di Gabriele Bonafede
A quasi quattro settimane dal voto che ha visto la coalizione di governo della cancelliera Angela Merkel perdere la maggioranza in Parlamento, nonostante la vittoria netta del suo partito in termini numerici, non si vede ancora luce dal vero e proprio tunnel nel quale è entrata la crisi politica tedesca.
Mentre i Verdi hanno chiuso definitivamente la porta a ulteriori consultazioni per un improbabile accordo di governo, i contatti tra il partito della Merkel (CSU/CDU) e gli unici partner possibili, i socialdemocratici della SPD, vanno avanti con estrema lentezza e si profila un prolungamento ulteriore dei tempi. Al momento siamo ancora in alto mare: Solo contatti esplorativi e non negoziati sono definiti ufficialmente oggi dalla SPD gli incontri avvenuti sinora tra i gruppi dirigenti designati dai due partiti tra mille difficoltà. Secondo autorevoli giornali tedeschi e inglesi, ed anche secondo esponenti di vertice della SPD, sembra difficile la formazione di un nuovo governo prima di Dicembre e forse anche di Gennaio.
Per quanto giornali ed esponenti del partito della cancelliera tedesca (la CSU/CDU) abbiano sbandierato una vittoria tattica come una vittoria schiacciante, la realtà è che in queste settimane quella vittoria si sta rivelando una vera e propria sconfitta strategica.
Sinora, nel bel mezzo di proteste e messaggi piovuti in grande quantità nelle sedi della SPD, i socialdemocratici tedeschi si sono mossi con grande circospezione e diffidenza verso un personaggio politico, Angela Merkel, ormai riconosciuta come una vedova nera o mantide della politica: chi va a governare con lei prima o poi ne paga le spese e a caro prezzo venendo divorato dallelettorato inferocito alle successive elezioni. Nella passata esperienza di grande coalizione lSPD ha pagato con una caduta verticale dei consensi alle successive elezioni (-11%), riprendendosi solo parzialmente nelle recenti consultazioni di questanno. Non è andata meglio al partner dellultimo governo-Merkel uscente, la FDP (i liberali) che, nonostante chiare affinità programmatiche e di cultura politica con la CSU/CDU, si sono visti buttare fuori dal Parlamento alle ultime elezioni di Settembre 2013, non riuscendo a raggiungere il quorum del 5% pur partendo da un sostanzioso 14% ottenuto pochi anni prima.
Non solo la SPD definisce i contatti avvenuti sinora come contatti esplorativi, e non negoziati veri e propri, ma più volte i siti ufficiali della socialdemocrazia tedesca hanno dichiarato di voler sottoporre comunque al voto dei propri iscritti (circa 550.000) leventuale sì al periglioso matrimonio con la Merkel, anche dopo aver preso accordi ufficiali con la CSU/CDU a livello di dirigenza per uneventuale grande coalizione.
Inoltre lopinione della base espressa con questa consultazione sarebbe vincolante. E la base, così come numerosi quadri intermedi e di spicco, ha già espresso numerose volte dichiarazioni non proprio favorevoli a una nuova edizione della grande coalizione CSU/CDU-SPD. Dai militanti di base sono pervenuti (via social network e come commenti alle news del sito ufficiale della SPD) veri e propri ultimatum: se fate la grande coalizione non voteremo più SPD.
Ecco perché da un paio di settimane, le elezioni anticipate non sono più tabù nel dibattito tedesco di politica interna, sia su media, giornali e social netwrok, sia nelle dichiarazioni ufficiali dei vertici della SPD, visto che il segretario del partito socialdemocratico tedesco, Sigmar Gabriel, ha anche dichiarato un paio di settimane fa Non abbiamo paura di nuove elezioni pur essendo lui stesso uno dei meno duri sullargomento e già ministro nella precedente edizione della grande coalizione. Questultima è ormai apertamente definita come grande inciucio (in lingua e salsa tedesca) da molti militanti di base del centrosinistra e della sinistra estrema. Numerosi militanti di sinistra e centrosinistra invitano la SPD a cercare un accordo con Verdi e Sinistra (Linke) per un governo rosso-rosso-verde, che in effetti avrebbe una risicata maggioranza al Bundestag, oppure ad accettare nuove elezioni quanto prima.
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