21-25 aprile 2010. Segnatevi queste date e tenetevi liberi. A Perugia si concentrerà il meglio del giornalismo italiano e mondiale, in occasione della quarta edizione del Festival Internazionale del Giornalismo, presentato a Milano nella sede del Corriere di via Solferino.
Ospite d’onore sarà Al Gore, ex vicepresidente degli Stati Uniti (1993-2001), premio Nobel per la pace 2007, e fondatore di Current Tv. L’appuntamento è fissato per sabato 24 aprile alle ore 21 al Teatro Morlacchi di Perugia per discutere di informazione indipendente attraverso gli strumenti del web 2.0.
Si parlerà di vanguard journalism, un modo innovativo di fare giornalismo d’inchiesta con tre ingredienti fondamentali: reporters giovani e audaci, vera informazione e uso delle nuove tecnologie.
Sarà anche l’occasione per fare un bilancio dei primi due anni di Current Italia, dal 2008 in onda su web e su canale tv digitale (sky Italia, canale 130), e per anticipare novità e progetti sul futuro del network.
Se Al Gore è lo special guest del Festival, il resto del programma non è da meno: oltre 100 eventi e più di 250 giornalisti per parlare delle difficoltà e delle prospettive del giornalismo attraverso tavole rotonde, incontri dibattito, presentazione di libri, seminari, proiezioni di documentari, mostre e spettacoli teatrali.
Del futuro del giornalismo, tema guida della manifestazione, parleranno Luca De Biase, responsabile di Nova24 del Sole 24 Ore, Javier Moreno, direttore di El Pais e Paul Steiger, ex direttore del Wall Street Journal.
Quattro interviste pubbliche, ne segnaliamo una: il direttore de La Stampa Mario Calabresi a colloquio con Dexter Filkins, premio Pulitzer 2009 e corrispondente di guerra del New York Times.
Il parterre internazionale si arricchisce con la presenza di Justin Peters, direttore della Columbia Journalism Review, che modererà i quattro panel sul tema Press forward: dialoghi sul futuro dell’informazione. Un esempio? Qual è il destino delle storie nel passaggio al mondo iperveloce del web? È possibile “raccontare” in un ambiente di notizie a colpo rapido? Ne parleranno Alessandro Gilioli, de L’Espresso, e Andrea Pitzer, dell’Harvard University.
Sarà dura scegliere chi e cosa seguire tra le diverse tavole rotonde e i dibattiti: meglio cercare di decifrare il caratteraccio degli italiani attraverso le analisi di Massimo Gramellini (vicedirettore de La Stampa), Michele Serra e Vittorio Zucconi (Repubblica), o ragionare su donne, media e potere insieme a Bianca Berlinguer (direttore Tg3), Barbara Serra (Al Jazeera English), Concita De Gregorio (direttore de l’Unità) e tante altre?
Ci sarà spazio anche per parlare di criminalità. Esiste un patto stato-mafia? è il titolo dell’incontro che verrà protagonisti, tra gli altri, il magistrato della Procura di Palermo Antonio Ingroia, Sigfrido Ranucci (Report) e Sandro Ruotolo (Anno Zero). Lirio Abbate, de l’Espresso, coordinerà il workshop sul giornalismo investigativo e Pino Maniaci, di Telejato, contribuirà al dibattito sul ruolo dell’informazione locale nella lotta alle mafie.
Step1 non mancherà, per il terzo anno consecutivo, al laboratorio sul giornalismo universitario. Tema: i nuovi media al galoppo fra web radio e media interattivi. Ne discuteranno, tra gli altri, Romeo Perrotta, responsabile della comunicazione di Ustation, e Gioia Lovison di Raduni.
Imperdibile, infine, la tavola rotonda su La memoria del passato e la speranza del futuro. Relatori: Eugenio Scalfari, Giuseppe Tornatore, Walter Veltroni e Michele Serra.
Tra un appuntamento e l’altro verranno premiati i vincitori del concorso Una storia da raccontare, bandito dal Festival e dall’Associazione Ilaria Alpi e quest’anno dedicato alla giornalista catanese Maria Grazia Cutuli, e del nuovo premio Eretici Digitali, organizzato dagli autori dell’omonimo libro Vittorio Zambardino e Massimo Russo, che prende in esame inchieste giornalistiche realizzate attraverso un uso innovativo del web 2.0 e degli strumenti del digitale.
«Ci saremo anche noi» ha promesso Marco Pratellesi, direttore di Corriere.it e padrone di casa «perché è fondamentale confrontare le idee nel tentativo di arginare la crisi mondiale del giornalismo. Non penso che ci sia una soluzione valida universalmente, ma una cosa è sicura: i giornali si salveranno solo se proporremo un’informazione di qualità, portandola là dove stanno i lettori, che sia Google o Facebook».
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