Significativa la scelta, ma luogo poco visibile quello del Policlinico di Palermo dove, in occasione della giornata internazionale per l’aborto sicuro, gratuito e garantito, è stato organizzato il presidio delle associazioni (tra cui anche l’Udi) e militanti femministe, racchiuse sotto la sigla
Non Una Di Meno. A complicare il tutto anche il divieto – da parte degli agenti della Digos – di sostare davanti l’ingresso del reparto per non turbare la degenza delle partorienti presenti all’interno della struttura ospedaliera.
Spostato, quindi, il presidio di qualche metro si è dato inizio all’assemblea pubblica che ha subito toccato
il tema dello smantellamento dei consultori e del conseguente «sabotaggio sistematico della libertà di scelta delle donne». Alla presenza di qualche uomo, aderenti all’UAAR e a Potere al Popolo, si è continuato parlando della Legge 194 che «viene disattesa da parte della Regione Siciliana», nel punto fondamentale della contraccezione gratuita che finisce per non assicurare la procreazione responsabile e la salute delle donne. Controllate a distanza dai carabinieri e da un gruppetto di anziani incuriositi dall’insolito raggruppamento pomeridiano, le militanti hanno proseguito con interventi e testimonianze, lanciando un ultimo grido di allarme: «La Sicilia è una delle regioni in cui si pratica meno l’aborto e allo stesso tempo l’obiezione di coscienza raggiunge la cifra del 89 per cento e tutto questo attacca l’autodeterminazione delle donne, soprattutto se precarie, povere, giovani e migranti».
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