Code per le firme al mercato di Cinisello Balsamo, in provincia di Milano. Seimila adesioni in poche ore in Lombardia e, a Sud, 2000 sottoscrizioni in Campania. Sono i primi numeri della campagna per il referendum sulla Giustizia lanciata dalla Lega di Matteo Salvini con il partito dei Radicali. «Se si raggiungono già in questo week-end la metà delle firme necessarie vuol dire che la gente è pronta», dice il leader del Carroccio. Che però non potrà contare su Catania, dove al momento il contatore delle firme è fermo a zero. E non per il disinteresse dei cittadini: quanti, già pochi minuti la presentazione del banchetto allestito davanti villa Bellini, volevano sottoscrivere la petizione sono stati rimandati indietro. Colpa di un problema ai moduli, secondo quanto spiegato informalmente anche a giornalisti e operatori presenti all’inaugurazione.
Una questione insuperabile, considerato che le firme per le leggi di iniziativa popolare, per essere valide, devono essere apposte su appositi moduli preventivamente vidimati dal Comune in cui si svolge la raccolta e possono essere utilizzati solo in quel territorio. Così l’avvio della campagna a Catania, in concomitanza con altri 3000 banchetti in tutta Italia, si è trasformata in una presentazione alla stampa per poi chiudere bottega. Tra i presenti, il consigliere comunale Emanuele Nasca e l’assessore del Comune di Catania alla Protezione civile Alessandro Porto, quest’ultimo coordinatore provinciale della Lega. Nella foto di rito anche il sindaco di Motta Sant’Anastasia e vice coordinatore regionale del Carroccio Anastasio Carrà e il coordinatore giovanile Alessandro Lipera.
A domanda diretta, però, seppur con qualche tentennamento, i protagonisti spiegano che il rinvio catanese sarebbe in realtà una scelta. «Oggi abbiamo presentato la raccolta firme alla città – replica Lipera contatto da MeridioNews – Lunedì usciremo con un calendario per la raccolta firme il prossimo fine settimana a Catania e provincia. Vogliamo fare una cosa oleata, perché ci vuole un vero coinvolgimento della cittadinanza anche sensibilizzando sul tema». E i moduli che mancano? «Abbiamo inoltrato la richiesta al Comune e verranno vidimati in settimana, per fare le cose bene», continua. Facile pensare a un semplice ritardo organizzativo che ha fatto saltare l’avvio della campagna, ma per Lipera «ognuno organizza i banchetti come meglio crede, diciamo, in base al territorio».
Una scelta in controtendenza con il resto dell’Italia e, forse, così avanti che si teme non venga compresa. Tanto che sulla pagina Facebook Lega Sicilia Salvini Premier si sorvola sulla questione e, in un post, si legge: «Sono già molte le firme raccolte questa mattina nei gazebo di Caltanissetta, Catania e Santo Stefano Quisquina», con annessa fotografia del temporaneo banchetto etneo. «Come si dice a Catania, vogliamo fare le cose col miccio (per bene, ndr)». Ma con calma.
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