Gesip, clamorosa protesta al porto di Palermo

UN GRUPPO DI LAVORATORI E’ SALITO SULLE GRU. NON VOGLIONO PERDERE IL LAVORO

Un gruppo di lavoratori della Gesip  è salito, stamattina sulle gru del porto di Palermo, iniziando lo sciopero della fame a oltranza per chiedere risposte chiare e prospettive certe a una vertenza che, dal prossimo 2 gennaio, potrebbe portare al licenziamento di 1.800 lavoratori. Sulle gru sono saliti in 12 e si dicono pronti a tutto, ma al porto sono almeno in altri 300 a manifestare con loro. Sono presenti i vigili del fuoco con le attrezzature e i dispositivi di sicurezza necessari a scongiurare che la protesta si trasformi in tragedia. La manifestazione è stata indetta dall’Unione sindacale di base. Un gesto clamoroso, dettato dalla disperazione in una vicenda che ha visto 1.800 lavoratori a tempo indeterminato trasformarsi in precari con lo spettro della disoccupazione sempre davanti. Il loro impiego scadrà il 31 dicembre e, lo scorso 10 ottobre sono partite le lettere di mobilità sia per i dipendenti di Gesip Spa che per quelli di Gesip Servizi srl, le due aziende nate dalle ceneri della “vecchia” Gesip. “Dal 2 gennaio – dicono i rappresentanti del Colge, un movimento che riunisce oltre 200 lavoratori Gesip, – senza soluzioni concrete, saremo licenziati”.

Quanto sta avvenendo è anche la conseguenza delle difficoltà delle istituzioni, in primo luogo quelle cittadine, a trovare una soluzione definitiva alla vertenza. Le ipotesi approntate dal Comune, già da diversi mesi, si stanno rivelando di difficile praticabilità, alla luce anche delle modifiche normative introdotte dal ministro messinese D’Alia, che stanno distruggendo le speranze di migliaia di precari siciliani in un futuro occupazionale stabile. In sostanza, quello che si temeva nei mesi scorsi, con l’allarme lanciato dal Colge, e che LinkSicilia aveva ripreso, si sta puntualmente verificando. Il licenziamento di quasi duemila lavoratori rischia di essere stato soltanto rinviato di pochi mesi. E la sicurezza su un esito favorevole su cui insiste l’Amministrazione comunale, ora assume il sapore di una beffa per i lavoratori, pronti, come si vede, a gesti estremi. I lavoratori chiedono soluzioni concrete alla vertenza della Gesip, una delle più grandi municipalizzate d’Italia, che garantisce servizi essenziali alla città.

Il futuro di quasi 1.800 persone è legato alla firma di un nuovo accordo tra da ministero del Lavoro, Italia Lavoro, Inps, Regione e lo stesso Comune di Palermo che, poco più di 10 giorni fa, ha ribadito la validità del suo piano che prevede la prosecuzione della cassa integrazione, il pensionamento di quanti abbiano maturati i requisiti, il ricorso a esodi incentivati, mentre nella legge D’Alia sul pubblico impiego è stata stralciata la norma sulla mobilità orizzontale che avrebbe permesso il distacco di parte dei lavoratori Gesip in altre aziende sotto il controllo del Comune, nelle quali si fossero liberati posti in pianta organica. I sindacati hanno già espresso, su questo piano, le loro forti perplessità. “La cassa integrazione – dicono al Colge – è un’utopia e rischia di trasformarsi nell’anticamera del licenziamento e della disoccupazione. Non possiamo riporre le nostre speranze nella cassa integrazione, alla per altro siamo stati sempre contrari, perché siamo stati scippati del nostro lavoro. Inoltre, è assurdo che il sindaco Orlando non abbia mai accettato di incontrarci. Noi abbiamo un pian alternativo da proporre, ma nonostante le tante nostre richieste di incontro, soltanto una volta siamo stati convocati dal segretario particolare del sindaco, ma poi, non sappiamo perché, non se ne fece più nulla”.

Stanislao Lauricina

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