«Il porto di Giardini Naxos verrà realizzato, con o senza Tecnis. Forse i tempi per l’avvio dei lavori potranno allungarsi ma l’opera non è a rischio». Lo ha dichiarato il sindaco del Comune ionico, Nello Lo Turco, circa le possibili ripercussioni della bufera giudiziaria che sta investendo l’impresa incaricata, tra le sue tante attività infrastrutturali, di realizzare l’approdo turistico nella località rivierasca. Proprio nelle scorse ore Saverio Ruperto, docente di Diritto civile, è stato nominato commissario per la gestione straordinaria della Tecnis e con lui Lo Turco si incontrerà nei prossimi giorni per capire come si evolverà la situazione. «Avrò un colloquio – afferma il primo cittadino – per capire se loro intendono proseguire o no nel progetto. È chiaro che dobbiamo verificare se ci sono le condizioni per andare avanti con la Tecnis o se dovremo muoverci in un’altra direzione. È una scelta che spetta a loro, noi poi ragioneremo di conseguenza». Il progetto dell’azienda catanese è stato individuato nell’ambito della conferenza dei servizi che ha dato l’ok alla prevista realizzazione del porto.
E se adesso Tecnis dovesse tirarsi indietro? «La premessa ad ogni discorso è che l’opera si farà comunque – risponde Lo Turco -. Se la Tecnis non potrà o non vorrà garantire la realizzazione dell’opera, a quel punto o prendiamo noi come Comune direttamente in mano l’iter o, sempre nel rispetto di quanto consentiranno le procedure, valuteremo l’opportunità di affidare l’opera a terzi. Il progetto non si blocca, anzi posso dire che ci sono già altre imprese interessate a realizzare questa opera. Non escludo che il Comune possa accedere a dei fondi comunitari. Intanto prima di Natale si farà l’ultima riunione della conferenza dei servizi che definirà la parte inerente la Via-Vas (Valutazione di Impatto Ambientale e Valutazione Ambientale Strategica) e porterà al completamento della procedura. Mi sento, comunque, di rassicurare i cittadini e gli operatori economici di Giardini».
All’infrastruttura rimangono fortemente contrari gli ambientalisti. Le critiche riguardano sia il possibile impatto ambientale sulla baia di Schisò, sia altri aspetti come l’eccessiva vicinanza dell’opera all’area archeologica e la realizzazione di un centro commerciale nell’area portuale che potrebbe avere delle ripercussioni negative sulle attività locali. L’attuale elaborato viene ritenuto «non in linea con l’esigenza di tutela e salvaguardia dell’aspetto paesaggistico del territorio e non potrà nemmeno determinare i benefici turistici ed economici per la città, di cui si parla e che vengono prospettati». «Si tratta – ha spiegato Caterina Valentino, presidente del circolo Legambiente Taormina-Alcantara – di un prezioso e fragile tratto di costa, già sottoposto a gravi fenomeni di dissesto idrogeologico, che rischia di essere irrimediabilmente devastato dal progetto del nuovo porto».
«Siamo stati sin da subito contrari a questo progetto – afferma Marco Monforte, esponente di Legambiente -. Il problema non è cosa farà ora la Tecnis, ma piuttosto che il Comune non si è mai voluto confrontare con noi sull’argomento. L’attuale progetto viola vincoli paesaggistici e archeologici, non aiuterà il turismo e andrà a devastare sia un famoso paesaggio storico, una delle icone per eccellenza della Sicilia, sia il suo Parco Archeologico, la cui enorme valenza culturale e identitaria dovrebbe essere fulcro del comprensorio». Per Legambiente l’elaborato approvato in conferenza dei servizi «è in contrasto con qualsivoglia lungimirante prospettiva di crescita dell’economia turistica del territorio, qui basata sulla balneazione e oggi globalmente sempre più indirizzata verso un turismo culturale ed ecologico».
«Anche l’idea di costruire un porto commerciale sull’acqua – ha aggiunto Valentino – non è vincente e meno che mai dal punto di vista turistico. Il visitatore ha altre priorità rispetto al passato, vuole le bellezze naturalistiche e l’esperienza autentica dell’uomo. Vita notturna e shopping sono agli ultimi posti delle ragioni di scelta per una vacanza. A meno di nove miglia marine di distanza c’è già il porto di Riposto: che senso ha il mega-progetto del porto di Naxos?».
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