Esponente della desta per circa trent’anni, direttore del “Tempo” di Roma, giornalista e uomo Fininvest, personaggio-chiave dei governi Berlusconi, influente mediatore con l’opposizione. Chi è veramente Gianni Letta? Dietro il suo successo c’è Berlusconi? O è il contrario?
La vita di un uomo politico raccontata senza veli, che tratteggia con precisione la versatilità del suo potere nel nostro Paese attraverso una storia piena sorprese e di rivelazioni. “Gianni Letta. Biografia non autorizzata” è stato presentato nei giorni scorsi nei locali della libreria Tertulia dagli autori e giornalisti Giusy Arena e Filippo Barone. Alfio Sciacca, corrispondente del Corriere della Sera, ha moderato l’incontro.
«E’ il ciambellano che va bene a tutti», sostiene Filippo Barone. «Oserei dire quasi un sovrano. L’Italia è un sistema monarchico dove i rituali della politica si svolgono nelle residenze private e nei salotti romani. Le decisioni più importanti si prendono al di fuori delle sedi istituzionali».
Emblematico l’episodio, riportato nel libro, del “patto della crostata”: Si parla di modificare la Costituzione davanti ad una fetta di torta fumante, a casa Letta. Lo stupore degli autori è dilagante di fronte ai risultati delle ricerche: gli eventi mondani sono una prassi ben radicata nel funzionamento delle istituzioni: «Queste cene sono legittimate come la costituente del ’48», continua Barone.
Assiduo frequentatore dei salotti romani (uno su tutti il leggendario salotto Angiolillo), Gianni Letta avvicina Berlusconi ai grandi palazzi della Capitale. I due si aiutano a vicenda: il proprietario della Fininvest cambia un portavoce dopo l’altro, non lo trova. Uscito dalla direzione del “Tempo”, per Letta si aprono le porte della politica: Berlusconi vede in lui l’uomo della mediazione, senza il quale l’ostacolo della Dc sarebbe stato insormontabile. L’obiettivo? Arrivare a Ciriaco De Mita per la concessione dei tre canali televisivi. Craxi in quel contesto non si rivela decisivo. «Letta militava nella Dc prima d’incontrare Berlusconi. Chissà che non abbiano entrambi qualcuno alle spalle…» afferma divertita Giusy Arena.
Storici i rapporti di Letta con la chiesa cattolica: «Iniziano dalla direzione del Tempo» continua la giornalista. «Dagli spazi generosamente concessi sulla stampa, a legami strettissimi con parecchi cardinali, alcuni dei quali viventi. Contatti di lunga data, non trasparenti».
Alfio Sciacca chiede agli autori perché Gianni Letta piace. Questa la loro risposta: «Piace a tutti perché piace al potere. Poiché nessuno parlerebbe male di lui, né a destra, né a sinistra, abbiamo rivolto la stessa domanda ad un politico che è l’opposto del moderatismo di Letta: Marco Pannella. Ha risposto che fa comodo a tutti, anche a lui. Il problema è il sistema: il referente politico che cerca di risolvere le cose inter nos, a danno della democrazia».
Dal pubblico una signora chiede ai giornalisti un confronto tra Letta e l’altra “spalla” del premier, Marcello Dell’Utri. Diversa la preparazione dei due politici, ai tempi dell’incontro con Berlusconi: «mentre Dell’Utri nasce con Berlusconi ed ha in testa il programma di Forza Italia, Letta al momento dell’incontro è già potente. Quando la Dc doveva rispondere in tv, andava Gianni Letta. Con Forza Italia non c’entra nulla. Non ha nemmeno la tessera», conclude Barone.
Sciacca conclude l’incontro chiedendo a Giusy Arena come ha reagito Letta all’uscita del libro: «Ce l’ho già»: questa è stata la risposta del politico, dalla quale si evince l’inquietante manipolazione dell’informazione. Moderato sì, ma all’occorrenza sa battere ciglio.
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