Una spada di Damocle che pende sul Consiglio comunale di Catania da più di un anno. E un peso sulle spalle dei consiglieri e dei segretari, accusati di avere falsificato i verbali delle sedute delle commissioni a cui prendevano parte nei rispettivi ruoli politici e amministrativi. Adesso è arrivata la sentenza del giudice Carlo Umberto Cannella. Tutte assolte le nove persone che avevano scelto il rito abbreviato. E sentenza di non luogo a procedere per tutti gli altri imputati che avevano optato invece per il rito ordinario. «I fatti non sussistono», recita il dispositivo. Nell’aula del Palazzo di giustizia dove, poco dopo le 16, è stato letto il dispositivo l’atmosfera è quella di un capitolo che si chiude. Tra abbracci e sospiri di sollievo.
La vicenda è quella ormai nota: a gennaio 2016 un dossier del Movimento 5 stelle passa al setaccio i verbali delle commissioni consiliari permanenti del 2014, evidenziando alcune incongruenze nei documenti. Vale a dire consiglieri che risultano presenti, in contemporanea, a più di una riunione. Un elemento che, però, fa il paio con un dato: superato il numero di 27 gettoni di presenza al mese e 325 gettoni in un anno, le attività degli eletti non vengono retribuite. La questione, come in altri Comuni in Sicilia (Aci Catena, per rimanere in provincia di Catania), finisce sul tavolo della procura. I magistrati iniziano le indagini e, qualche mese dopo, chiedono l’archiviazione del caso. Proposta che viene respinta dal presidente dell’ufficio gip di Catania, Nunzio Sarpietro.
Le indagini continuano, vengono prodotti altri documenti, la procura continua a chiedere l’archiviazione. Ma a gennaio 2017, cioè un anno dopo la denuncia pentastellata, Sarpietro dispone l’imputazione coatta per 34 consiglieri comunali e 17 segretari di commissione. Con un documento durissimo, nel quale il magistrato parla di «turbinio di partecipazioni» e di «impalpabile e fugace presenza ai Consigli e alle commissioni». Nello stesso fascicolo ci sono poi le tabelle analizzate dal giudice per ipotizzare i capi d’imputazione: in quelle carte, analizzate da MeridioNews, non si chiariscono alcuni dei criteri seguiti per distinguere le varie posizioni. A marzo la procura si allinea con il giudice Sarpietro e, passaggio quasi del tutto scontato, chiede il rinvio a giudizio.
A giugno, alla prima udienza del procedimento in tribunale, il magistrato Fabio Regolo prende la parola per ricordare che dietro alla lista di 51 nomi di indagati non ci sono solo «fogli di carta» ma «persone che potrebbero andare a processo». Quindi la richiesta: non luogo a procedere. Le posizioni di consiglieri comunali e segretari di commissione, a questo punto, si separano. In nove scelgono il rito abbreviato, gli altri procedono con il rito ordinario. «Non ci sono i presupposti per sostenere il dibattimento di un processo», diceva Regolo nell’udienza dello scorso mese, quella in cui anche le difese degli imputati hanno preso la parola. Sostenendo che non ci fosse «nessuna banda di ladri». Adesso il giudice aggiunge: i fatti non sussistono.
Sentenza di assoluzione
Rosario Gelsomino
Agatino Lanzafame
Giovanni Marletta
Niccolò Notarbartolo
Riccardo Pellegrino
Elisabetta Vanin
Vittorio Canzoneri (segretario di commissione)
Piera Caruso (segretaria)
Rosalba Sottile (segretaria)
Sentenza di non luogo a procedere
Sebastiano Anastasi
Ludovico Balsamo
Andrea Barresi
Santi Bosco
Giuseppe Catalano
Carmelo Coppolino
Michele Failla
Salvatore Giuffrida
Agatino Lombardo
Antonino Manara
Erika Marco
Maria Ausilia Mastrandrea
Alessandro Messina
Maurizio Mirenda
Giuseppe Musumeci
Carmelo Nicotra
Alessandro Porto
Elena Ragusa
Francesco Saglimbene
Ersilia Saverino
Carmelo Sgroi
Carmelo Sofia
Salvo Spadaro
Massimo Tempio
Salvatore Tomarchio
Francesco Trichini
Antonino Vullo
Lanfranco Zappalà
Daniela Catalano (segretaria)
Giuseppa Sottile (segretaria)
Sebastiana Ferrara (segretaria)
Stefano Giuseppe Leone (segretario)
Maria Assunta Marino (segretaria)
Giuseppa Rigaglia (segretaria)
Francesca Impellizzeri (segretaria)
Giuseppe Renato Raciti (segretario)
Giuseppa Germenia (segretaria)
Antonio Marotta (segretario)
Luigia Pettinato (segretaria)
Salvatore Distefano (segretario)
Maria Emanuela Furnò (segretaria)
Emanuela Paola Carmen Pirrone (segretaria)
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