Gesip: a che gioco giochiamo?

Con l’approssimarsi del 30 giugno, inizia a serpeggiare preoccupazione e incertezza per il futuro, tra i 1.800 dipendenti della Gesip.   A farsi interprete dei tanti dubbi è il Colge, il Comitato lavoratori Gesip: “Ad oggi -scrive il comitato in una nota –  non si hanno notizie in merito alla prosecuzione delle attività in LPU dei dipendenti Gesip oltre la data del 30 Giugno”.

Il Colge, fondato da un gruppo di dipendenti delle Società Gesip Palermo e Gesip Servizi srl, già da diversi mesi ha chiesto di incontrare il Sindaco, sia per presentare un elaborato, che avrebbe potuto essere propedeutico alla “salvezza” delle società Gesip, sia per avere risposte a tanti quesiti che aleggiano ancora intorno a una vicenda dai contorni confusi e strani, anzi, secondo il Colge, caratterizzata da “una regia oscura volta all’eliminazione di 1.800 dipendenti dal mondo del lavoro”.

“A noi –scrive il Colge – sembra di pagare sulla nostra pelle errori commessi per colpe non nostre. Forse, se ancora una volta è stata presentata un’istanza di fallimento per le aziende Gesip, l’intendimento ab origine è quello di farle fallire. Noi non ci stiamo. Magari alla fine il fallimento sarà inevitabile ma ciò, a nostro modesto parere, non può avvenire senza che alcuni quesiti che ci poniamo trovino un’adeguata risposta. Abbiamo sempre creduto che, fin dal 2010, data in cui i nostri servizi sono stati tolti dal bilancio comunale, il sangue di 1.800 dipendenti abbia salvato il Comune di Palermo dal default.

Ed ecco le questioni alle quali i lavoratori chiedono, attraverso il nostro giornale, che l’amministrazione dia una risposta:

Quando è stata costituita Gesip (2001) il Comune ha selezionato circa 1.500 Lsu tratti da un bacino di circa 7.000 precari (delibera c.c. 449/2000): come e perché è stata operata questa scelta? Vero è che non è stato bandito un concorso pubblico ma è altrettanto vero che una selezione è stata operata.

Che fine hanno fatto i fondi Fas destinati a Gesip (20 milioni di cui alle convenzioni – 14/01/2011 e 18/02/2011 – per l’utilizzo di risorse Fas assegnate al Comune di Palermo con delibera Cipe n. 69/2009 per l’erogazione dei quali, come si legge nelle convenzioni, fu imposto al Liquidatore Primavera di ritirare due atti stragiudiziali)?

Come si sono risolti i tre ricorsi per contenzioso tributario c/ l’Agenzia delle Entrate presso la Commissione Tributaria di Palermo (Assemblee dei Soci del 09/05/2011 e del 31/05/2011)?

Gesip è già stata identificata come una SpA di organismo di diritto pubblico (Cassazione, SS.UU., n. 10068/2011 e sentenza skipper ove la nostra Società viene identificata come società pubblica o a capitale pubblico): aveva quindi l’obbligo di pareggio di bilancio e quindi il Comune doveva senza indugio coprire le perdite? E se così fosse stato, era necessario porre la società in liquidazione?

All’assunzione dei 350 + 100 (Assemblee dei Soci del 19/10/2005 e del 11/01/2006), dopo il periodo di sgravi fiscali, il Comune non ha mai adeguato il contratto di servizio a fronte delle ulteriori 450 unità assunte: è questa l’ipotesi di arricchimento illecito (di cui all’art. 2041 cc)?

La citata sentenza di Cassazione a SS.UU. n. 10068/2011 ha escluso la natura imprenditoriale di Gesip. Il Tribunale di Palermo, con decreto del 08/01/2013 ha dichiarato la Gesip non fallibile: perché il Sindaco sostiene che la documentazione prodotta non era sufficiente ed ha insistito per ripresentare una nuova istanza di fallimento, ove pone in evidenza le modalità di assunzione diretta da parte dei lavoratori Gesip per tentare di dimostrare che la natura dell’azienda non è pubblica ma bensì privata?

Che notizie si hanno in merito alla denuncia alla Procura della Repubblica che il Sindaco sostiene di aver presentato contro la precedente amministrazione, relativamente a Gesip?

Perché nominare 2 liquidatori (con compenso) e non applicare quanto statuito dall’art. 4 della l. 95/2012 (sulla spending review) nominando, quali liquidatori, a titolo gratuito dirigenti comunali? Tanto valeva allora non licenziare i due dirigenti Gesip ma rivederne i compensi.

Può un’ordinanza di protezione civile decidere sulla cessazione delle attività di Gesip?

Perché non si è mai provveduto a chiedere una deroga ed esentare le partecipate del Comune dal pagamento dell’IVA?

Perché non si è voluto ricapitalizzare la Gesip con immobili Comunali? Il Comune poteva inoltre assegnare immobili di sua proprietà a Gesip in comodato d’uso per una maggiore contrazione dei costi (cfr le note di richiesta agli atti di Gesip). 

Da una mail del 15/06/2013, sembrerebbe che il Liquidatore Catalano, abbia affermato che la nuova istanza di fallimento per Gesip sia stata presentata “..col fine di tutelare il TFR dei lavoratori..”: noi crediamo che in questo caso sarà tutelata, ancora una volta, l’amministrazione considerato che in queste eventualità il TFR dei lavoratori graverebbe sul fondo di garanzia dell’INPS.

L’Amia – secondo il Sindaco – può essere salvata facendola transitare in Palermo Ambiente (ex controllata di Gesip ora in liquidazione). Perché per Gesip SpA non può essere considerato il transito nella srl anche attraverso i contratti di solidarietà (per Gesip applicabili in quanto il liquidazione volontaria e non coatta – l. 236/96)? Anche il Presidente Crocetta, nei mesi passati aveva suggerito questa ipotesi per la salvezza delle Società Gesip.

Noi riportiamo le domande che il Colge fa all’amministrazione, nella speranza di ottenere una risposta per ciascuna di queste, condividendo il messaggio finale del comitato: speriamo che in tutta questa vicenda, sia fatta GIUSTIZIA!

Gesip: il grande bluff

Stanislao Lauricina

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