Dopo l’annuncio restano gli interrogativi. Parliamo di Franco Battiato e del suo ‘presunto’ ingresso nella giunta regionale di Rosario Crocetta. Appena due giorni fa, in conferenza stampa, a Catania, il nuovo Presidente della Regione, ha annunciato urbe et orbi che il musicista catanese sarebbe stato il nuovo assessore regionale alla Cultura.
Una notizia accolta con molto entusiasmo, alla quale, anche i media nazionali, hanno dato grande risalto. Si capisce: nessuno dubita della competenza in materia del cantautore, che certamente è un intellettuale di primo piano (semmai, tra i fans, qualche dubbio sull’opportunità della scelta).
Una notizia che, però, ha cominciato subito a scricchiolare. Immediatamente Battiato ha, infatti, precisato di essere disposto a impegnarsi, ma solo parzialmente, di non avere nessuna intenzione di cambiare mestiere e di non volere avere a che fare con i politici.
La domanda sorge spontanea: come farà a ricoprire l’incarico con queste premesse? Per carità, del tutto condivisibili. Ma non in linea con quanto prevede un ruolo istituzionale.
Ieri, altro colpo di scena: non sarà assessore alla Cultura, ma al Turismo. Altra precisazione di Battiato: posso occuparmi di alcuni progetti, non di tutte le competenze del settore: “Io non voglio occuparmi di beghe amministrative e non voglio ricevere politici”. Chiarissimo.
Dichiarazione che ha, comprensibilmente, portato la stampa ad ipotizzare per lui un ruolo di consulente. Speciale, ma pur sempre consulente.
Ipotesi nettamente smentita da Crocetta: “Farà l’assessore”. In che senso? Vuol dire che Battiato affiderà la gestione di tutte le competenze previste dal ruolo ad un burocrate, mentre lui si concentrerà solo su alcune iniziative? Ci sembra improbabile che possa riporre così tanta fiducia in un burocrate. E, se lo farà, gli augureremo buona fortuna.
L’altra ipostesi è quella di cucirgli addosso un assessorato ad hoc che preveda alcune deleghe della Cultura e altre del Turismo. Ipotesi, al momento, del tutto campata in aria. Perché per istituire un altro assessorato, o modificare lo schema di quelli attuali, sarebbe necessaria una legge approvata dall’Ars.
Il dubbio, che speriamo venga smentito, è che con l’annuncio si sia fatto il passo più lungo della gamba. Che si sia voluto indicare un nome importante, prima di verificare la reale disponibilità ad assumersi tutte le responsabilità del ruolo. O la possibilità di disegnargli un incarico su misura.
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