Gettonopoli Aci Catena, giudice rinvia la decisione Udienza a marzo, durante la campagna elettorale

Bisognerà ancora attendere per conoscere il destino giudiziario dei consiglieri comunali di Aci Catena, coinvolti nel caso gettonopoli. L’inchiesta, nata in seguito alle denunce dell’associazione Aci Catena bene comune e del Movimento 5 stelle, riguarda i comportamenti assunti dai politici – oggi tutti decaduti, dopo l’arresto e le dimissioni dell’ex sindaco Ascenzio Maesano, accusato di corruzione in un’altra indagine – nel corso delle commissioni consiliari

Le ipotesi di reato sono di truffa e falso, e riguardano la presunta alterazione dei verbali attuata dai consiglieri comunali, dopo che il M5s aveva notato incongruenze nei documenti. Nello specifico, il gruppo locale pentastellato – la cui denuncia è stata sostenuta dal senatore Mario Giarrusso – avrebbe individuato diversi casi di compresenza in più sedute.

La mattinata odierna si pensava potesse essere quella giusta per sapere se i rappresentanti della politica catenota saranno processati. Tuttavia, il gup Giovanni Cariolo ha scelto di prendere ulteriore tempo per pronunciarsi. La decisione, rinviata al 9 marzo, è scaturita dalla richiesta di inserire nel proprio fascicolo la richiesta di archiviazione già accolta dal giudice per le indagini preliminari – nei confronti dei consiglieri Martino Orazio Ferro, Teresa La Rosa, Giuseppe Liuzzo, Luigi Lucchesi, Salvatore Cutuli e Carmela Paladino (segretaria verbalizzante).

A rischiare il processo rimangono in undici: Giuseppe Aleo, Luigi Citraro, Luca Grancagnolo, Giovanni Grasso, Salvatore Leonardi, Michele Puglisi, Venerando Sapuppo, Giuseppe Sciacca, Giuseppe Sorbello, Rosario Sorbello e Giuseppe Urso. Le cifre contestate vanno dai 51 ai 1.296 euro. Ad Aci Catena si tornerà al voto in primavera e inevitabilmente l’evoluzione della vicenda potrebbe avere riflessi nel percorso di avvicinamento alla campagna elettorale.

Simone Olivelli

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