Giunta Crocetta, oggi la verità?

In un clima di grande incertezza proseguono le trattative tra le forze politiche che hanno vinto le elezioni per dare vita alla nuova giunta regionale. I tempi stringono. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha detto che avrebbe completato la composizione del Governo entro la fine di questa settimana. Sarà così?

Oggi, in effetti, stando a indiscrezioni, il presidente dovrebbe incontrare il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, e il coordinatore dell’Udc siciliana, Giampiero D’Alia. Da questi due Partiti dovrebbero arrivare le indicazioni dei nomi: quattro dal Pd e tre dall’Udc. Più la ‘chiusura’ dell’accordo su Giovanni Ardizzone presidente – altro Udc – dell’Ars. I sette assessori dovrebbero essere non-parlamentari: cosa, questa, che ha provocato molti mal di pancia al Pd, mentre D’Alia è ben felice, visto che dovrebbe scegliere tre assessori di proprio gradimento (più il presidente dell’Ars, Ardizzone, suo fedelissimo).

In realtà, lo scenario è più complesso, perché Crocetta, che ha già messo in difficoltà i propri alleati con il suo super attivismo, si sta dimostrando un osso molto più duro di quanto i dirigenti del Pd e dell’Udc pensavano. Il presidente ha più volte dichiarato di volere una giunta di “alto profilo”, sganciata dalle vecchie logiche dei Partiti: cosa, questa, che crea non poche frizioni.

Nel Pd i malumori sono ormai evidenti. Anche se , in questo Partito, sembrano ormai due i punti di vista. Da Roma si guarda all’esperienza siciliana con una certa tranquillità: la stessa nuova formazione politica che Crocetta starebbe mettendo su con il parlamentare nazionale, Beppe Lumia, viene vista con una certa sufficienza: se non altro, perché questo nuovo Partito dovrebbe presentarsi in alleanza con il Pd. Quanto alle frizioni siciliane, sono incomprensioni destinate a scomparire, come ha detto qualche giorno fa lo stesso segretario nazionale del Pd, Bersani, in visita in Sicilia.

Lo scenario, invece, appare diverso visto dalla Sicilia. A dimostrarlo è l’insofferenza verso Crocetta manifestata sempre più apertamente da tanti dirigenti del Pd. Il timore di questi ultimi che è il nuovo presidente della Regione avrebbe tutta l’intenzione di giocarsi una partita utilizzando al massimo i poteri che ha a disposizione. Magari facendo pesare, in un modo o nell’altro, l’ultima parola sulla composizione della giunta e, perché no?, sulla stessa scelta del presidente dell’Ars.

Insomma: se a Roma sembra tutto semplice, in Sicilia tutto appare più complicato. 

Oggi i giornali accennano a un accordo che sarebbe stato raggiunto sul nome di Giovanni Ardizzone alla presidenza dell’Ars. Notizia un po’ vecchia e, in verità, non troppo lineare: perché proprio in queste ore il capogruppo uscente del Pd all’Ars, Antonello Cracolici, starebbe riprovando a mettere in discussione la candidatura di Ardizzone per riproporre la propria.

Partita ancora aperta, allora, per la presidenza dell’Ars? Molto dipenderà da Crocetta. O meglio, dai rapporti tra Crocetta e l’Udc, che fino ad oggi rimangono un po’ misteriosi. Se il presidente deciderà di non dare troppo potere all’Udc (tre assessorati più la presidenza dell’Ars darebbero a questo Partito un potere notevole: d’interdizione, ma anche di manovra nel Governo, all’Ars e negli stessi rapporti tra Governo e Ars), il 4 dicembre, quando Sala d’Ercole si riunirà per eleggere il presidente dell’Ars potrebbero verificarsi sorprese.

Sulla carta, l’elezione di Giovanni Ardizzone non dovrebbe essere messa in discussione: ai 39 parlamentari che sostengono l’attuale Governo Crocetta, infatti, si dovrebbero sommare i cinque voti del Cantiere Popolare-Pid. Ma sono solo calcoli teorici, perché da qui al 4 dicembre potrebbe succedere di tutto.

 

Redazione

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