Giro dell’Etna, a Belpasso è polemica per le strade chiuse Sindaco: «Miglioreremo, ma qualcuno vuole creare un caso»

Una domenica di sport non digerita dai residenti di Belpasso. Colpa della chiusura di alcune strade, nel quartiere Borrello, per consentire il passaggio dei ciclisti che hanno preso parte alla prima edizione della gran fondo giro dell’Etna. Storica manifestazione nata nel 1980 e che, negli anni, ha subìto diverse rivisitazioni nell’organizzazione.

Il percorso, con il via a Pedara, prevedeva un percorso di 123 chilometri con oltre duemila metri di dislivello. Diversi i Comuni toccati dall’evento: Trecastagni, Nicolosi, Zafferana Etnea, Bronte e Ragalna. Tutto sembra essere filato liscio tranne a Belpasso, dove domenica si teneva anche l’ottava della festa della Madonna della Guardia. Diversi cittadini, attraverso i social e il gruppo Facebook Vivi Belpasso, si sono lamentati per la chiusura delle strade e per essere rimasti incolonnati, intorno alle 12, per circa 60 minuti

Il 23 settembre scorso, il Comune aveva pubblicato un’ordinanza sull’albo pretorio in cui si indicava «la temporanea chiusura al traffico per una gara ciclistica». Nel documento, oltre che attraverso un post sulla pagina Facebook del Comune risalente al 21 settembre, venivano elencate le strade interdette ma non era mai stata evidenziata la presenza di un percorso alternativo, salvo specificare che l’ordinanza era stata trasmessa agli uffici per «apporre la necessaria segnaletica verticale e orizzontale». 

«Come amministrazione, siamo sgomenti per tutta questa polemica – replica a MeridioNews il sindaco di Belpasso Daniele Motta – Basti pensare che per il Giro d’Italia le chiusure sono state maggiori e con tempi più lunghi e nessuno si è mai lamentato. Questa volta, abbiamo avuto una piazza e due strade chiuse ed è scoppiato un caso, capisco che ci sono le elezioni che si avvicinano e magari qualcuno cerca di costruirci un caso, anche fomentando i commercianti. Probabilmente – conclude – qualcosa non ha funzionato e ci impegneremo a fare meglio la prossima volta, c’erano dei percorsi alternativi ma è normale che si creino degli ingorghi».

Dario De Luca

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