconta Giuseppe Catania, chiamato a selezionare la classe dirigente di Forza italia in Sicilia, nel ’94 si commise un errore di fondo, dettato dalla fretta e dalla poca credibilità iniziale del progetto: candidare gente avulsa dalla politica. Poi sarebbe stato opportuno avere il coraggio di valorizzare la crescita di una classe dirigente più autorevole e con capacità politica. Invece per vent’anni sono rimaste le stesse facce del ’94. Personaggi che non sempre si sono dimostrati all’altezza dei ruoli ricoperti. Ora bisogna dare una sferzata di orgoglio, e onestamente qualcuno ci sta provando, ma serve di più! Probabilmente servono nuove energie e nuovi stimoli, che solo l’entusiasmo e la passione dei giovani possono portare. Ecco: io immagino un centrodestra pieno di facce nuove e se qualche talent scout fosse venuto il 19 ne avrebbe trovati tanti di talenti da valorizzare”.

Parliamo della Regione: un giudizio sul Governo Lombardo. E un giudizio su Lombardo.

“Il Governo Lombardo ha avuto qualche luce e molte ombre. Ha intrapreso un autorevole braccio di ferro a Roma a tutela delle nostre prerogative statutarie, ma poi ha puntato su una classe dirigente a tratti incompetente e inadeguata che non ha saputo farsi interprete dei bisogni veri dei siciliani. E, soprattutto, ha messo in stand by una ‘macchina’ regionale che Cuffaro aveva saputo avviare. Lombardo è una persona molto acuta ed intelligente, che però ha commesso degli errori politici che sono stati causa del suo stesso declino: e cioè non avere rispettato la maggioranza che lo aveva eletto e avere dato spazio politico nel suo governo ad una sinistra che, forse, riteneva lo garantisse di più e che invece lo ha abbandonato nel momento più difficile, portandosi dietro le ‘casse’ piene. Poi sulle scelte elettorali del 2008 non serve infierire, l’errore è stato macroscopico, ma non fu l’unico a commetterlo, lui ci mise la faccia, altri si mossero sottobanco”.

Un giudizio sul Governo Crocetta.

“Pessimo! Serve aggiungere altro? Userei le parole di Pietrangelo Buttafuoco nel suo Buttanissima Sicilia: con Crocetta la Sicilia è solo impostura. Lui anziché risolvere un problema, lo criminalizza, e chi lo contesta o è omofobo o è mafioso, e così in Sicilia si è creato un clima di terrore e la corsa ad acquisire la patente antimafia. Chi l’acquista dando un assessorato alla figlia di un eroe antimafia, ahimè non all’altezza del ruolo, chi dando un seggio, chi un sottogoverno e chi dando 300 euro di contributo o poco più, ci dicessero qual è il tariffario della certificazione antimafia doc, così ci si regola, perché i conti non tornano! Al di là del facile sarcasmo, la situazione in Sicilia è allarmante, una Giunta regionale squalificante, fondi europei non spesi, conti in rosso, rinuncia al contenzioso con lo Stato senza neanche averne il potere in cambio di elemosine. E le riforme? Mozze, sconclusionate, solo abbozzate, Commissione Statuto non pervenuta, ma quale idea ha di Sicilia Crocetta? Dove vuole portarci? All’Arena di Giletti o in qualche altro siparietto tv? Poi io, come ogni donna siciliana impegnata nel sociale, mi sento umanamente offesa per la scelta di fare della sua segretaria, bergamasca, un assessore regionale siciliano. Una vergogna! Crocetta sparirà presto dalla scena politica siciliana così come è sparito nella stima dei siciliani che gli hanno creduto. Gli auguro un futuro come l’On. Pivetti, a presentare una simpatica trasmissione estiva, in seconda serata, sulle reti Mediaset, probabilmente ne sarebbe felice, noi senz’altro!”.

E’ normale, secondo lei, che un’organizzazione imprenditoriale come Confindustria Sicilia gestisca da quasi sei anni l’assessorato regionale alle Attività produttive?

“Ed è normale che proprio quell’assessorato che avrebbe dovuto sostenere le imprese e l’economia siciliana risulti protagonista del fallimento della spesa dell’agenda europea proprio di quegli anni e il Presidente di Confindustria colpevolizza gli altri? Quante risorse sprecate! Bisognerebbe avere la dignità di assumersi le proprie responsabilità e, invece, abbiamo visto sulle cronache il Dott. Montante scaricare ufficialmente Crocetta e incoronare il suo successore, l’On. Faraone, senza neanche un piccolo coscienzioso mea culpa. Insomma…”.

A quanto pare Totò Cuffato è l’unico politico siciliano ‘colpevole’: possibile?

“Non entro nel merito della sentenza, anche se la sua condanna fu contestata dal Procuratore Generale presso la Cassazione, un Magistrato, ed è naturale che qualche dubbio rimane anche a noi liberi cittadini. Una cosa è certa: Cuffaro è stato l’uomo politico più votato in Sicilia, in assoluto. Ha segnato dei risultati positivi (si pensi alla spesa dei fondi europei, alle tante leggi di riforma, ai tanti investimenti sbloccati), ma ha certamente commesso delle leggerezze, e forse proprio perché era cosi amato e senza poteri forti a tutelarlo, a differenza di altri che hanno colpe maggiori, lui sta pagando. Oggi è rimpianto non solo da chi gli ha voluto e gli vuole bene, ma anche da chi ha creduto ed investito in altri progetti che si sono trasformati in clamorosi fallimenti. Ed è pubblicamente rimpianto da dirigenti e deputati anche del PD:  questo qualcosa vorrà dire, no!”.

Qualche considerazione sul suo caso.

“E’ ormai alle spalle! Ho subito un processo ingiusto per concorso morale in abuso d’ufficio. Sono stata assolta con formula piena. Ho sofferto tanto per molti anni. Ho certamente perso occasioni importanti che non so se mi si ripresenteranno. Ma ho ascoltato la mia coscienza scegliendo di defilarmi finché non si fosse chiarita la mia posizione. Oggi guardo solo avanti per migliorare il futuro. Ora il passato al passato, guardiamo avanti con nuovi stimoli e fiducia, Amunì!”.

 

Giulio Ambrosetti

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