Giunta, un nuovo look per Palazzo delle Aquile  Restauro da 8,1 milioni, ma «niente sgombero»

Se ne parlava da anni, adesso il restauro di Palazzo delle Aquile sembra più vicino. La giunta Orlando ha approvato la delibera per l’accordo quadro da 8,1 milioni di euro scovati e assegnati dal Cipe tra i residui dei fondi Fas. L’accordo quadro sarà valido quattro anni. Secondo il piano triennale delle opere pubbliche approvato ad agosto dal Consiglio comunale inizialmente i lavori dovevano costare ancora di più, 12,5 milioni divisi in più stralci (9,6 per il primo). Troppi, secondo il vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici Emilio Arcuri: «Con i tempi che corrono mi sembrava una cifra eccessiva. Ho imposto alcuni aggiustamenti e siamo scesi a 8 milioni».

Sede municipale e di rappresentanza del sindaco insieme a Villa Niscemi, casa della giunta, del consiglio comunale, della sua presidenza e dei gruppi consiliari, luogo di lavoro del segretario generale e di diversi altri uffici, Palazzo delle Aquile ha davvero bisogno di un massiccio intervento che non si limiti alle piccole manutenzioni o riparazioni. Soprattutto dopo che negli ultimi anni ha riscoperto la sua vocazione turistica con la riapertura al pubblico, ad esempio, del rifugio antiaereo sotterraneo o dopo il restyling della cancellata della Fontana Pretoria, resa accessibile al pubblico e affollata ogni giorno da decine di curiosi e turisti che vogliono scattarsi un selfie.

L’ultimo restauro di una certa consistenza risale addirittura alla fine dell’Ottocento grazie all’architetto Damiani Almeyda anche se nel corso dei decenni sono stati effettuati diversi ritocchi. Interventi utili ma «estemporanei e non coordinati»: l’ultimo, che si è limitato ai fronti esterni dell’edificio, è stato effettuato in occasione della conferenza mondiale dell’Onu contro il crimine organizzato transnazionale del 1999-2000. Anche gli interventi di manutenzione dell’ultimo decennio hanno risolto solo problemi specifici senza affrontare nel complesso tutte le questioni: l’installazione dei climatizzatori, la manutenzione straordinaria dei solai lato via Maqueda, l’adeguamento dell’ascensore, il restauro dello scalone di accesso da vicolo Santa Caterina, la nuova portineria, le infiltrazioni d’acqua causate dal maltempo, perfino i danni causati dalle manifestazioni di protesta.

Per il progetto odierno, che ha mosso i primi passi nel 2006, i tecnici comunali sono ripartiti proprio dal restauro di Almeyda. I lavori procederanno a tappe per non dover chiudere il municipio trasferendo in massa le attività amministrative e istituzionali. Anche su questa punto Arcuri ha da ridire: «Il progetto originario prevedeva tempi più stretti ma lo sgombero totale del palazzo, cui mi sono opposto. Con questo nuovo progetto intendiamo mantenere il più possibile le attività in corso e limitare i disagi. Non è previsto lo sgombero dell’edificio, solo spostamenti temporanei. Toccherà anche al Consiglio perché interverremo anche a Sala delle Lapidi».

Degli 8,1 milioni 6 sono per i lavori (350mila per la sicurezza) e 2,1 somme a disposizione dell’amministrazione (fra cui 795mila di Iva). Palazzo delle Aquile ne uscirà completamente rinnovato, anche nella disposizione di stanze e uffici. Come spiega la scheda tecnica, infatti, è prevista «la rimodulazione complessiva degli ambienti dell’edificio di rappresentanza e degli uffici per venire incontro alle esigenze funzionali e di fruizione, anche pubblica, del monumento; il risanamento delle strutture murarie ammalorate e la realizzazione di sistemi naturali di contrasto all’umidità di risalita per la parte basamentale; il consolidamento strutturale dei solai o la loro integrazione/sostituzione per le parti sottodimensionate; la demolizione delle superfetazioni e degli elementi architettonici incongrui recenti; la manutenzione straordinaria completa dell’intera copertura e la riorganizzazione di alcune falde, nonché il rifacimento, opportunamente potenziato, del sistema di smaltimento delle acque meteoriche».

E ancora «l’inserimento di un nuovo corpo scala e la rimodulazione di porzioni dell’esistente per l’adeguamento a norma delle vie di esodo; la realizzazione di un nuovo ascensore e di piattaforme elevatrici per il totale abbattimento delle barriere architettoniche; la riorganizzazione complessiva dei servizi igienici esistenti e l’inserimento di nuovi; il rifacimento a norma degli impianti tecnologici: idrico-sanitario, elettrico e speciali, di sicurezza e controllo, di climatizzazione e antincendio; la manutenzione e restauro dei prospetti esterni; i restauri degli elementi di arredo fisso di pregio storico-artistico e delle superfici architettoniche decorate e modanate».

Inoltre sarà installata la videosorveglianza, si punterà sul risparmio energetico e saranno restaurati lo scalone monumentale, i portali, tutte le decorazioni e modanature, i soffitti decorati dei saloni del secondo piano e la pavimentazione di marmo di Sala delle Lapidi. Infine, «nell’androne saranno ripristinate le cromie originarie e il lucernario e nelle Stanze della Deputazione saranno restaurate le decorazioni e il soffitto ligneo cinquecentesco».

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