Anche Palermo celebra a modo suo la Giornata Europea contro la tratta di esseri umani, istituita dalla Commissione Europea nel 2007 con l’obiettivo di favorire una maggiore sensibilizzazione su una delle più gravi violazioni dei diritti umani. E il capoluogo lo fa, tirando le somme di diversi mesi di lavoro del tavolo tecnico Contrasto allo sfruttamento e alla Tratta di esseri umani, coordinamento che racchiude numerose associazioni laiche e religiose, operatori nel sociale, scuole e soggetti comunali, e che si è concentrato soprattutto sul fenomeno della tratta a sfondo sessuale di donne e bambini.
«È stato – osserva Giuseppe Mattina, assessore comunale alla Cittadinanza Solidale – un lavoro faticoso, ma adesso possiamo iniziare a redigere una sintesi e a indicare quattro linee d’azione sulle quali concentrare le nostre energie a breve termine per contrastare lo sfruttamento e la violazione dei diritti umani e civili delle persone: anzitutto la formazione degli operatori pubblici e privati sulla tratta; una campagna informativa con cartellonistica diffusa in tutta la città; percorsi di formazione che entrino nelle scuole a contatto coi ragazzi; l’apertura di una casa-rifugio per le ragazze minorenni vittime di questo odioso fenomeno. Obiettivi che potranno partire una volta approvato il bilancio comunale, cosa che mi auguro avvenga il prima possibile per poter iniziare al più presto la prossima fase del lavoro».
L’importanza del tavolo viene spiegata da alcune delle persone che compongono il coordinamento, parlando di «una strategia di lavoro condiviso tra tutti i soggetti, con competenze a 360 gradi. La tematica principale è informare sul fenomeno, far capire a tutti, cittadinanza, operatori, etc., cosa sia la tratta, quali sono le conseguenze che comporta, chi sono i soggetti coinvolti, da dove vengono. E’ un passo necessario per avviare un cambiamento culturale, e per questo serve coinvolgere altre persone, altre associazioni, per aiutare le vittime. Nella maggior parte dei casi sono ragazze straniere giovani, adesso più a rischio col decreto Salvini, che si sentono spinte a tornare sulla strada, la loro unica alternativa».
Una parte importante, in questa società che si basa sulle immagini, viene attribuita dal tavolo tecnico alla campagna informativa, che comprenderà poster, cartoline, manifesti, spillette e adesivi, brochure, agende, ma anche tagliandi per il posteggio e biglietti dell’autobus (con il numero verde antitratta attivo H24). Una campagna pubblicitaria dove i volti sono quelli dei ragazzi e degli uomini che dicono “no” a sfruttamento e violenza di donne e minori.
Scatti con protagonisti alcuni studenti dell’Istituto d’istruzione secondaria superiore “Alessandro Volta”, sbocco naturale di un progetto scolastico che affonda le radici nel passato, come spiega una delle insegnanti, Stella Bertuglia: «Abbiamo iniziato a lavorare sulla tratta fin dal 2008, e adesso il Volta è una delle scuole capofila in una rete che comprende diversi istituti. Abbiamo realizzato questa campagna informativa incentrata sul cliente della tratta, sull’aspetto culturale». Il risultato del lavoro degli studenti sono una serie di foto con slogan anti-tratta e un opuscolo che contiene un codice di condotta per gli uomini del 21esimo secolo, che si rifiutano di essere attori e spettatori passivi di violenze e sfruttamento (anche indiretto) e che si comportano con rispetto, incoraggiando altri a fare lo stesso. «I contatti con l’ufficio scolastico regionale – conclude la professoressa – stanno consentendo di pubblicizzare nelle scuole questa nostra iniziativa».
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