«Nessuno più di lui sarebbe vero Garante dellUnità dello Stato, vero padre della Patria, vero paladino dellItalia e degli italiani». Sono le parole di Michaela Biancofiore, deputato del Popolo della Libertà e ideatrice del comitato che chiede la nomina di Silvio Berlusconi al Quirinale. «Non si può non sapere che questa sarebbe la volontà del popolo italiano se ci fosse lelezione diretta del Presidente della Repubblica», scrive.
La sua è un’iniziativa nata dalla collaborazione con Simone Furlanpresidente di Forza Insieme e il giovanissimo Alessandro Bertoldi, presidente di Vis studentesca, che sul sito del comitato scrive:«Io a diciotto anni sono coordinatore provinciale dellAlto Adige perché un giorno lui (Berlusconi) ha avuto fiducia in un altro giovane, una donna (la Biancofiore medesima, ndr) che a ventitré anni lo ha seguito in Forza Italia e che di conseguenza, forte dei suoi insegnamenti, ha dato a me lopportunità. Ne esiste un altro in Italia così?».
Intanto «Berlusconi unico leader», «Forza presidente» e l’immancabile «Meno male che Silvio c’è» sono solo alcuni dei commenti sul sito del comitato, che nell’arco di pochi giorni si è diffuso lungo tutta la penisola con un tam tam di telefonate tra esponenti politici pidiellini e giovani berlusconiani in cerca d’attenzione. Così a riempire le liste dei comitati sono per lo più nomi di studenti liceali e universitari, aspiranti politici o semplici sostenitori del cavaliere. Poi la storia di Silvio, con tanto di racconti degli ex compagni di scuola. Una lettera a firma della Biancofiore e il sondaggio: «Vuoi anche tu Silvio Berlusconi Presidente della Repubblica Italiana?».
Un comitato di berlusconiani apposta per Berlusconi, con diversi rappresentanti per regioni e città, che mette insieme tanti giovani appartenenti a movimenti politici di destra. Tutti convinti sostenitori del cavaliere, tra cui il catanese Michele Schillaci, appena diciottenne e rappresentante del comitato per la città di Catania e la Sicilia orientale. Il giovane, iscritto al Pdl e prossimo alla maturità, frequenta il liceo classico Mario Cutelli di Catania e vede in Berlusconi un modello di ispirazione. «Ho iniziato ad interessarmi di politica all’età di dodici anni», ci racconta. «Frequentavo le scuole medie e seguivo con attenzione le cronache dei giornali e i dibattiti televisivi sulla campagna elettorale che quell’anno vide la vittoria di Romano Prodi. Ricordo – continua – che in quel periodo fui affascinato dalla personalità carismatica di Berlusconi. E da allora è nata in me una curiosità che col tempo si è trasformata in passione politica».
Una scelta solo sua, quella di essere un berlusconiano, ci racconta. Nessuno dei familiari, infatti, lo avrebbe influenzato in questi anni. «Anzi dice i miei genitori sono due persone che non si sono mai interessate particolarmente al mondo politico. Sono sempre stato io a spronarli, specie in prossimità delle elezioni». Unico legame col partito del cavaliere è quello con lo zio veneto, l’avvocato Alessandro Nici Grifeo, rappresentante del comitati pro Berlusconi al Quirinale per la sua città, che avrebbe fatto il nome del nipote al presidente di Forza Insieme. «Sono stato contattato da Furlan poco prima di Pasqua racconta il giovane e, sapendo che sono berlusconiano, mi ha voluto nella sua squadra, come punto di riferimento per Catania». Poi, alla domanda sulla responsabilità dell’incarico e sul perché abbiano scelto proprio lui, il giovanissimo Schillaci risponde: «Di certo verrò affiancato da qualcuno ma sul perché abbiano scelto me Furlan è stato chiaro: abbiamo bisogno di giovani appassionati al Sud».
«Vogliamo mandare un segnale forte in Parlamento», dice il rappresentante etneo. Perché «anche se non è possibile votare il Presidente della Repubblica, di certo moltissimi italiani sarebbero felici che fosse Berlusconi». Poi, sul da farsi del comitato dice: «Abbiamo iniziato a discuterne solo in questi giorni. Non so ancora come ci muoveremo. Dobbiamo cercare di promuovere l’iniziativa per creare un gruppo numeroso, anche raccogliendo firme».
Così giovani, anzi giovanissimi, hanno iniziato a mobilitarsi in tutta Italia perché il loro leader raggiunga la più alta carica dello Stato. Uniti dall’idea comune che solo Berlusconi al Quirinale migliorerebbe questo Paese. Lui che, come scrive la Biancofiore sul sito del comitato, «ha sempre guardato al merito e non alla partigianeria politica». Riferendosi forse a quella meritocrazia che oggi qualcuno chiama politica dell’opportunità. Ma che con la politica non dovrebbe avere nulla a che fare.
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