Il Partito Democratico con Salvo Andò, mentre è ancora incerto chi appoggerà Roberto Bonaccorsi. E’ questo a poche ore dalla scadenza il quadro delle nuove alleanze in vista del ballottaggio nel Comune ionico. Scade oggi alle 14 il termine per depositare gli apparentamenti. «A Giarre il Partito Democratico appoggerà al ballottaggio il candidato sindaco Salvo Andò». L’ufficialità, arrivata dal coordinatore del comitato provinciale, Enzo Napoli, spacca il Pd cittadino. Con una lettera aperta, il candidato del centrosinistra e consigliere provinciale uscente, Salvo Patanè, giunto quarto al primo turno, prende le distanze da questa decisione, denuncia accordi sotterranei, attacca la Cgil e si autosospende dal partito. «Non condivido questa scelta che mi è stata presentata preconfezionata – spiega a CTzen – non c’è stato alcun ragionamento sulla situazione specifica giarrese, per questo mi riservo di agire in autonomia». Ed ecco che si aprono altri scenari nell’altro campo. Durante tutta la notte il candidato del centrodestra Bonaccorsi, vicesindaco uscente di Catania alla guida della coalizione di centrodestra (Pdl più cinque liste civiche), ha cercato un accordo con Angelo D’Anna, sostenuto dalla lista civica Città Viva, che al primo turno ha chiuso al terzo posto con un sorprendente 21 per cento. Ma anche con quel pezzo di centrosinistra deluso dal patto con Andò. Trattative che continuano in queste ore. Bonaccorsi parte in vantaggio, forte del 30.36 per cento delle preferenze, contro il 27.63 per cento di Andò.
«Nessuna alleanza con il Popolo delle Libertà nei Comuni del Catanese che torneranno alle urne», è la parola d’ordine del coordinatore provinciale del Partito Democratico che a Giarre è stata l’unica delle quattro liste della coalizione di centrosinistra a superare la soglia di sbarramento, ottenendo 1.075 voti, il 9.23 per cento del totale. Un risultato che gli garantirebbe un solo seggio in consiglio comunale, assegnato a Tania Spitaleri, consigliere uscente, la candidata più votata delle 19 liste, con 439 preferenze. L’apparentamento, in caso di vittoria di Andò, cambierebbe lo scenario. Al Pd, che prenderebbe parte alla spartizione del premio di maggioranza (12 consiglieri), scatterebbero altri due seggi, per un totale di tre. Oltre alla possibilità di inserire un suo uomo (o donna) tra gli assessori della nuova giunta. I due designati ad entrare in consiglio sarebbero Irene Leotta (seconda nella lista con 382 voti) e Salvatore Cantarella (terzo con 252 voti). Entrambi di area Cgil. Dietro di loro il vuoto, considerato che 12 candidati consiglieri su 18 nella lista del Pd hanno ottenuto meno di 20 voti.
Ma Patanè non ci sta. «L’immediato apparentamento, frutto di una contrattazione separata tra lo stesso Andò e altri livelli del partito e di cui sono stato partecipato solo ad accordi chiusi, è indicativo di un percorso sotterraneo estraneo ai candidati, ai militanti e agli elettori della coalizione. Una doppiezza di metodo che lascia sconcerto e amarezza. Il centro nodale di tutto questo è ovviamente, il vantaggio derivante dal premio dimaggioranza che porterebbe a tre il numero dei consiglieri», scrive nella lettera. Secondo il candidato del centrosinistra dunque i responsabili di questo accordo sarebbero due: Enzo Napoli e la Cgil.
Ma il coordinatore del comitato provinciale non si scompone. «Questo accordo ha una sua logica – precisa Napoli – A parte le indiscusse qualità di Andò, è un candidato che rientra nell’alveo della sinistra e fa parte dello schieramento che a Palermo sostiene il governatore Crocetta (Democratici e Riformisti è il movimento di Andò ndr). Non è solo un vantaggio tecnico, è un fatto politico». Sul patto c’è dunque la benedizione del presidente Rosario Crocetta, che potrebbe anche recarsi a Giarre nei prossimi giorni a sotengo del suo nuovo candidato.
Dall’altra parte non è ancora chiaro cosa farà Angelo D’Anna, che al primo turno ha ottenuto più di 3mila voti, doppiando le preferenze della lista Città Viva che lo sosteneva, dopo aver parlato con entrambi i candidati coinvolti nel ballottaggio e dopo una lunghissima notte di trattative con Bonaccorsi. «Non sarà una mia scelta personale, ma condivisa con tutto il movimento – sottolinea D’Anna – abbiamo valutato dove si poteva fare di più per il bene della città, non ci interessano le poltrone».
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