Giuseppe Laganà, il commissario di gara morto Amico: «A volte pagava spese di tasca propria»

«Sono addoloratissimo, come se fosse venuto a mancare un mio parente». A parlare è Benedetto Lo Duca, amico di Giuseppe Laganà, il commissario di gara che ha perso la vita travolto dall’auto di Mauro Amendolia nel corso della Targa Florio. Lo Duca è un insegnante e un appassionato di rally, ha conosciuto Giuseppe, Pippo per gli amici, tra gli spalti. «Lo avevo incontrato giusto qualche giorno fa, come sempre entusiasta per l’imminente servizio alla Targa Florio – racconta a MeridioNews il professore -. Ci incontravamo spesso, perché svolgeva il ruolo di ufficiale di percorso in tutte le gare di Sicilia, era sempre disponibile e non badava ai costi che ciò richiedeva: gli rimborsavano soltanto le spese e ci sono state volte in cui ha sborsato denaro proprio, ma a lui non importava, presenziare alle gare di rally era la sua passione», aggiunge Lo Duca.

A Lentini, Laganà era conosciuto come una persona per bene. Padre di tre figli, aveva 56 anni e faceva l’escavatorista a Catania. Era anche appassionato di motociclismo e fan di Valentino Rossi. Pochi giorni prima dell’incidente aveva postato su Facebook una sua foto scattata lo scorso anno alla Targa Florio col campione Jacky Ickx. «Una persona di una religiosità incredibile – prosegue Lo Duca -. Ogni sera ci dava la buonanotte sui social pubblicando parole e frasi del Vangelo o ogni volta immagini sacre, che stavolta purtroppo non lo hanno protetto». L’amico ricorda poi la carriera da commissario. «Non era limitata solo alla Sicilia – prosegue -. Ogni anno partecipava al rally di Sardegna, che fa parte del campionato mondiale, anche lì faceva il commissario di gara. A volte, quando lo incontravo, mi diceva: “Professore, ma lei non viene ad assistere al rally mondiale?”. Non meritava una fine del genere. Seguo le gare automobilistiche sin da bambino e di incidenti con una dinamica simile non ne avevo mai sentito parlare», conclude commosso il docente. 

A ricordare Laganà è anche Salvatore motociclista del gruppo Old Class Motorcycles, e «amico di caffè» di Pippo. «Ci incontravamo al chiosco – dice -. Parlavamo di moto raduni e spesso partecipava a quelli che organizziamo noi. Era una brava persona, amico di tanti». La morte del 56enne ha sconvolto i tanti amici e conoscenti che in queste ore stanno riempiendo i social network con le foto dell’uomo e messaggi di cordoglio per la sua famiglia. «Che tristezza – scrive Renato – il nostro era un rapporto di affetto e di stima reciproca, fatto di gentilezza e spontaneità».

Danilo Daquino

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