Giarre, arrivano i fondi per il teatro nuovo Mai aperto, in 60 anni è costato nove miliardi

Da tempo l’attività dell’ufficio tecnico del Comune di Giarre non era così frenetica. Sulla cittadina ionica sta per piovere un tesoretto da undici milioni di euro che potrebbe cambiarne il look: il contratto di quartiere che interessa la zona di via Teatro, la riqualificazione di piazza De Andrè, ex Campo Santo Vecchio, i lavori nel Duomo, la chiesa principale della città, e la musealizzazione del palazzo della Cultura. Progetti i cui iter sono già in fase avanzata e che, se venissero realizzati, inciderebbero sul tessuto urbano e sociale della città. Il se, tuttavia, nella capitale delle incompiute, rimane d’obbligo. Ma andiamo con ordine.

L’appalto più importante riguarda il Contratto di quartiere di via Teatro, nella zona centrale del Carmine. Il cofinanziamento da parte del ministero dei Trasporti e dell’assessorato regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, è di sei milioni di euro. La base d’asta per la gara d’appalto 4 milioni e 405mila euro. Notevole il progetto che coinvolge l’intero quartiere, a cominciare dall’abbattimento dei due immobili di via Carducci che ospitano attualmente 48 alloggi popolari. Al loro posto nascerebbe un unico complesso a forma di ferro di cavallo da 40 alloggi, più un centro sociale al pianterreno con un porticato. Ai lati del fabbricato verrebbero realizzate due strade collegate alle arterie già esistenti; quindi, tra via Teatro e il nuovo complesso, un parcheggio, mentre quello a raso già esistente verrebbe adeguato.

Infine, il progetto prevede la sistemazione del teatro nuovo, che di nuovo in realtà non ha niente visto che è la più vecchia delle incompiute giarresi (primo cantiere datato 1952). In 60 anni proprio per il teatro sono stati spesi nove miliardi di lire, quattro milioni e mezzo di euro. Eppure nessun attore vi ha mai messo piede, né tantomeno recitato. Oggi dei 4 milioni e mezzo del finanziamento totale, quasi la metà, circa 2 milioni di euro, è destinata al capitolo “teatro”. Basteranno? Pina Leonardi, ingegnere capo dell’ufficio tecnico comunale, ne è convinta. «L’edificio non ha problemi strutturali – sostiene – il completamento prevede la messa a norma, la realizzazione dell’impianto idrico, elettrico ed antincendio e l’arredamento». I tempi di lavoro stabiliti sono di 546 giorni. «Per ogni giorno in più – assicura Leonardi – scatteranno le penalità previste dalla legge». Un anno e tre mesi, dunque, durante i quali gli inquilini degli alloggi popolari di via Teatro verranno trasferiti in altre strutture o ospitati in alberghi. Sarà la ditta vincitrice, secondo contratto, a dover mettere a disposizione dell’amministrazione comunale gli spazi o le somme economiche necessarie. Il termine per la presentazione delle offerte è scaduto il 28 marzo scorso (a seguito di una proroga, la scadenza iniziale era infatti il 16 febbraio). Al Comune sono pervenute undici buste, da parte di aziende locali ma anche non siciliane. Giovedì scorso la commissione tecnica, formata dalla stessa Leonardi, da un professore di diritto dell’università di Catania e da un dirigente di un’altra amministrazione comunale, si è messa a lavoro per decretare la ditta vincitrice del ricco appalto. «Faremo il prima possibile – assicura l’ingegnere – ma non possiamo prevedere i tempi».

Il secondo nucleo di intereventi riguarda il cuore della città: il Duomo, l’ottocentesca cattedrale che sorge quasi all’incrocio delle due vie principali, e la piazzetta alle sue spalle, conosciuta come Campo Santo Vecchio, ma recentemente intitolata a Fabrizio De Andrè. Uno scrigno abbandonato, quasi nascosto, che forse sarebbe piaciuto al cantautore genovese per la sua stradina in pietra lavica, le case basse molte delle quali fatiscenti, l’accesso alle cripte sotterranee della chiesa dove nei secoli passati si seppellivano i monaci. Per la riqualificazione di piazza De Andrè, il Comune ha ottenuto dall’assessorato regionale al Turismo un finanziamento di 845mila euro. La base d’asta per i lavori è di 491mila euro e, anche in questo caso, il termine per la presentazione dei plichi è scaduto da poco. La commissione dovrà scegliere tra le 402 offerte arrivate all’ufficio tecnico. Per provare a dare nuova vita alla piazzetta verranno abbattuti i bagni pubblici e allargata la scalinata di accesso dal lato della piazza del Duomo. Settantamila euro saranno destinati all’esproprio di due edifici abbandonati che verranno abbattuti lasciando quello spazio aperto. Cambierà l’impianto di illuminazione, sono previsti «pali artistici», così come gli elementi di arredo urbano realizzati con materiali ecosostenibili. La nuova piazza, a differenza di adesso, si estenderà su un unico livello e verrà monitorata da un sistema di telecontrollo. Ci sarà una piccola fontana di acciaio e la pavimentazione sarà interamente in basolato lavico. Nel progetto compaiono perfino «totem interattivi per la comunicazione». Se non vedo, non credo, sarebbe da dire. Tempi? Dodici mesi dalla data del verbale di consegna dei lavori.

A restaurare la chiesa madre della città, invece, da qualche anno già puntellata all’interno a causa delle difficoltà strutturali, ci penserà il presidente della Regione Raffaele Lombardo. Nel senso che il milione di euro destinato alla cattedrale giarrese arriva dal fondo della Regione gestito personalmente dal governatore. Il bando di gara è pronto, l’Amministrazione ha assicurato che «presumibilmente entro la metà di maggio» lo trasmetterà alla Regione per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Si provvederà quindi al consolidamento della copertura delle navate centrale e laterali e al rafforzamento dei contrafforti e delle murature; verranno rifatti gli intonaci interni ed esterni, pitturate le pareti e ristrutturato il locale dove viene conservato il fercolo, si esaminerà il quadro fessurativo dell’edificio per l’individuazione dei meccanismi di collasso. Un lavoro imponente, dunque, i cui tempi di realizzazione non si conoscono ancora con esattezza.
Infine i tre milioni di euro che arriveranno dall’assessorato regionale ai Beni Culturali per la trasformare in museo il palazzo della Cultura di piazza Macherione.

Chi vorrà sedersi al tavolo da undici milioni degli appalti pubblici giarresi, dovrà firmare un protocollo di legalità, che prevede tra l’altro l’obbligo di denunciare ogni tentativo di estorsione, intimidazione o condizionamento di natura criminale. Passaggio dovuto e necessario, ormai, in ogni gara pubblica. Basterà per garantire trasparenza, legalità ed efficacia dei lavori? Giarre è una città dove il fenomeno delle estorsioni è capillare e da mesi non si arresta la scia di auto bruciate dolosamente. A farne le spese anche lo stesso ingegnere capo dell’ufficio tecnico. Il 26 marzo un incendio doloso ha distrutto la sua auto all’interno del cortile del condominio dove abita. Un’intimidazione legata al suo lavoro? «Ricopro un ruolo pubblico delicato – risponde sinteticamente la Leonardi – qualche dubbio mi viene, ma non ho mai ricevuto minacce, né prima, né dopo».

 

[Foto di Alessio Lo Re]

Salvo Catalano

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