Giarre, ancora emergenza differenziata L’Ato: «No al ritorno dei cassonetti»

Indietro non si torna, ma nei Comuni di Giarre, Riposto e Mascali si cominciano a studiare soluzioni concrete per sopperire alle mancanze della ditta Aimeri che, da settimane, non riesce a garantire un dignitoso servizio di raccolta differenziata porta a porta. L’incontro di ieri sera a Giarre tra i sindaci e i dirigenti dell’Ato Joniambiente – di cui gli stessi Comuni sono soci – si è concluso con un nulla di fatto. O meglio, come spiega il sindaco di Giarre Teresa Sodano, «è stato solo un primo passo interlocutorio». L’Ato ha bocciato la proposta, avanzata dall’amministrazione giarrese, di fare marcia indietro e tornare ai cassonetti e ha invitato i sindaci ad emettere un’ordinanza che chieda lo scioglimento del contratto con l’Aimeri.

La ditta milanese del gruppo Biancamano gestisce il servizio di rifiuti, per conto di Joniambiente, nei quattordici comuni dell’Ato Ct1. Il contratto, in realtà, è scaduto il 31 dicembre del 2011. Da otto mesi, dunque, agisce in regime di deroga. «Significa – spiega l’ingegnere Giulio Nido, dirigente di Joniambiente – che in teoria noi potremmo risolvere il contratto in qualunque momento, solo che dovremmo avere subito un’altra ditta pronta a subentrare. Servirebbe, cioè, una nuova gara d’appalto, ma la Regione ha bloccato tutto». Il motivo dello stop si chiama riforma degli Ato, progetto fortemente voluto dal dimissionario presidente della Regione Raffaele Lombardo, che prevede la liquidazione degli Ambiti Territoriali Ottimali e la costituzione delle Srr, Società di regolamentazione del servizio rifiuti. «Se ne parla da quattro anni – spiega Nido – ma per adesso le uniche cose applicate sono il blocco delle assunzioni e di tutte le gare d’appalto». Sarebbe quindi necessaria un’autorizzazione in via straordinaria da Palermo, che, nonostante le richieste di Joniambiente, non è mai arrivata.

In questo contesto adesso i sindaci di Giarre, Riposto e Mascali stanno cercando di trovare una soluzione che tamponi l’emergenza ma che eviti allo stesso tempo ulteriori contenziosi con l’Aimeri. A Riposto, il sindaco Carmelo Spitaleri ha emesso un’ordinanza con cui il Comune subentra per un mese nei servizi di scerbatura, raccolta degli inerti e spazzamento. «Naturalmente – precisa Spitaleri – abbiamo chiesto a Joniambiente di non corrispondere la quota all’Aimeri, si tratta di circa 50mila euro. Il legale di Joniambiente ci ha garantito che non impugnerà l’ordinanza e credo che anche altri Comuni presto seguiranno il nostro esempio». Una strada che non trova il favore del sindaco di Giarre, Teresa Sodano. «Dopo che si spazza, ma i rifiuti rimangono a terra, non abbiamo risolto nulla», spiega il primo cittadino che sta studiando insieme ai tecnici del Comune il modo di  effettuare un intervento straordinario di pulizia delle strade e di rimozione delle numerose microdiscariche. «In alcuni casi potremmo affiancarci all’Aimeri, in altri sostituirci ad essa», precisa.

Che la ditta milanese non abbia mezzi sufficienti per garantire il servizio nei tre Comuni ionici lo dicono i numeri. «Servirebbero 36 mezzi piccoli e cinque camion di grandi dimensioni – spiega Saro Garozzo, responsabile provinciale della Fit Cisl – invece siamo costretti a lavorare con tredici vasche piccole e tre camion». Nonostante le promesse dell’Aimeri, infatti, dopo il rogo del maggio scorso che ha distrutto il deposito di mezzi di Macchia di Giarre e su cui sono ancora in corso le indagini della Procura, sono stati integrati soltanto dodici macchinari, a fronte dei 18 distrutti dalle fiamme.

Chi non si accontenta più di promesse è il gruppo spontaneo di cittadini indignati che ha organizzato per domani pomeriggio una manifestazione di protesta davanti al municipio di Giarre. «Sembra che i sindaci – spiega Francesca Arnone del comitato Indignati per la malagestione della differenziata – si stiano muovendo affannosamente, come se volessero mettere a tacere la protesta con qualche promessa. Ma noi continueremo fino a quando le nostre città torneranno pulite». Non vogliono suggerire soluzioni, almeno per adesso. In attesa della manifestazione di domani, quando verranno cestinate simbolicamente le copie dei bollettini della Tarsu, la tassa sulla spazzatura, che proprio in questi giorni stanno arrivando nelle case dei cittadini. «E’ il colmo – conclude Francesca – paghiamo una delle Tarsu più care d’Italia, mentre la città affonda nei rifiuti».

Salvo Catalano

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