Giornata contro la violenza sulle donne, la città si mobilita Un passo oltre la denuncia: «Garantire lavoro alle vittime»

Panchine e sciarpe rosse, una sinergia tra realtà presenti sul territorio, forze dell’ordine e sindacati. Sono tante le iniziative messe in campo oggi in occasione delle giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Una collaborazione che ogni giorno cerca di dare risposte a un tema complesso, che non accenna a diminuire nonostante il risalto che il fenomeno sta avendo a livello nazionale. A Palermo, come nel resto di Italia le iniziative in occasione di questa giornata si susseguono. Manifestazioni iniziate con il corteo di sabato di Non una di meno e continuate con l’installazione di panchine rosse in città e in provincia, come a Misilmeri e a Corleone. 

A partire dalle nove al Teatro Biondo
 si è tenuto Una sciarpa rossa Incontro “Una sciarpa rossa” al Teatro Biondo, 25 novembre 2019 organizzato dall’Università degli Studi di Palermo, in collaborazione con la polizia, dedicata a La violenza declinata: racconti scritti e narrati. Al Comune intanto Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato un altro evento dedicato al tema che doveva svolgersi in piazza Pretoria ma che si è tenuto invece all’interno di Palazzo delle Aquile a causa del maltempo di oggi. I sindacati nella lotta alla violenza sulle donne svolgono un ruolo di raccordo nel territorio e attivo grazie ai centri anti-mobbing ai quali si rivolgono tantissime lavoratrici. Senza contare la categoria della scuola attraverso lo sviluppo di progetti specifici, per educare i ragazzi alla non violenza e alla parità di genere.

«Siamo arrivati
a un punto importantissimo nella lotta alla violenza sulle donne e una giornata come questa ne è testimonianza, del lavoro sinergico tra sindacato, istituzioni, magistratura e forze dell’ordine – spiega il segretario provinciale della Fp Cgil Palermo Anna Maria Tirreno –  Un lavoro comune che ha come obiettivo quello della ricerca collettiva di soluzioni che possano portare a prevenire la violenza perché oggi noi non assistiamo solo al fenomeno della denuncia di cui il femminicidio è l’episodio massimo. Quello che conta è arrivare al sommerso fatto di migliaia di donne che non hanno avuto il coraggio di denunciare. Rispetto a questo dobbiamo portare avanti quella politica di prevenzione e di educazione delle donne ad avere il coraggio di denunciare. Cgil, Cisl e Uil vogliono dire questo oggi: si può vincere questa battaglia». 

Ma Delia Altavilla del coordinamento Cisl Palermo-Trapani va oltre il tema, seppur forte e di rilievo, della sola denuncia. «
La violenza sulle donne non è un fenomeno ma un’epidemia. Bisogna combattere su diversi fronti, su tutti quello educativo, a livello della scuola e delle famiglie. Oggi dal mondo della politica è arrivata una bella notizia: sono stati stanziati 12 milioni per gli orfani delle vittime di femminicidio e quindi questo significa che c’è una concreta attenzione a considerare questo un problema reale, da accostare quasi a quello delle vittime di mafia. Bisogna rafforzare i centri antiviolenza perché sono questi i luoghi ai quali si rivolge e soprattutto oltre a porre attenzione oltre agli aspetti della denuncia e della cura anche a quello che verrà dopo ovvero l’inserimento nel mondo del lavoro per chi non ne ha, e sono la maggior parte, e poi mantenere questo posto di lavoro».

Un lavoro di raccordo che passa però proprio dalla denuncia delle donne vittime di violenza. Un’operazione delicata quella che spetta alle forze dell’ordine che hanno aderito alla rete antiviolenza. La polizia, così come i carabinieri fanno parte della rete antiviolenza che vede coinvolti tutti gli enti preposti, dalla casa di accoglienza agli ospedali.  «L’impegno della polizia è molteplice che vede tutte le nostre strutture territoriali avere del personale referente – spiega Giovanni Pampillonia, dirigente della Divisione Anticrimine della Questura –  personale addestrato e informato. A questo si aggiunge che ogni nostro equipaggio intervenuto in ogni singola abitazione, grazie al protocollo operativo Eva, registra e osserva la situazione familiare, che diventa parte della nostra banca dati e quindi vicenda conosciuta. A questo si aggiunge il ruolo del questore che con i suoi provvedimenti monitori per violenza domestica o condotte persecutorie ammonisce, avvisa oralmente gli autori dicendo che c’è lo Stato accanto alla donna, anche quando non c’è una denuncia. Poi l’attività di polizia giudiziaria che ci vede impegnati in tutte le nostre strutture, applicando misure pre-cautelari grazie al collegamento e alla strettissima collaborazione con la magistratura. 

Una manifestazione che abbraccia tutta la città e che continua anche sui mezzi di trasporto. l’Inner Wheel Palermo
Centro si farà promotrice di una campagna dinamica di sensibilizzazione, con il patrocinio gratuito da parte del Comune di Palermo. All’interno di un bus Amat della linea 101 oggi hanno viaggiato insieme ad alcune socie del club, un medico del pronto soccorso che attiva il “codice rosa”, un rappresentante del centro antiviolenza Le Onde e agenti della polizia. Agli utenti del bus è stato distribuito materiale informativo e numeri da contattare in caso di violenza sia all’interno che fuori le mura de domestiche.

Stefania Brusca

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